Ponte sullo Stretto, le reazioni dopo la bocciatura Mase

Ponte, le opposizioni sul giudizio Mase: “Basile torni in Commissione, si blocchino gli espropri”

Daniele D'Alessandro

Ponte, le opposizioni sul giudizio Mase: “Basile torni in Commissione, si blocchino gli espropri”

Hermes Carbone  |
mercoledì 17 Aprile 2024

Il sindaco di Messina Basile non commenta per il momento il giudizio Mase: ecco invece il parere delle opposizioni dopo il primo stop al progetto Ponte

Non si sono fatte attendere le reazioni politiche in merito alla pesante bocciatura del progetto per la realizzazione del ponte sullo Stretto da parte della Commissione Via del Ministero dell’Ambiente. Una richiesta di documentazione aggiuntiva consistente in 275 segnalazioni che di fatto ricalcano le 68 criticità mosse dalla commissione scientifica all’atto della presentazione formale del progetto.

In questo momento ha deciso di non commentare il giudizio del Mase il sindaco di Messina, Federico Basile, che ha provveduto a esporre tutte le criticità dell’opera nel corso della Conferenza dei servizi, che proprio ieri a Roma ha visto andare in scena la prima di una lunga serie di appuntamenti verso il progetto esecutivo della Stretto di Messina Spa. Prima, però, sarà necessario superare diversi ostacoli. Tra questi, proprio i punti elencati dal Mase. Poi la valutazione del Cipess, per un percorso che se non impossibile – e al netto delle dichiarazioni speculative bipartisan – appare comunque adesso molto complesso. Soprattutto per le tempistiche richieste per legge.

Le reazioni dopo la bocciatura Mase

Soltanto trenta sono infatti i giorni di tempo entro i quali la società presieduta da Pietro Ciucci sarà chiamata a ribattere punto su punto alle criticità espresse dai tecnici del ministero. Poi altri trenta giorni per le nuove valutazioni. Dal Governo si tenta di attutire il colpo per tramite del sottosegretario messinese ai Rapporti con il Parlamento e deputato di Forza Italia, Matilde Siracusano: “Le richieste della Commissione Via-Vas del Mase erano attese, non rappresentato assolutamente una bocciatura del Ponte sullo Stretto, ma sono legittime integrazioni proporzionate ad un progetto enorme, con oltre 8mila elaborati”.

Non dello stesso avviso le opposizioni, per le quali la bocciatura di ieri equivale a una vittoria. Dopo oltre 20 anni di studi – afferma il Comitato “No Ponte Capo Peloro” – le richieste di integrazione al progetto attestano l’impossibilità di approvare un progetto non definitivo. Pensare di passare al progetto esecutivo e aprire i cantieri prima dell’estate o entro fine anno significa affermare il falso”. Un tema, quello dei cantieri, che si intreccia con uno degli aspetti tecnici sui quali si discuterà nuovamente in Commissione ponte: gli espropri.

In assenza di un vero e proprio progetto definitivo – tale per definizione quando verosimile e vicino alla sua approvazione, privo dunque di criticità da risolvere che potrebbero modificare sensibilmente quello presentato lo scorso febbraio – c’è chi chiede che venga ridiscusso tutto il piano espropri. A parlare in questo caso è Alessandro Russo, consigliere comunale del Partito Democratico a Messina.

“Chiederemo a Basile di tornare in Commissione ed esprimere le perplessità già mostrate lunedì pomeriggio. Vogliamo che prenda una posizione di contrarietà netta nei confronti del progetto. Non lo ha del tutto fatto a parole, ma il parere negativo della Città Metropolitana da lui guidata, al pari di quello dei tecnici comunali in merito alla realizzazione della grande opera, sono di per sé una posizione chiara. Non si può essere democristiani su questo argomento”, spiega Russo.

Insieme con il primo cittadino Basile, chi potrebbe presto essere ascoltato in Commissione ponte attraverso i suoi rappresentanti locali e nazionali, è la Legambiente. “Inviteremo presto entrambi, attendiamo solo la calendarizzazione da parte del presidente Trischitta”, aggiunge Russo. Tra le criticità espresse dal Ministero dell’Ambiente e dal Comune di Messina, ci sono infatti i laghi di Ganzirri, un’area protetta che dovrebbe essere interessata dai lavori del ponte. Il rischio, secondo le analisi dei tecnici, è una compromissione irreversibile dell’habitat naturale al momento esistente.

“Chiederemo attraverso i nostri legali che la magistratura blocchi l’attuale piano espropri presentato dalla Stretto di Messina. Senza un progetto definitivo, considerando le 275 richieste documentali da parte del Mase, non è corretto ritenere un progetto neppure vicino alla sua definizione”, spiega Guido Signorino, vicesindaco di Messina tra il 2013 e il 2018 e attualmente portavoce del Comitato “Invece del ponte”.

Stretto di Messina Spa, Ciucci: “Progetto rappresenta massimi standard di ingegneria”

A calmare le acque, attraverso una nota diffusa dall’ANSA, l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci: “Oggi è stata avviata la Conferenza di Servizi, con ampia presentazione del progetto da parte della Stretto di Messina e del Contraente generale Eurolink. Il progetto definitivo del ponte – ha replicato Ciucci alle osservazioni tecniche – rappresenta i massimi standard di ingegneria. Tutti i ponti sospesi a grande luce si rifanno al Messina Style”.

Il parere tecnico pronunciatosi proprio durante la Conferenza dei servizi, da parte di un organismo indipendente e formato da tecnici esperti interni al ministero, traccia però una linea di demarcazione netta. Delle 275 integrazioni richieste, alcune necessiterebbero mesi e mesi di analisi prima di una nuova formulazione. Soprattutto le valutazioni relative ai rischi sismici, gli stessi richiesti dalla commissione scientifica. La scadenza da rispettare, in questo caso, è però di appena quattro settimane. Con tutte le lacune del caso che rischiano adesso di essere riportate in quella che dovrebbe essere una nuova bozza di progetto definitivo.

A metà maggio avverrà poi il prossimo passaggio della grande opera, nel momento in cui saranno fornite tutte le richieste documentali volute dal Ministero dell’Ambiente. Dopo sarà il tempo dell’attesa: altri trenta i giorni di tempo per la nuova valutazione. “Nel caso in cui i documenti forniti non dovessero sanare tutte le dimenticanze mostrate fino a questo momento, a norma di legge il progetto sarà bocciato”, ha aggiunto Signorino.

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