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Domenico Repetto

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venerdì 17 Luglio 2020

La pandemia del COVID-19 ha prodotto nel nostro Paese una crescente diseguaglianza digitale

La pandemia del COVID-19 ha prodotto nel nostro Paese una crescente diseguaglianza digitale.
In questi termini si esprime la relazione annuale dell’Autorità garante per le comunicazioni, evidenziando come il peggioramento del quadro economico nei prossimi mesi autunnali preannuncia un allargamento della forbice tra i redditi, influendo quindi sulla spesa degli italiani.

Secondo il Garante, l’accesso a Internet ne potrà risentire, aumentando le diseguaglianze sociali digitali e rischiando di compromettere il lento processo di digitalizzazione del Paese. Il lockdown ha si comportato un improvviso e massiccio ricorso a forme di telelavoro e lavoro agile, e alla didattica online nel sistema di istruzione pubblica e privata, compresa quella universitaria, così come un aumento generalizzato dei consumi di servizi di accesso a internet per l’organizzazione di eventi online, la fruizione di servizi e contenuti digitali, compresi quelli di informazione e di intrattenimento.

Tuttavia, secondo l’analisi dell’Agcom contenuta nell’allegato alla Relazione annuale, la pandemia ha esacerbato «in tutta la loro gravità le disuguaglianze sociali e digitali preesistenti, che rischiano di compromettere il lento processo di digitalizzazione» in atto in Italia.
In particolare, potrebbero riesplode differenze, già oggi evidenti, nella disponibilità di computer o di un tablet, ma anche di accesso allo studio tra le famiglie con almeno un minorenne.

Per quanto riguarda i livelli di copertura territoriale, la relazione evidenzia che potenzialmente l’88,9% delle famiglie italiane può accedere a servizi internet con velocità maggiori o uguali a 30 megabyte, ma solo il 37.2% di esse – rileva l’Autorità – possiede effettivamente una simile connessione.

La criticità riguarda in particolare le regioni del Sud e questa si accompagna ad una dotazione tecnologica delle famiglie italiane inadeguata, che rappresenta un ostacolo importante e una condizione inaccettabile nel caso dell’accesso a servizi essenziali come l’istruzione.
Durante il periodo di emergenza secondo i dati rilevati dall’Autorità, il 12,7% degli studenti non ha usufruito della didattica a distanza, dati inaccettabili – afferma la relazione – per una democrazia evoluta.

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