Prestiti imprese: richieste giù, Sicilia in controtendenza - QdS

Prestiti imprese: richieste giù, Sicilia in controtendenza

redazione

Prestiti imprese: richieste giù, Sicilia in controtendenza

venerdì 28 Luglio 2023

Crif: “Nel II trimestre domanda imprese cala del -4,2%, l’Isola unica regione in crescita (+3,5)”. Aumento dei tassi e perdita del potere di acquisto: in difficoltà soprattutto le Pmi

ROMA – Continua la contrazione del numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane, che nel secondo trimestre 2023 calano quasi del -5% sullo stesso trimestre dell’anno precedente, portando il dato complessivo del primo semestre al -4,2%, rispetto al pari periodo 2022. Stando alle principali evidenze dell’analisi delle istruttorie di finanziamento registrate su Eurisc, il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF, la frenata riguarda sia le Società di capitali, che hanno fatto registrare nel primo semestre un -3%, sia le Imprese individuali, per le quali la flessione è stata del -6,6%.

La Sicilia è l’unica regione in crescita

A sorpresa, però, mentre a livello regionale la domanda di finanziamento è in contrazione in 16 regioni su 20, la Sicilia è l’unica regione in crescita (+3,5%).
Se invece guardiamo all’importo medio, si rileva che questo cresce in doppia cifra in 14 regioni su 20, mentre la variazione rimane invece più contenuta in Basilicata e Umbria; mentre si contrae per Trentino-Alto Adige, Molise e Calabria.
“Il mercato industriale potrà attingere ai fondi europei per sostenere il tessuto economico locale e percorrere così nuove strade di innovazione e sostenibilità. Purtroppo, le piccole e medie imprese sono quelle che stanno soffrendo maggiormente la congiuntura economica sfavorevole, con l’aumento dei tassi e la perdita del potere di acquisto” commenta Simone Capecchi, Executive Director di Crif. Dall’ultimo aggiornamento del Barometro Crif emerge anche che l’importo medio nel primo semestre dell’anno è in crescita del +17,6% rispetto al pari periodo 2022 e si attesta a 141.581 euro, ma con il secondo trimestre che mostra un rallentamento (+8,3%).

Analizzando la distribuzione e ranking per classe di importo, la fascia sotto i 5mila euro cresce di quasi 1 punto percentuale e si attesta al 30,7% del totale delle richieste, aumentando leggermente il distacco dalla seconda classe di importo, quella oltre i 50mila euro, che al contempo perde 1 punto percentuale, calando dal 29,2% al 28,2%.

Per quanto riguarda le Imprese individuali, le richieste di credito hanno registrato un importo medio pari a 47.561 euro (+14,7% rispetto al corrispondente periodo 2022), con l’incidenza dello scaglione al di sotto dei 5.000 euro che raccoglie il 35,7% del totale. Per quanto riguarda le Società di Capitali, invece, l’importo medio richiesto ammonta a 185.670 euro, segnando un incremento del +16,9% rispetto alla corrispondente rilevazione dell’anno scorso. Nel dettaglio, guardando alla classe di importo, il 33,3% delle richieste di questo segmento di imprese presenta un importo superiore ai 50.000 Euro.

Crif evidenzia che il settore del turismo, ristorazione e tempo libero in senso ampio (“leisure”) è stato indubbiamente quello più colpito, anche dal punto di vista economico finanziario, dagli effetti avversi della pandemia Covid-19 e conseguenti lockdown.

Ciononostante, gli analisti rilevano che grazie agli interventi governativi a supporto delle attività colpite, ivi incluse moratorie sui debiti bancari e accesso al credito garantito, il tasso di default (inteso come default pubblici e bancari) delle imprese nel settore leisure è stato sui livelli minimi storici per l’intero periodo 2020-2021, con un valore intorno al 2,5%, rispetto a un dato nel range 5-6% pre pandemia.

Tuttavia, a partire dal 2022 il tasso di default ha fatto segnare un progressivo incremento sino ad attestarsi intorno al 4% già a fine 2022, dimostrandosi uno dei settori con un aumento di rischiosità creditizia in più rapida crescita, aggiungono infine.

P.P.

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