Pirateria tv, i rischi per il consumatore - QdS

Pirateria tv, i rischi per il consumatore

Serena Giovanna Grasso

Pirateria tv, i rischi per il consumatore

martedì 26 Novembre 2019

Unc: chi fruisce illegalmente della Pay tv va incontro ad una multa di 154 €, elevata a 1.032 € per recidive. Si corre il pericolo di furto di identità: i dati potrebbero essere usati per commettere truffe

PALERMO – Un numero via via crescente di italiani guarda la Pay tv e programmi televisivi ai quali si accede per abbonamento. A pari passo, cresce anche il numero di italiani che guardano gli stessi contenuti, ma senza sottoscrivere alcun abbonamento e dunque senza pagare, ricorrendo al cosiddetto fenomeno della pirateria televisiva. Molti pensano che questo fenomeno sia privo di conseguenze per il consumatore, che accetta più o meno consapevolmente di fruire di contenuti audiovisivi illeciti, ma si sbagliano. La guida “Pirateria televisiva – Un atto criminale pieno di rischi per i consumatori” dell’Unione nazionale dei consumatori ci spiega il perché.

La pirateria è un atto punibile penalmente con multe salate e, in alcuni casi particolarmente gravi, con la reclusione. Nel caso della visione di contenuti da siti di streaming illegali, il soggetto che utilizza apparati di decodifica abusivi, rischia una multa di 154 euro, oltre alla confisca del materiale. In caso di recidiva la sanzione amministrativa nei confronti dell’utente è elevata fino a 1.032 euro.

Da non sottovalutare nemmeno i rischi per i dispositivi utilizzati per la visione illegale. Infatti, è molto semplice prendere un virus informatico: basta scaricare il materiale sbagliato o aprire link contenenti malware. La maggior parte degli annunci pubblicitari proposti durante la navigazione invita a scaricare programmi dannosi per il computer. I contenuti illegali possono essere un veicolo per immettere dei virus, in grado di prendere il controllo del computer per scopi illeciti o utilizzarlo come dispositivo per attacchi hacker verso siti web.

La sottoscrizione di un abbonamento illegale mette a repentaglio anche i dati personali. Infatti, i dati anagrafici e bancari, spesso richiesti al momento dell’iscrizione, possono anche essere utilizzati da criminali per commettere truffe a nome dell’utente. La clonazione della carta di credito è una delle paure più ricorrenti, mentre il furto di identità sembra qualcosa che non potrà mai capitare. Invece, i dati rappresentano una risorsa fondamentale per i siti pirata, che possono creare, in questo modo, un database a cui attingere per poter effettuare attacchi informatici mirati. Non a caso, il business dei dati è tra i crimini informatici più redditizi.

Una corretta informazione permette ai consumatori di essere più consapevoli sulle possibili conseguenze della pirateria. Inoltre, non commettere atti di pirateria significa anche arginare il danno economico per l’industria culturale e sportiva. Nel 2018 in Italia oltre 600 milioni di euro di fatturato sono stati persi dall’industria audiovisiva a causa della pirateria. In particolare, si stima che oltre 5 milioni di persone hanno usufruito illegalmente di contenuti sportivi live. Il calcio è lo sport più penalizzato dalla pirateria di eventi live con due pirati su tre, seguito da formula 1 e moto gp.

Infine, quando si sottoscrive un abbonamento, si consiglia di verificare accuratamente la legalità del sito, cercando recensioni e controllando le informazioni di registrazione, come il nome dell’azienda, ubicazione del server, indirizzo fisico e data di creazione. Inoltre, è possibile segnalare alla Polizia Postale, all’Agcom oppure al motore di ricerca siti illegali, decoder contraffatti, abbonamenti abusivi e atti sospetti a riguardo.

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