Riequilibrare il mondo dell’informazione - QdS

Riequilibrare il mondo dell’informazione

redazione

Riequilibrare il mondo dell’informazione

mercoledì 21 Giugno 2023

Un traguardo storico: oggi in prima pagina l’editoriale numero cinquemila a firma del direttore

CATANIA – Ciò che ha da sempre contraddistinto il Quotidiano di Sicilia è la sua voglia di incidere concretamente sul tessuto sociale ed economico della realtà siciliana e nazionale, in cui opera ormai da quasi 45 anni. L’obiettivo, dunque, non è soltanto raccontare ai lettori i fatti nella loro interezza, per permettere agli stessi di farsi un’opinione individuale e ragionare con la propria testa “e non con quella degli altri”, come ripete spesso il direttore Carlo Alberto Tregua, ma anche riuscire ad andare oltre.

In questo processo giocano un ruolo essenziale gli editoriali di prima pagina del già citato direttore Tregua, che sin dal primo numero di questo giornale (che nel 1979 si chiamava Apindustrie e rappresentava l’organo di informazione di quel sodalizio) tracciano con chiarezza la linea editoriale del QdS. Perché una volta esposte ai lettori le questioni di cui si vuole parlare, è sempre opportuno descrivere possibili soluzioni, sempre strutturali e non tampone, ai problemi di tutti i giorni.

Quello che stringete tra le mani è un numero molto importante, perché contiene l’editoriale numero 5.000 (avete letto bene, cinquemila) di Carlo Alberto Tregua. Un traguardo raggiunto nel corso di una lunga attività editoriale e fatto di tanti piccoli tasselli che hanno descritto, nel corso di oltre quattro decenni, non soltanto la Sicilia ma anche l’Italia e il mondo, tutti rigorosamente visti da Sud, con voce libera e indipendente. Un traguardo che abbiamo voluto festeggiare con questo breve speciale.

“L’Italia vista da Sud” è una delle ultime iniziative editoriali lanciate dal QdS, anche grazie agli editoriali del direttore Tregua. Un modo nuovo di intendere la comunicazione, che si pone l’ambizioso obiettivo di riequilibrare un’informazione per troppo tempo focalizzata su un’Italia spaccata a metà, con un Mezzogiorno dimenticato e visto soltanto come una zavorra e non come un’opportunità.

Se l’Italia fosse stata rovesciata, la linea ad alta velocità si sarebbe fermata a Bologna o Firenze? Se al posto della Sicilia ci fosse stata la Lombardia, il Ponte sullo Stretto sarebbe già stato realizzato? Sono domande con cui abbiamo nel corso degli anni stuzzicato i nostri interlocutori, con l’obiettivo di riunificare un’Italia spaccata tra un Nord ricco, non soltanto economicamente ma anche dal punto di vista strutturale, e un Sud sempre più abbandonato al proprio destino. Un Mezzogiorno che brutto, sporco e cattivo era e brutto, sporco e cattivo è rimasto, nonostante le enormi potenzialità. La volontà del QdS, insomma, è modificare il modo di guardare al nostro Paese, iniziando ad affrontare le questioni guardandole proprio dal Sud.

“La nostra stella polare – ha scritto Tregua – è stata sempre la descrizione della verità, consapevoli che essa non è una e una sola. Infatti, a secondo da quale punto di vista e con quali occhiali si veda, essa appare in un certo modo piuttosto che in un altro. Non è mai facile individuarla, perché si nasconde, perché non è subito chiara e non diventa chiara neanche dopo la ricerca”.

Quello dei 5.000 editoriali, che sono raccolti anche in 42 libri, rappresenta il secondo traguardo storico conseguito dal QdS nelle ultime settimane. Lo scorso 16 maggio, infatti, è stato pubblicato anche il Forum numero 3.000, uno spazio intervista con protagonisti internazionali e nazionali del mondo istituzionale, politico, imprenditoriale e dell’associazionismo. Uno step importante lungo un tragitto che non si ferma, come dimostra anche lo spazio delle pagine interne dedicato al primo presidente della Corte di Cassazione, Margherita Cassano, intervistata proprio dal direttore Tregua.

Insomma, 3.000 Forum e 5.000 editoriali rappresentano soltanto due tappe di un percorso che continua con forza e non si fermerà certo a breve, come ha sottolineato ancora il direttore Tregua nell’editoriale pubblicato oggi: “La storia non finisce qua”.

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