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La ricetta di Cuneo per la sicurezza del territorio: fare rete contro l’isolamento

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La ricetta di Cuneo per la sicurezza del territorio: fare rete contro l’isolamento

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domenica 20 Novembre 2022

Intervista alla sindaca del Comune capoluogo della provincia di Cuneo, Patrizia Manassero. Abbiamo discusso del territorio cuneese.

Alla sindaca del Comune capoluogo della provincia di Cuneo, Patrizia Manassero, abbiamo chiesto di indicarci la strada imboccata in ambito sociale, guardando alla sicurezza del territorio con l’obiettivo di suggerire a chi si trova in fondo alla classifica un modello virtuoso da adottare per tentare di risalire la china.

In tema di sicurezza sociale Cuneo è al primo posto della classifica stilata da Italia Oggi. Un ottimo successo frutto di politiche sociali adeguate alle problematiche del territorio. Sindaca Manassero, cosa consiglierebbe al territorio che è arrivato all’esatto opposto della classifica, ovvero Siracusa?

“Quello cuneese è un territorio complesso. La provincia conta all’incirca 550 mila abitanti ed è suddivisa in 247 Comuni, con un frazionamento amministrativo importante in un territorio prevalentemente montano con estese aree periferiche. Il nostro è un territorio che ha lavorato da sempre attraverso un sistema di rete tra Istituzioni e con il fondamentale supporto del terzo settore che ha integrato la copertura dei servizi. La carta vincente è stata proprio lavorare in rete perché questo ha fatto in modo di esaltare una solidarietà tra enti che ci ha consentito di evitare di lasciare il cittadino da solo. Su una rete di servizi essenziali lavorare in sinergia, in modo organizzato ci permette di avere una copertura assistenziale quasi totale del territorio”.

C’è qualche modello virtuoso che ha promosso e che potrebbe essere esportato al Sud?

“Non conosco in modo dettagliato la realtà del Mezzogiorno, ma posso dire in modo convinto che anche nei nostri territori i Comuni, specie quelli montani, hanno difficoltà oggettive ad amministrare: da soli non potrebbero sostenere e affrontare le problematiche sociali. Penso agli anziani o alle famiglie con disabili. Quella di lavorare in rete è un’‘assicurazione’ che ovviamente è una scelta politica perseguita insieme agli altri amministratori locali perché convinti che l’unione faccia la forza. Parlando di politiche sociali, la complessità del nostro territorio cui accennavo comporta un rischio che non possiamo e non dobbiamo sottovalutare, ovvero quello dell’isolamento del singolo. Per evitare questo rischio, in ambito provinciale, si è puntato ad esempio sulla domiciliarità, garantendo alle persone anziane prestazioni a domicilio di infermieri, con l’obiettivo di arrivare nei territori più ‘scoperti’ di servizi essenziali”.

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