Processo Open Arms, Matteo Salvini a Palermo per l'udienza - QdS

Processo Open Arms, Salvini a Palermo per l’udienza: testimonianze e dichiarazioni

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Processo Open Arms, Salvini a Palermo per l’udienza: testimonianze e dichiarazioni

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venerdì 17 Giugno 2022

Oggi l'udienza a Palermo per il caso Open Arms, che vede coinvolto Matteo Salvini con le accuse di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio.

Matteo Salvini e l’avvocato Giulia Bongiorno questa mattina erano presenti nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo per l’udienza relativa al processo Open Arms.

L’ex capo del Viminale è indiziato per i reati di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. La vicenda Open Arms risale all’agosto 2019, quando la nave dell’ong spagnola rimase per diversi giorni al largo delle coste della Sicilia in attesa di poter sbarcare 147 persone. Questo nonostante la condizione igienico-sanitaria a bordo e la condizione di pericolo.

La prossima udienza relativa al caso Open Arms si terrà il prossimo 15 luglio nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo. Gli inquirenti ascolteranno Tiziana Liguori, oggi assente per motivi di salute, ed Elisabetta Trenta, ex ministro della Difesa. In caso di impedimento di quest’ultima potrebbe tornare in aula l’ex ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli.

Caso Open Arms, il trauma dell’attesa in mare: la testimonianza

Tra i 147 migranti a bordo dell’Open Arms che nell’agosto del 2019 hanno atteso per giorni di poter sbarcare in molti presentavano una sintomatologia di “disturbo da stress post traumatico“. A confermarlo Alessandro Di Benedetto, psicologo di Emergency, sentito come teste nell’udienza del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini.

“Erano persone che avevano vissuto esperienze di torture, donne abusate ripetutamente, alcune in stato di gravidanza, gravidanze frutto di abusi. Alcuni avevano reazioni emotive di rabbia incontrollata”, ha affermato lo psicologo di fronte alla pm Giorgia Righi.

A bordo dell’Open Arms si sono verificati episodi di tentato suicidio: diversi migranti, infatti, si erano buttati a mare pur non sapendo nuotare.

“Nel colloquio con me molti mi hanno detto: ‘Meglio morire qui che tornare in Libia a rivivere quello che abbiamo vissuto'”. Questo è il commento di Alessandro Di Benedetto, sentito nell’ambito del processo Open Arms.

In merito dei giorni drammatici passati in mare e al dramma delle persone a bordo di Open Arms, lo psicologo aggiunge: “Gino Strada cercò di chiamare il presidente della Repubblica Mattarella, ma non fu possibile perché era in volo per la Sicilia. Tentò di chiamare anche Salvini, chi gli rispose disse ‘Ora glielo passo’. Poi la linea è caduta e non è riuscito più a ricontattarlo”.

Emanuela Garroni: “Con Salvini 9 decreti di interdizione di transito e sosta”

Ha presentato una deposizione al processo Open Arms oggi, venerdì 17 giugno, anche Emanuela Garroni, che nell’agosto del 2019 era vice capo di gabinetto vicario del Ministero dell’Interno.

“Con l’arrivo del ministro Lamorgese al Viminale non si verificarono altri eventi analoghi a Open Arms. Con il cambio di governo non è stata più attivata la possibilità di adottare un decreto di divieto di ingresso in acque territoriali italiane. Per quanto riguarda il rilascio del Pos anche con il ministro Lamorgese le indicazioni per la localizzazione hanno sempre continuato a far capo al vertice politico”.

“All’epoca in cui era ministro dell’Interno, Matteo Salvini, complessivamente sono stati adottati 9 decreti di interdizione di transito e sosta. Decreti firmati da tutti e tre i ministri competenti. E questo avvenne anche dopo il caso Open Arms”, ha precisato Emanuela Garroni.

“Fermo restando che il salvataggio delle vite in mare è obiettivo primario e irrinunciabile e non può essere messo in discussione, a seguito di noti fatti di terrorismo internazionale, nell’individuazione delle zone di sbarco venivano fatte valutazioni in cui prevaleva l’azione securitaria”.

Ex funzionaria dell’Interno sul Pos all’Open Arms

Secondo Emanuela Garroni, all’epoca dei fatti funzionaria del Ministero dell’Interno, sarebbe stato possibile assegnare il Pos all’Open Arms anche senza l’intervento della magistratura.

A una domanda del presidente del Tribunale, Roberto Murgia, che le chiedeva in quanto tempo sarebbe stato concesso il porto di sbarco, ha risposto così: “Faccio illazioni che non hanno alcun fondamento giuridico. Secondo me sarebbe arrivato quasi in coincidenza dell’intervento del procuratore di Agrigento Patronaggio. In prossimità del 20 agosto”.

Il commento del legale di Salvini dopo l’udienza per Open Arms

Matteo Salvini ha lasciato il carcere Ucciardone senza fermarsi a parlare con i cronisti dopo l’udienza. Un fatto abbastanza insolito, ma che non sembra legato a un esito negativo dell’evento all’Ucciardoe.

Un’udienza veramente positiva“, ha dichiarato Giulia Bongiorno, legale dell’ex ministro dell’Interno. Per l’avvocato “nonostante siano stati ascoltati i teste dell’accusa” sono emersi “elementi estremamente positivi” e “la correttezza della procedura seguita nel caso di Open Arms”.

Riferendosi alla deposizione di Emanuela Garroni, l’avvocato Bongiorno ha aggiunto: “Come ha riferito oggi, il sequestro della nave è arrivato quando si stava per dare il Pos”.

Per il legale “era stata individuata una situazione di possibile rischio di immigrazione clandestina ed erano state individuate alcune anomalie delle stessa Open Arms che aveva effettuato dei soccorsi in autonomia”.

Nonostante non abbia rilasciato dichiarazioni, Salvini ha comunque postato sui social questa mattina: “Avanti a testa alta, orgoglioso di aver rischiato tutto, in prima persona, per quello che mi chiedevano milioni di italiani. Io non mollo“.

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