Regione Siciliana, i decaduti e il “risiko” dei subentranti

Regione Siciliana, i decaduti e il “risiko” dei subentranti: così Forza Italia potrebbe diventare il primo partito

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Regione Siciliana, i decaduti e il “risiko” dei subentranti: così Forza Italia potrebbe diventare il primo partito

Roberto Greco  |
venerdì 23 Febbraio 2024

Fallito il salvataggio degli ineleggibili, fibrillazioni in maggioranza con le Europee dietro l’angolo

Ascoltando le dichiarazioni ufficiali dei leader dei partiti che compongono l’attuale maggioranza di governo della Regione Siciliana, si potrebbe avere l’impressione di una maggioranza granitica e insensibile ai venti del dissenso. Quando il popolo siciliano si espresse, il 25 settembre 2022, decise di consegnare al centrodestra il governo della regione e, proprio sulla base del voto, furono eletti 13 deputati per Fratelli d’Italia, 12 deputati per Forza Italia, 11 per il Movimento 5 Stelle e altrettanti per il Partito Democratico, 7 per Sud chiama Nord, 6 per la Lega, 5 per la Democrazia Cristiana, 4 per i Popolari e Autonomisti e 1 per il Gruppo Misto.

Regione Siciliana, si rompono gli equilibri

A causa, però, di una legge siciliana che definisce ineleggibili quattro deputati regionali che hanno mantenuto il ruolo in enti partecipati dalla regione al momento della candidatura all’Assemblea regionale, gli equilibri, giorno dopo giorno, sembrano essere cambiati e la bilancia degli accordi pre voto sembra non avere più i piatti allineati.

Proprio per questo motivo, ma soprattutto per non perdere quella leadership numerica di rappresentanza, FdI, nelle cui file ci sono tre dei quattro deputati dichiarati ineleggibili, aveva presentato una norma di “interpretazione autentica” della legge regionale che avrebbe modificato, qualora fosse stata approvata, i termini dell’ineleggibilità dei deputati anche con effetto retroattivo. Questa proposta ha creato un durissimo scontro nella stessa maggioranza, divisa soprattutto dal fatto che schierati in prima fila per il subentro agli ineleggibili ci fossero candidati pronti ad abbandonare la lista di appartenenza per altri partiti, facendo il cosiddetto “cambio di casacca”.

Regione Siciliana, contraccolpi alla stabilità della maggioranza

Gli strali di questa scelta, però, hanno generato uno scontro diretto che ha visto la maggioranza di governo andare “sotto” in Aula per il voto sulla norma, conosciuto anche come “Salva Ineleggibili”, bocciato trasversalmente dall’Assemblea siciliana. Ma questo non è stato l’unico contraccolpo alla stabilità dell’equilibrio della maggioranza, perché un ulteriore ricaduta è avvenuta sul voto che avrebbe ripristinato l’elezione diretta dei vertici delle Province, una norma cara al presidente Renato Schifani. Se non è ancora possibile definirla débâcle si tratta comunque di una vera e propria lotta intestina che ha portato la sbandierata unità del centrodestra ad andare in frantumi ben due volte.

Nel giro degli ultimi giorni, la Corte d’Appello di Palermo ha dichiarato ufficialmente ineleggibile Davide Vasta, deputato regionale di Sud Chiama Nord, che ha la possibilità di ricorrere in Cassazione ma la sentenza è già in secondo grado quindi immediatamente esecutiva, cui succederà Salvatore Giuffrida e Nicola Catania, in quota FdI, al quale subentrerà Giuseppe Bica.

Sembra però che Giuffrida non s’iscriverà al gruppo di “Sud Chiama Nord”, partito tra le cui file si era candidato, ma, essendo molto vicino a Marco Falcone, l’attuale assessore regionale al Bilancio in quota Forza Italia, potrebbe decidere di iscriversi al suo stesso gruppo. La medesima scelta potrebbe essere fatta anche da Giuseppe Bica e, di fatto, Forza Italia potrebbe diventerebbe il primo partito all’Ars, scalzando gli alleati meloniani.

Regione Siciliana, elezioni europee per un nuovo equilibrio

È chiaro che i giochi non sono ancora stati fatti ma, mentre il clima all’interno del centrodestra oltre che teso è anche molto caldo, nelle prossime sedute d’Aula le varie posizioni dovranno essere chiarite. “Si è rotto un giocattolo”, si potrebbe pensare, ma si tratta, in realtà di una cronaca annunciata. La compagine governativa regionale non sta perdendo i pezzi ma, ancor peggio, sta vivendo, sulla pelle dei siciliani, una lotta intestina per poter meglio sfruttare il risultato delle imminenti elezioni europee in cui, lo ricordiamo, ognuno va da sé e conta i propri voti, determinanti per ridefinire un eventuale equilibrio fatto di incarichi e poltrone ma, e questo sembra essere l’obiettivo primario di FdI, per poter usare il risultato che scaturirà dalle cabine elettorali per legittimare il governo nazionale.

Ma, su tutto questo, aleggia l’ombra delle scelte politiche di Totò Cuffaro, perché il veto di FdI su un accordo tra Dc e “Italia viva” ha cambiato gli scenari. Anche il progetto di un’intesa elettorale con “Forza Italia” ha imboccato definitivamente la via del tramonto, perché Antonio Tajani ha accettato la linea di Caterina Chinnici, che ha ribadito come prioritario il concetto delle liste pulite e della questione morale, e ripudiato il piano di Renato Schifani che prevedeva l’apertura delle porte del partito a Totò Cuffaro e a Raffaele Lombardo.

Regione Siciliana, Schifani sempre più isolato

Questa scelta ha portato il governatore Schifani a essere sempre più isolato all’interno del suo stesso partito già dalla vigilia del congresso nazionale del 23 e 24 febbraio. Ma gli assi nella manica di Totò Cuffaro sembrano non essere terminati e, con Luca Sammartino, sta tentando la via dell’apparentamento con la “Lega” in vista delle elezioni europee, avvicinamento che potrebbe pesare anche sui già descritti fragili equilibri all’interno della maggioranza di governo regionale.

La scorsa settimana Cuffaro ha riunito a Roma i vertici della “Democrazia Cristiana” per proporre ai suoi due “piani B” in vista delle Europee. Totò Cuffaro potrebbe essere il capolista in Sicilia alle elezioni europee e, oltre a lui, dovrebbero essere in lista la parlamentare europea uscente, Francesca Donato, vicepresidente nazionale del partito e, a seguire, i due assessori regionali Andrea Messina e Nuccia Albano. Si aggiungerebbero, poi, altri due deputati regionali, l’agrigentino Carmelo Pace e il ragusano Ignazio Abbate mentre gli ulteriori due posti potrebbero essere destinati alla Sardegna. Grandi manovre, quindi…

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