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Quotidiani e periodici sono generatori di valore

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Quotidiani e periodici sono generatori di valore

mercoledì 29 Marzo 2023

Studio a cura di Fcp: il 90% dei lettori e degli investitori conferma il prestigio e l’autorevolezza della carta stampata

ROMA – A discapito della ultradecennale e rinomata crisi del settore, di fronte a un’informazione che corre veloce sui binari del web e dei social, i quotidiani e i periodici sono ancora in grado di generare valore per lettori e investitori. A confermarlo è lo studio PrintPlus+ realizzato dalla Fcp, la Federazione delle concessionarie pubblicitarie, che per la prima volta ha unito le componenti Assoquotidiani e Assoperiodici. Va precisato che le aziende associate alla federazione hanno un fatturato complessivo di oltre 4,5 miliardi di euro, valore che rappresenta oltre il 90% degli investimenti pubblicitari nazionali.

La ricerca, ha raccolto i dati e le opinioni di oltre quattromila persone, tra lettori e inserzionisti di oltre 150 testate quotidiane e periodiche, coprendo tutti i principali settori merceologici per analizzare i risultati incrociandoli con le evidenze dei database cross-mediali della società di data marketing e analytics. Sia lettori che investitori pubblicitari riconoscono ancora una grande autorevolezza alla stampa, rispettivamente l’86% e il 90%. Dati incoraggianti anche per il prestigio: lo confermano 9 investitori e lettori su 10. Più nel dettaglio, viene evidenziata la capacità dei giornali di trasferire il proprio valore al marchio di appartenenza e lungo tutto il percorso che accompagna il cliente all’acquisto del prodotto, quello che in gergo tecnico viene definito funnel di comunicazione. Tale valore si esprime anche in tutti i principali mezzi di comunicazione: digital, radio, tv, ecc. In buona sostanza, i quotidiani riescono a creare engagement (coinvolgimento) con l’azienda che pubblicizza i suoi prodotti e/o servizi tramite la carta e, allo stesso tempo, costruire una relazione con il consumatore.

Guardando al punto di vista delle aziende, in un contesto in cui il consumatore è sempre phygital, ovvero più digitalizzato e che tende continuamente a intrecciare fisico e digitale, queste sentono l’esigenza di usare canali diversi e per loro la stampa rappresenta uno spazio in cui poter promuovere progetti speciali ed eventi in cui i brand possano trovare uno spazio per affermarsi.

Per semplificare, insomma, la stampa funge da garante di qualità ma anche input per progetti e contenuti per l’inserzionista e, allo stesso tempo, è in grado di attivare azioni positive per l’azienda. Un modo, insomma, efficace di farsi conoscere e di raccontarsi.

La carta, infatti, contribuisce a rafforzare l’equity dei brand che promuove, termine con il quale ci si riferisce al valore che una marca è riuscita a creare sia in termini qualitativi che in termini quantitativi in base ai comportamenti dei consumatori, al mercato in cui viene distribuita e all’atteggiamento degli influencer. Tale aspetto rafforza anche le convinzioni degli azionisti che, come evidenzia lo studio Fcp, poiché le marche che hanno un’equity solida sono anche quelle che garantiscono maggiore capitalizzazione.

Ma c’è di più. Come emerso dalla ricerca, anche la finanza trae vantaggio dalla stampa per quanto concerne la comunicazione istituzionale. Essa infatti è un modo per entrare maggiormente in contatto e relazionarsi con la comunità locale e, allo stesso tempo, per il settore moda rappresenta l’input per ispirare nuovi modelli e tendenze.

Concentrandosi invece solo sui lettori, Fcp ha sottolineato come in un mondo in cui si intrecciano carta, web e social, soltanto la prima rappresenta veramente il baricentro dell’informazione. Tra carta, web e, essi considerino la prima come un punto di riferimento. Il 75% di essi, infatti, giudica efficaci le sinergie dei quotidiani con i siti online di notizie, con le tv generaliste per il 77% degli intervistati e con i social per il 70%.

Le campagne pubblicitarie pianificate tramite la stampa, inoltre, spingono il 69% dei lettori ad approfondire la conoscenza del marchio sponsorizzato e nel 67% dei casi a recarsi nel negozio fisico o online.

Una boccata di ossigeno e una fonte di riconoscimento, dunque, quella che emerge grazie alla suddetta ricerca, per un settore che fa dell’approfondimento e dell’autorevolezza delle fonti di informazione la sua cifra per distinguersi in questo mare di notizie.

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