Ponte sullo Stretto, costruttori a Draghi, "Basta perdere tempo" - QdS

Ponte sullo Stretto, costruttori a Draghi, “Basta perdere tempo”

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Ponte sullo Stretto, costruttori a Draghi, “Basta perdere tempo”

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martedì 21 Settembre 2021

Il Ponte sulle Stretto e la sua realizzazione tornano prepotentemente alla ribalta, stavolta non dalla politica e dall'annoso dibattito che ne consegue, ma per una lettera

Il Ponte sulle Stretto e la sua realizzazione tornano prepotentemente alla ribalta, stavolta non dalla politica e dall’annoso dibattito che ne consegue, ma per una lettera, come si legge sul sito “Sicilia in progress”.

Un’iniziativa dei componenti del Comitato Scientifico della Stretto di Messina SpA, società che si è occupata della progettazione e dell’appalto del Pontedal 1981 al 2013, che tramite il proprio rappresentante, il professor Enzo Siviero, ha scritto una nota al Presidente del Consiglio Mario Draghi.

“Mi piace sottolineare come per il collegamento tra il Ponte e la viabilità locale, è stata portata avanti e sviluppata dalla società concessionaria una progettazione complessa, grazie anche al decisivo contributo delle Autorità ed Università locali – si legge nella nota -. Ancora corre l’obbligo di ricordare che circa la metà del costo del “progetto ponte” è destinata alla realizzazione di viadotti e gallerie per rendere possibile i collegamenti autostradali e ferroviari con le reti di trasporto esistenti e programmate. In effetti non è stato progettato solo il Ponte, ma tutto il collegamento stabile viario e ferroviario tra Sicilia e Continente, ivi compresa la realizzazione della Metropolitana, lo spostamento della Stazione Ferroviaria di Messina, la riqualificazione dei due Waterfronts Messina-Villa San Giovanni, nonché tutte le opere di mitigazione ambientale”.

Continua la nota inviata a Draghi: “a da se che eventuali altre soluzioni comporterebbero ulteriori studi stravolgendo completamente il lavoro fatto e le soluzioni progettate, con conseguenti tempi e costi difficilmente prevedibili. Confidiamo nel Ministro Giovannini affinché evidenzi, come del resto fatto dalla “Commissione De Micheli”, i fondamentali motivi che rendono indispensabile e non più procrastinabile questa grande opera che, unitamente alle altre infrastrutture necessarie per il Sud, consentirebbe al Mezzogiorno d’Italia di non “allontanarsi” sempre di più dal Nord e dall’Europa (già nel 2003 la Commissione Van Miert aveva inserito il Ponte nel Corridoio prioritario europeo n.1 Berlino-Palermo)”.

Un’opera che non può non considerare “il lento ed inesorabile spopolamento della Calabria, ormai divenuta la Regione con la minore densità abitativa d’Italia, con il suoi 1.8 milioni di abitanti, così come la Sicilia che vede sempre più numerosi suoi cittadini spostarsi altrove. Solo nell’ultimo decennio l’emigrazione ha registrato numeri che vanno ben oltre le 100 mila unità, e se dovesse continuare l’accelerazione iniziata nel 2018, nel 2045 l’isola sarà sotto i 4 milioni.

L’opera darebbe impiego a quanti, oggi, risultano sotto-impiegati ed hanno necessità di sussidi statali: operai in cassa integrazione. Né può essere ignorato il costo dell’insularità siciliana reso noto, sulla base di uno studio regionale, dal vicepresidente della Regione Siciliana Gaetano Armao in oltre 6 miliardi di euro all’anno (il costo dell’intero collegamento stabile comprese le opere a terra). Infine corre l’obbligo di segnalare che il dibattito pubblico è già stato ampiamente svolto prima dell’approvazione del progetto definitivo e riproporlo nuovamente farebbe slittare ulteriormente e di molto, una decisione operativa che è ormai improcrastinabile”.

Infinite, l’ultima considerazione “riguarda l’incoerenza di chi si straccia le vesti per il pericolo rappresentato dal cambiamento climatico e dall’eccessivo inquinamento, mentre, nel contempo, si accetta l’incremento delle emissioni climalteranti intensificando il traghettamento sullo Stretto, al solo scopo di rinviare la realizzazione di un’opera che, trascorso il breve periodo dei lavori, eliminerebbe il problema alla radice. Da qui una esortazione: si sono persi 10 anni! Non perdiamone altri 10”.

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