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Ricerca e sviluppo, in Sicilia reggono gli investimenti di imprese e istituzioni

Michele Giuliano

Ricerca e sviluppo, in Sicilia reggono gli investimenti di imprese e istituzioni

venerdì 03 Marzo 2023

Istat: in Italia crollo delle spese nel 2020, ma fanno ben sperare le stime preliminari 2021-2022. In tutti i settori dell’Isola, compreso quello pubblico, si registra un aumento medio dell’1%

PALERMO – In Sicilia si continua a voler guardare al futuro, investendo tempo, impegno e fondi sulla ricerca e sviluppo all’interno delle imprese e delle istituzioni, per poter andare avanti, migliorare, e rendersi più competitivi in un mondo del lavoro che necessita sempre più di una visione globale e moderna della attività di produzione e commercializzazione del prodotto, senza perdere di vista la sostenibilità.

Secondo i dati raccolti dall’Istat riguardo alla R&S (ricerca e sviluppo), nel 2020 in Sicilia si registra un aumento degli investimenti fatti in proporzione al Pil dell’1%. Un valore che può sembrare irrisorio, ma che invece va a trovare senso e concretezza nel confronto con le altre regioni: con poche eccezioni quali la Valle d’Aosta, la provincia di Bolzano e la Calabria, si registra una caduta generalizzata della spesa in R&S in tutto il territorio nazionale: -5,5% nel Nord-est, 4,6% in negativo nel Nord-ovest e nel Centro e -5,0% al Sud. Le Isole si mantengono stabili per effetto dell’aumento della Sicilia. Le peggiori performance sono registrate in Molise (-17,7%), Marche (-11,8%) e Abruzzo (-11,7%).

Più nello specifico, con riferimento però al solo settore delle imprese, in Sicilia si rimane sostanzialmente stabili, con una variazione in negativo di soltanto lo 0,2%, insieme alla Puglia. Nella penisola, la spesa in R&S subisce le perdite più pesanti nel Centro-sud, soprattutto in Molise (-25,7%), nelle Marche (-21,9%) e in Basilicata (-21,5%). Diminuzioni superiori al 10% sono rilevate anche in Toscana (-14,2%), Abruzzo (-13,8%) e Campania (-10,6%). La provincia di Bolzano, la Valle d’Aosta e il Friuli Venezia-Giulia registrano performance crescenti. Nelle istituzioni pubbliche la spesa in R&S cresce al Sud (+4,1%), al Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), diminuisce nel Nord-est (-6,1%) e resta sostanzialmente stabile nel Nord-ovest.

Nelle università, rispetto all’anno precedente, la spesa in R&S cresce nelle Isole (+1,4%), resta sostanzialmente stabile nel Nord-est, registra un calo superiore alla media nazionale nel Nord-ovest (-4,9%) e diminuzioni anche al Sud (-2,1%) e al Centro (-2,0%). Per la R&S intra-muros, cioè a carico delle imprese o degli enti e svolta con personale interno, nel 2020 si sono spesi 25 miliardi di euro, il 4,7% in meno dell’anno precedente. La spesa sostenuta dalle imprese diminuisce del 6,8% rispetto al 2019: tiene la grande impresa (+2,2%), mentre le piccole e medie imprese segnalano una marcata flessione. In calo anche la spesa delle università (-2,0%) mentre aumenta quella delle istituzioni private non profit (+2,2%) e resta stabile la spesa delle istituzioni pubbliche.

Per il 2021 e il 2022 l’Istat fornisce già delle analisi preliminari e delle previsioni che lasciano ben sperare che si possa recuperare in pochi anni il danno provocato dall’evento pandemico. Per il 2021 i dati preliminari indicano un’importante ripresa della spesa in R&S delle imprese (+5,2% rispetto al 2020) che, tuttavia, non è sufficiente per tornare ai livelli del 2019.

Si dovrà attendere il 2022 per avere valori di spesa pari o superiori al 2019: secondo le previsioni, infatti, la spesa delle imprese continuerà ad aumentare raggiungendo i 16,9 miliardi di euro (+3,9% rispetto al 2021). Nel settore delle istituzioni pubbliche la spesa in R&S aumenta dell’8,0% rispetto al 2020. Anche in questo settore l’andamento crescente prosegue nel 2022: l’aumento previsto è pari al 3,8%. Per le istituzioni private non profit, invece, si prevede che la spesa resti stabile nel 2021 e aumenti del 4,3% nel 2022.

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