Rifiuti, botta e risposta tra Fava e Oikos. L'azienda, "E' nostro diritto esistere sul mercato". Il deputato, "Risponderanno delle offese" - QdS

Rifiuti, botta e risposta tra Fava e Oikos. L’azienda, “E’ nostro diritto esistere sul mercato”. Il deputato, “Risponderanno delle offese”

redazione web

Rifiuti, botta e risposta tra Fava e Oikos. L’azienda, “E’ nostro diritto esistere sul mercato”. Il deputato, “Risponderanno delle offese”

venerdì 10 Gennaio 2020

“La Oikos è una società che da anni lotta quotidianamente per affermare il proprio diritto ad esistere ed operare nel mercato dei rifiuti e non rinuncerà di certo adesso, dinanzi all’ennesima farneticazione ideologica, ad avvalersi degli strumenti che la legge mette a disposizione per tutelare gli interessi economici e non patrimoniali di decine di lavoratori e dei suoi azionisti”.

L’azienda ribatte così al deputato regionale, Claudio Fava, autore di un’interpellanza per sapere se il governo “non ritenga di dovere sospendere con effetto immediato il decreto col quale l’assessorato dell’Energia ha rilasciato l’autorizzazione” per dieci anni alla discarica per i rifiuti non pericolosi in contrada Valanghe d’inverno.

“Leggendo le motivazioni della sentenza sul caso Oikos, l’intero processo di autorizzazione della Regione dovrebbe essere rivisto”, aveva detto Fava.

“La società è gestita – prosegue la nota dell’Oikos – da un consiglio di amministrazione che non tollera alcuna illazione in ordine alla propria autonomia e indipendenza”.

“Non mi risulta che, almeno ufficialmente, la società Oikos faccia parte del Governo regionale. Per questo le precisazioni contenute in un comunicato diffuso della società risultano, oltre che volgari nella forma e offensive nel contenuto, grottesche nelle giustificazioni proposte.”

Così ha rispostoe Claudio Fava alla nota della Oikos.
“Delle offese la Oikos sarà chiamata a rispondere nelle opportune sedi legali – prosegue Fava – Sul piano politico e amministrativo resto in attesa di una risposta da parte del presidente Musumeci e del governo regionale, ai quali è stata rivolta la mia interpellanza. Dopo le motivazioni della sentenza di condanna e la scomposta reazione di oggi dell’azienda di Proto, la linea del silenzio appare sempre più intollerabile”.

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