Referendum giustizia 2022, i cinque quesiti che voteremo il 12 giugno

Referendum 12 giugno, per cosa si vota: ecco i cinque quesiti

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Referendum 12 giugno, per cosa si vota: ecco i cinque quesiti

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giovedì 12 Maggio 2022

Misure cautelari, incandidabilità, consigli giudiziari, Csm, separazione delle funzioni: una guida veloce per chi non sa ancora nulla sul Referendum

Domenica 12 giugno 2022, insieme alle elezioni amministrative in Sicilia, si voterà su cinque referendum in tema di giustizia, promossi da Lega e radicali e ammessi lo scorso 16 febbraio dalla Corte costituzionale. Ecco quali sono e tutto quello che c’è da sapere sui quesiti.

Abrogazione “decreto Severino”

Uno dei quesiti di mira ad abolire il decreto legislativo 235 del 2012, definito anche “Legge Severino“. La stessa legge i cui effetti hanno riguardato e coinvolgono, oggi, il sindaco di Catania, Salvo Pogliese.

In sintesi, prescrive che “chi viene condannato in via definitiva a più di due anni di carcere per reati di allarme sociale, contro la pubblica amministrazione e non colposi diventa incandidabile”. La condanna definitiva per uno dei reati suddetti determina la decadenza del mandato.

Se vincerà il “sì” al referendum i concetti di incandidabilità e decadenza verranno abrogati e anche ai condannati in via definitiva verrà concesso di candidarsi o di continuare il proprio mandato. Eventuali divieti di ricoprire cariche torneranno a essere decisi dal giudice, chiamato a decidere caso per caso, come è avvenuto fino al 2012 prima dell’entrata in vigore della legge Severino.

Riforma del Csm

Passando ad un altro quesito del referendum per il prossimo 12 giugno, si deciderà per l’abrogazione delle norme in materia di elezioni dei componenti togati del Consiglio superiore della magistratura. Attualmente, un magistrato che voglia candidarsi al Csm deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme.

Nel caso vincesse il sì, verrebbe abrogato l’obbligo della raccolta firme. Si tornerebbe alla legge del 1958, che prevedeva che tutti i magistrati in servizio potessero proporsi come membri del Csm presentando la propria candidatura.

Valutazione dei magistrati

Un altro referendum mira ad abrogare le norme sulle competenze dei membri laici nei Consigli giudiziari. I Consigli giudiziari sono organi ausiliari composti da cariche appartenenti alla magistratura e laici (professori universitari e avvocati). Esprimono “motivati pareri” su diversi ambiti, tra cui le valutazioni di professionalità dei magistrati. La valutazione della professionalità e della competenza dei magistrati viene poi fatta dal Csm che decide anche sulla base di queste valutazioni. Se vincesse il sì, anche avvocati e professori potranno partecipare attivamente alla valutazione dell’operato dei magistrati.

Separazione delle carriere

Si voterà ancora, per il referendum per la separazione delle funzioni dei magistrati, con la richiesta di abrogazione di quelle norme che attualmente consentono il passaggio nella carriera dei magistrati dalle funzioni giudicanti (giudice) a quelle requirenti (pubblico ministero) e viceversa. Se al referendum vinceranno i sì il magistrato dovrà scegliere all’inizio della carriera se vuole essere pubblico ministero o giudice e non potrà scegliere di cambiare indirizzo.

Misure delle carriere

Infine, non meno importante, un quesito referendario vuole limitare le misure cautelari, con abrogazione dell’ultimo inciso dell’art. 274, comma 1, lett. c), c.p.p., in materia di misure cautelari e di esigenze cautelari nel processo penale. Ad oggi, le misure cautelari possono essere motivate dal pericolo che la persona indagata sia a rischio reiterazione del reato, di fuga o di alterazione delle prove a suo carico. Se vincerà il sì al referendum verrà abrogata la motivazione della possibile reiterazione del reato.

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