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Giovanni Pizzo  |
venerdì 21 Aprile 2023

Arrestata la preside della scuola Falcone, "unico baluardo di legalità" in un quartiere difficile: il commento.

Arrestata per peculato la Preside, cosiddetta antimafia, della Scuola Falcone allo Zen. Una faccenda del genere fa cadere le braccia, in primis al povero Giovanni Falcone da lassù, che se fosse assistito da un buon avvocato richiederebbe di togliere il suo nome dalla scuola. La Preside in questione era stata insignita di onorificenze dal Presidente della Repubblica. A testimonianza di un impegno integerrimo in un quartiere a rischio, uno dei quartieri più critici d’Italia, in cui la scuola Falcone era l’unico baluardo di legalità e valori testimonianti l’esistenza di uno Stato di diritto, a parte la caserma con le sbarre alle finestre per difendersi come Fort Apache.

In più, è stata arrestata per peculato da parte della Procura Europea, in quanto il peculato riguarda fondi europei, quindi doppia figura di m*rda. Siciliani criminali ed inaffidabili, se uno legge questa notizia a Brema o a Lione, non con i soldi loro, ma con i soldi comunitari. E noi Europei dovremmo dare 200 mld da spendere con procedure semplificate a questi qui?

Più simbologico di questa vicenda palermitana c’è poco, intanto per l’ipocrisia antimafiosa, e poi perché lo Zen è un quartiere quasi costruito per delinquere, ma la Preside è una borghese, non proviene da una famiglia in cui il padre è scippatore e il fratello si arrangia vendendo rottami in nero e un po’ di droga. Non aveva necessità economiche tali da essere costretta a fare la cresta sui fondi destinati ai ragazzi della scuola. Perché quindi? Perché questa città si indigna, anche a mezzo stampa, per la coca nella Palermo borghese di un certo tipo, e poi la stessa cosa, con maggiore distruzione di valori, avviene nell’altra parte, più illuminata, a parole? Questa città, gestita e tenuta in ostaggio, su slogan e parole d’ordine da un Leviatano è irredimibile? C’è ancora qualcosa di puro, normale, almeno logico in questa città?

Palermo continua a essere un suq di ipocrisie e demoni, di disagio sociale nelle fasce ”basse” e disonestà, soprattutto intellettuale, in quelle “alte”, di crack per i poveri e coca per i ricchi, per i meno poveri forse è meglio.

Fossi un Presidente della Repubblica palermitano, che tenta di difendere un senso dello Stato in questo Paese, mi cascherebbero pure i capelli bianchi, oltre le braccia. Perché mio fratello si è dovuto sacrificare se questa città è sempre allo stesso punto? Amorale.

Così è se vi pare.

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Un commento

  1. Giovanni Di Fiore ha detto:

    Questa città è m… .E’ m… perché i politici che eleggiamo e che non eleggiamo non hanno mai a cuore il futuro delle persone, del territorio, dell’ambiente, del lavoro, dei progetti. In tutti gli ambiti e ambienti ci sono sempre ritardi, corruzione ed conseguenti annullamenti. In poche parole non vi è volontà al miglioramento, alla coerenza, alla felicità.
    Molti di questi personaggi ci dicono e ridicono che le idee di Falcone e Borsellino camminano ancora con noi. Non è per niente vero. Camminano con noi solo la vigliaccheria, la corruzione, il favoreggiamento.

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