Reddito di cittadinanza, non produce lavoro ma voti - QdS

Reddito di cittadinanza, non produce lavoro ma voti

Patrizia Penna

Reddito di cittadinanza, non produce lavoro ma voti

martedì 09 Febbraio 2021

M5s Palermo: “Con i Puc non si creino meccanismi clientelari in vista delle prossime elezioni”. 429 i navigator siciliani con contratto in scadenza: oggi proteste a Palermo e a Catania

PALERMO – “Nell’ultimo periodo esponenti locali di varie forze politiche che, fino a poco tempo fa si dicevano contrarie al reddito di cittadinanza, sono improvvisamente divenuti i massimi promotori dei Puc, i progetti utili alla collettività cui dovrebbero essere adibiti i percettori del reddito per circa otto ore settimanali. Non vorremmo che dietro a questa giravolta vi fosse l’intenzione, non troppo velata in verità, di illudere i beneficiari del reddito di cittadinanza che i Puc siano assimilabili ad un lavoro e che siano il trampolino di lancio per future stabilizzazioni dentro al Comune o alle aziende partecipate e ciò con la precisa cinica finalità di creare un nuovo bacino elettorale di precari da tenere sulle spine per anni, tanto più utile in vista delle prossime elezioni amministrative”.

Gli esponenti del Movimento 5 Stelle di Palermo sollevano in una nota congiunta un problema che si conosceva già da tempo. Il rischio, in effetti, era noto fin dall’inizio: che la logica assistenzialistica insita nel reddito di cittadinanza non sfociasse in qualcosa di produttivo sotto il profilo occupazionale ma producesse solo sterili meccanismi di sostegno al reddito fini a se stessi.

“Ricordiamo a questi personaggi – proseguono i grillini – che i Puc non sono attività lavorativa, bensì attività di puro volontariato che il percettore è chiamato a svolgere come restituzione alla collettività ed ubbidiscono anche all’ulteriore finalità di rendere incompatibile la percezione del reddito con il lavoro in nero – aggiungono -. I Puc non sono alternativa al percorso di formazione e di reperimento di un’occupazione che i beneficiari del reddito devono intraprendere con il supporto dei navigator, dei centri per l’impiego e, in certi casi, con il supporto dei servizi sociali”.

Le buone intenzioni, però, spesso si scontrano con la realtà dei fatti.
Se è vero, da un lato, che il reddito di cittadinanza “nasce per liberare le persone in difficoltà da quelle logiche clientelari per cui è il politico a trovare un lavoro e a supportare nel momento del bisogno”, dall’altro il fallimento di questo strumento sotto il profilo occupazionale è sotto gli occhi di tutti.

A proposito del Reddito di Cittadinanza e dell’incapacità di questa misura di andare oltre l’assistenzialismo puro, si registra l’intervento del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro che ha ribadito, attraverso le parole della presidente Marina Calderone: “Non c’è dubbio che la riforma varata nel 2019 sia rimasta incompleta, quindi non si può che parlare di una misura inefficace. Non tanto nella parte relativa alle politiche passive, dove ha svolto un importante ruolo assistenziale durante la pandemia, quanto per quella relativa alle politiche attive, rimaste ferme alla previsione normativa mai attuata. L’Italia è il Paese delle politiche passive, da sempre presenti nel nostro ordinamento, ma è estremamente carente in quelle attive.

La segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, in un’intervista a Il Messaggero ha ammesso che il “Reddito di cittadinanza è stato uno strumento molto utile come lotta alla povertà. Creare posti di lavoro è altra cosa: bisogna fare investimenti poderosi sulle politiche attive del lavoro, sulla formazione e sbloccare subito i cantieri”.

E il rischio che il reddito di cittadinanza inneschi pericolosi meccanismi clientelari è doppio: anche la vasta platea di navigator si sta infatti pian piano trasformando in un bacino elettorale. Proprio qualche settimana fa, a proposito dell’imminente scadenza del contratto dei navigator (gli esperti assunti per trovare un lavoro ai percettori del reddito di cittadinanza), la Uil ha subito lanciato la proposta: “Stabilizziamoli”.
Intanto, i navigator manifesteranno oggi a Palermo e Catania, oltre che in altre città italiane, per chiedere la proroga del contratto in scadenza ad aprile. UilTemp, Nidil Cgil e Felsa Cisl Sicilia, insieme ai sindacati confederali Cgil, Cisl e Uil Sicilia, spiegano che sarebbe “inopportuno interrompere il percorso lavorativo di queste persone. Il reddito di cittadinanza è stato prorogato ed un mancato rinnovo sarebbe un colpo al sistema dei centri per l’impiego”. “È necessario un diverso ruolo di gestione delle Politiche attive del lavoro, che vada oltre i confini del reddito di cittadinanza – aggiungono i sindacati -. Le risorse adesso sono disponibili, consistenti e non spese. Occorre, però, anche un soggetto pubblico che sia presente nella spesa e nell’attuazione dei fondi”.

I rispettivi segretari Andrea Gattuso con Alfio Mannino, Francesco Lo Re con Sebastiano Cappuccio e Danilo Borrelli con Claudio Barone spiegano: “L’esperienza dei navigator è fondamentale, dobbiamo recuperare queste professionalità finanziate ed espresse. Ricordiamo, inoltre, che hanno superato una selezione a cui si sono presentati in circa ventimila. è una realtà che va tenuta presente e che in questi ultimi due anni è stata in grado di stringere collaborazione con le imprese private”.

Le organizzazioni sindacali consegneranno un documento ai Prefetti di Palermo e Catania. L’appuntamento è alle 10 davanti alla Prefetture.Sono circa 2.700 mila i navigator assunti nel 2019, in Sicilia 429. Sino ad oggi, secondo i dati dell’Anpal, l’agenzia che gestisce e ha contrattualizzato questo personale, in Italia ha trovato un posto di lavoro (a tempo determinato e indeterminato) il 25,7% dei beneficiari del reddito di cittadinanza. Tutte le regioni italiani hanno firmato una convenzione con Anpal fino al dicembre del 2022.

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