Responsabilità, risorse e infrastrutture, arrivano le api - QdS

Responsabilità, risorse e infrastrutture, arrivano le api

Patrizia Penna

Responsabilità, risorse e infrastrutture, arrivano le api

martedì 03 Marzo 2020

Intervista al portavoce, Salvo Fleres: “Studio, formazione e lavoro siano un diritto non una concessione”. A Palermo il congresso fondativo di una nuova realtà politica che, come le sardine, rompe gli schemi tradizionali delle ideologie

PALERMO – Hanno celebrato a Palermo il loro congresso fondativo e l’apertura l’hanno affidata a un ragazzo di 16 anni e a una ragazza di 14. Hanno dedicato ai giovani il loro difficile esperimento politico, ma anche ai siciliani che non si piangono addosso ed hanno voglia di reagire.

Il nome scelto, per i più diffidenti, può apparire un ossimoro: “Unità Siciliana”. Il loro stile politico, però, è affidato a insetti che rappresentano il simbolo della operosità, della organizzazione, della cooperazione, della difesa della propria identità: le api.

Abbiamo intervistato il portavoce, Salvo Fleres, che nel corso della sua esperienza parlamentare è stato tra i legislatori più prolifici ed originali dell’Ars.

In che cosa vi distinguete dagli altri movimenti sicilianisti?
“Unità siciliana–Le Api è una realtà politica esportabile in tutto il Sud: post-ideologica, né di centrodestra, né di centrosinistra. Noi crediamo in un sicilianismo che vada oltre gli schemi tradizionali: responsabile, volto a valorizzare e proteggere le nostre risorse e ad avere dallo Stato e dall’Europa tutto quello che ci spetta, a partire dalla piena applicazione dello statuto, dalle infrastrutture e dalla valorizzazione delle nostre produzioni”.

Siete certi che post-ideologico non possa essere sinonimo di superficiale?
“Noi crediamo che per costruire una strada o una scuola non serva affatto appellarsi né a Marx, né a Nietzsche, né a Smith. Noi crediamo che i cittadini debbano avere la possibilità di scegliere chi votare non sulla base delle liti tra Zingaretti e Renzi o tra Salvini e Berlusconi, ma sulla base di cosa si intenda fare per ridurre la disoccupazione e migliorare la qualità della vita soprattutto in Sicilia. Certamente, abbiamo studiato Marx, Nietzsche, Smith e anche la storia e la geografia, ma oggi le posizioni preconcette, tradizionali o improvvisate, come quelle di moda negli ultimi tempi, sono fuori dalla realtà: serve concretezza”.

Il congresso fondativo è stato aperto da due studenti del liceo. Come mai questa scelta?
“Potrei banalmente dire che i giovani sono il futuro, ma in realtà questi due ragazzi – e con loro moltissimi altri- costituiscono un presente di menti aperte che della politica hanno un’idea precisa, all’altezza della quale noi adulti dobbiamo essere. Il nostro compito è renderli liberi, competenti, responsabili e soprattutto indipendenti. Per esserlo bisogna prima studiare e poi avere un lavoro. Unità siciliana-Le Api è qui soprattutto per costruire una Sicilia in cui lo studio, la formazione professionale ed il lavoro siano un diritto e non una concessione”.

Il vostro obiettivo sono le prossime elezioni regionali? Perché i siciliani dovrebbero votarvi?
“Per cominciare, perché non ci saranno riunioni romane per decidere chi e cosa fare: sarà sempre il territorio a fornire le indicazioni. La Sicilia ha un quarto delle infrastrutture della media nazionale, che ha il doppio della disoccupazione e che negli ultimi 17 anni sono stati sottratti al Sud 840 miliardi che ci avrebbero permesso di creare lavoro e sviluppo. Il nostro lavoro parte da qui: la politica agricola dell’Ars e del Governo regionale deve essere quella degli agricoltori, quella dell’artigianato, del commercio e della piccola industria, quella degli artigiani, dei commercianti e dei piccoli imprenditori. Lo stesso vale per giovani, professionisti, disabili e per tutte le altre categorie, che ci indicheranno la linea politica, vincolante, attraverso il lavoro delle rispettive consulte.

Quali rapporti immaginate con il governo nazionale?
“Quello previsto dallo Statuto siciliano. Vogliamo ciò che ci spetta, non ci servono sussidi, né elemosine di Stato. Non abbiamo bisogno di alcun reddito di cittadinanza, vogliamo il lavoro di cittadinanza, anzi, vogliamo i lavori di cittadinanza, cioè quei lavori e quelle opere infrastrutturali che ci facciano sentire cittadini e non sudditi: vogliamo la rete non il pesce, a pescarlo ci penseremo noi. Con le nostre tasse abbiamo risanato quattro volte i debiti di Alitalia, ma paghiamo i biglietti aerei a prezzi stratosferici, i più alti d’Italia. Con il sacrificio dei nostri ferrovieri abbiamo trasportato milioni di italiani in ogni dove, ma noi non abbiamo l’Alta velocità. Con il nostro grano abbiamo sfamato il Paese ma oggi ci avvelenano con il glifosato. Con il petrolio estratto dal nostro sottosuolo e con quello raffinato nelle nostre raffinerie abbiamo fatto viaggiare milioni di italiani, ma i tumori e le leucemie ce le siamo beccati noi, le accise no, le accise sono servite a fare autostrade al nord”.

Quali sono i punti fermi della vostra azione politica?
“Lavoreremo senza perdere di vista tre parole: la prima è responsabilità, senza la quale non possono aversi vera libertà e vera efficienza, responsabilità legata con sanzione e premialità. La seconda è risorse, perché occorre difendere e promuovere i nostri prodotti del suolo e del sottosuolo, ma anche il nostro patrimonio materiale ed immateriale, lavoro già iniziato con le battaglie delle scorse settimane al fianco degli autotrasportatori e dei produttori di grano siciliano, privo di glifosati. Infine, le infrastrutture, perché pretendiamo di avere la stessa quantità di infrastrutture delle altre Regioni, ma le vogliamo con i nostri soldi, con quelli delle accise, dell’Iva, del lotto e delle lotterie varie che oggi finiscono allo Stato che le utilizza altrove. Niente che non ci spetti di diritto, anzi proporremo al governo la costituzione di un fondo perequativo che si alimenti proprio con queste risorse e con le altre che ci spettano per Statuto”.

Tag:

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017