Ragusa, per il Consorzio di Bonifica servono “interventi urgenti” - QdS

Ragusa, per il Consorzio di Bonifica servono “interventi urgenti”

redazione

Ragusa, per il Consorzio di Bonifica servono “interventi urgenti”

mercoledì 23 Giugno 2021

La situazione peggiora, i dipendenti sono pronti allo sciopero. Il presidente di Confagricoltura Ragusa, Pirrè al QdS: “L’eventuale blocco dell’acqua causerebbe danni gravissimi alle colture”

RAGUSA – Sul Consorzio di Bonifica “bisogna intervenire, necessariamente. Intanto a sostegno dei lavoratori dipendenti e poi scongiurare in ogni modo il blocco dei servizi. Le temperature sono schizzate alle stelle, anche pochi giorni di sciopero metterebbero in gravissima difficoltà gli imprenditori agricoli. Bisogna trovare una soluzione definitiva, non diamo colpe a questo o al precedente governo ma siamo arrivati a questo punto dopo decenni di gestione non all’altezza”. Così esordisce il presidente di Confagricoltura Ragusa, Antonino Pirrè, intervistato per il Quotidiano di Sicilia.

Lo stato del Consorzio di Bonifica di Ragusa, infatti, continua a essere preoccupante: debiti incontrollati e crescenti, dipendenti che non percepiscono lo stipendio da mesi, sindacati sul piede di guerra e rischio blocco dell’erogazione dei servizi all’orizzonte.

Una situazione grave, che peggiora di settimana in settimana, e che Confagricoltura Ragusa ha più volte denunciato pubblicamente. Adesso i sindacati e i lavoratori hanno organizzato un’assemblea nella quale verrà decisa la data di una prima giornata di astensione dal lavoro con sospensione di tutti i servizi.

“Un problema che sta esplodendo – aggiunge il presidente – una situazione molto complicata perché sono state imposte delle stabilizzazioni dei dipendenti che risultano in un numero sovradimensionato. La Regione Siciliana, progressivamente, non eroga più le somme che in passato aveva destinato al finanziamento dei consorzi. Mi dicono i sindacati che ci sono differenze tra consorzi e consorzi, in alcuni la Regione è intervenuta in altre, come a Ragusa, no”.

Come tutte le storture della Pubblica amministrazione, vedi il sovradimensionamento del personale citato da Pirré, vengono a mancare gli obiettivi veri dei servizi: le aziende agricole, che investono soldi e lavoro non sindacalizzato, senza orari, domeniche e festivi, che potrebbe essere vanificato dal mancato pagamento degli stipendi ad altri lavoratori. La politica genera e alimenta organi mal funzionanti e le conseguenze sono dei lavoratori e delle aziende agricole: un paradosso che merita la ricerca delle responsabilità, con nomi, cognomi e, se appurato, il risarcimento del danno erariale. Basta alle politiche clientelari!

Temiamo un blocco delle forniture di acqua – dice preoccupato Pirrè – che in questo momento sarebbe drammatico. Per questo abbiamo chiesto un incontro con il Prefetto per sollecitare la Regione affinché possa consentire ai dipendenti di lavorare. Noi aspettiamo una riforma da tanti anni, ma obiettivamente, all’orizzonte, non si vede nulla di nuovo. Il Consorzio ha aumentato le quote richieste alle aziende in maniera esponenziale. Ci sono tanti contenziosi, i servizi erogati non sono in linea con quanto viene richiesto. Ad alcune aziende costa meno l’acqua presa dai pozzi rispetto a quella del Consorzio che continua a spedire agli utenti cartelle salatissime. L’ eventuale blocco causerebbe danni gravissimi alle colture!”.

“Noi veniamo in aiuto dei sindacati dei lavoratori del Consorzio – puntualizza il presidente – facendo fronte comune perché abbiamo un unico obiettivo: avere un Consorzio efficiente e che eroghi servizi efficienti. Non è più procrastinabile una riforma complessiva, bisogna stabilire quale sia la pianta organica di questo Consorzio e la Regione deve trovare delle soluzioni in merito, o ampliando i servizi del Consorzio oppure distaccando parte del personale ad altre attività utili al territorio”.

“Continueremo ad offrire il contributo della nostra Organizzazione di categoria – conclude Antonino Pirrè – all’individuazione di soluzioni a breve e a lungo termine. Soluzioni per troppo tempo rinviate e che adesso vanno assunte, nell’interesse degli imprenditori, dei lavoratori e della nostra economia agricola”.

Biagio Tinghino

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