Raffadali punta a diventare l’altra città dell’oro verde - QdS

Raffadali punta a diventare l’altra città dell’oro verde

redazione

Raffadali punta a diventare l’altra città dell’oro verde

Salvo Ognibene  |
martedì 30 Gennaio 2024

Nasce il Consorzio di tutela per il pistacchio di Raffadali Dop: nel comune agrigentino presenti 500 ettari. Firmato protocollo con la Zecca dello Stato. Il presidente Frenda: “Così il consumatore può tracciare la filiera”

RAFFADALI (AG) – Promozione, diffusione e conoscenza della Denominazione di Origine e del Pistacchio di Raffadali, il neonato consorzio riconosciuto con un decreto del 4 dicembre scorso da parte del ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha le idee ben chiare sullo sviluppo e la crescita dei suoi produttori e del territorio di riferimento: un risultato che ha permesso al nuovo ente di avere il 100% della rappresentatività del prodotto certificato e che ha già in essere un protocollo d’intesa con la zecca dello Stato.

Nato come associazione di un gruppo di quattro produttori per portare avanti il progetto della Dop nel 2017, oggi è una realtà che racchiude 500 ettari di pistacchieto (di cui 150 aderenti alla filiera del consorzio) e 15.000 kg raccolti nel 2023: “In questo percorso di valorizzazione siamo uniti e con obiettivi ben chiari – racconta il presidente Calogero Frenda – promozione ma soprattutto sviluppo e sostegno a qualsiasi iniziativa intesa a valorizzare il Pistacchio di Raffadali e ad accrescere l’immagine e la notorietà”.

Tra le azioni messe in campo il qr code che viene rilasciato dal portale di CSQA (l’organismo di controllo) e che prossimamente sarà stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato: “Tramite il portale elettronico relativa alla tracciabilità, ogni confezione ha un qr code che identifica unicamente come lotto di produzione e data di confezionamento – sottolinea il produttore Carmelo Bruno – si tratta di una garanzia straordinaria per il consumatore per risalire fino all’origine della filiera e quindi dagli alberi di provenienza rimanendo legati al nostro territorio”.

Il pistacchio è uno dei prodotti più contraffatti d’Italia

Il pistacchio di qualità è uno dei prodotti più contraffatti d’Italia e pratiche come questa sono sicuramente una valida garanzia e segno di lungimiranza sul progetto dell’oro verde dell’entroterra agrigentino: un areale di produzione, tipicamente mediterraneo con condizioni pedoclimatiche particolari che conferisce al prodotto particolari caratteristiche di qualità e sapore non riscontrabili altrove. Qui le operazioni di raccolta manuale si svolgono dalla seconda decade di agosto alla prima decade di ottobre, poi la smallatura delicata e la successiva stagionatura al sole ne caratterizzano il forte legame con i ritmi lenti e rispettosi della natura, dell’ambiente e delle tradizioni.

Oltre all’impiego in pasticceria nella produzione di panettoni e gelati, il pistacchio viene utilizzato per la creazione dell’agnello pasquale nonché per i ricci di pistacchio, i biscotti, le creme ed il pesto. Molto apprezzato da numerosi ristoratori che lo inseriscono nel proprio menu evidenziando la grande versatilità del prodotto, e c’è chi fa anche una pizza con un cornicione ricoperto di pistacchio.

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