Rifiuti: dibattito sull’impianto di Mili Moleti - QdS

Rifiuti: dibattito sull’impianto di Mili Moleti

Lina Bruno

Rifiuti: dibattito sull’impianto di Mili Moleti

sabato 04 Marzo 2023

I rappresentanti del villaggio a Sud della città, area in cui è prevista la realizzazione di un sito per il trattamento della frazione organica, si sono confrontati con il Consiglio comunale

MESSINA – La realizzazione dell’impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti è legata alla funzionalità del depuratore già esistente. È l’elemento emerso con forza durante la seduta straordinaria di Consiglio comunale dedicata alle criticità connesse all’opera, denunciate in particolare dagli abitanti di Mili Moleti, il villaggio a Sud della città dove è previsto sia realizzato l’impianto. Se ne parlerà ancora in un’altra seduta dove ci sarà stavolta anche il sindaco Federico Basile.

A protestare sono residenti e commercianti di tutta una zona che va da Tremestieri fino ai confini con il comune di Itala. Si è parlato poco del progetto presentato dalla Srr Area Metropolitana di quasi 33 milioni e mezzo di euro, finanziato per oltre 27 milioni di euro dal ministero dell’Ambiente su fondi del Pnrr. Si ci è invece soffermati molto sul depuratore il cui cattivo funzionamento ha alimentato in questi anni diffidenza dei cittadini verso qualsiasi scelta che sentono imposta dall’alto.

È nato un Comitato spontaneo di cittadini che ha avviato una petizione in cui si chiede la localizzazione dell’impianto in altra area: “Da quasi trent’anni subiamo gli effetti disastrosi del cattivo funzionamento del depuratore, dalle esalazioni maleodoranti agli sversamenti in mare di sostanze inquinanti, alle schiume che fuoriescono dalla vasche e che ritroviamo sugli alberi e nel terreno. Adesso non accettiamo che un’altra porzione del nostro territorio sia deturpata da un nuovo impianto”.

Questa la posizione degli abitanti dell’area, che non hanno nascosto rabbia ed esasperazione nel loro intervento davanti ai consiglieri, alcuni dei quali della maggioranza e che supportano questa posizione. Era presente l’assessore alla Pianificazione infrastrutturale e ciclo dei rifiuti Francesco Caminiti e il direttore generale del Comune Salvo Puccio.

“Non è un impianto che ha scelto di fare il Comune – ha affermato Caminiti – ma è della Srr, con una richiesta del 2013. La localizzazione è stata scelta dal commissario ad acta della Srr. Ci sono state tutte le valutazioni di carattere ambientali. Quando la Srr chiederà il parere al Comune potremo decidere. Sulle criticità, quelle finora espresse mi sembra di capire siano di carattere viabili e sono pronto a confrontarmi se ne emergeranno altre”.

L’impianto prevede il trattamento della frazione organica umida secondo biodigestione anaerobica e produzione di biogas che convoglieranno in una turbina per la produzione di energia elettrica da utilizzare per gli impianti di depurazione e pompaggio, con scambio sul posto dell’energia prodotta. L’impianto di Mili potrebbe gestire l’umido di almeno 25 comuni della provincia ionica oltre Messina e questo comporterebbe un via vai di tir su una statale già molto trafficata, secondo i residenti, con un impatto sulla viabilità ma anche sull’inquinamento.

Salvo Puccio ha ricordato che già nel 2016 nel Masterplan firmato a Messina erano previsti 10 milioni per l’impianto di Mili, mentre c’era un depuratore che dal 1994 funzionava male. Nel 2018 il Comune con una delibera ha rimodulato quel finanziamento, destinando 3 milioni e mezzo per coprire le vasche. In un’altra delibera di Giunta era stato dato mandato ai tecnici di trovare un altro luogo per l’impianto, ma non era stato possibile e nel frattempo è intervenuta la Srr che ha competenza. L’appalto del revamping del depuratore di Mili è in corso di realizzazione e l’ultima fase, che è quella di apporre le cuffie sulla copertura delle vasche, si completerà da qui a giugno.

“Tutti conosciamo – ha affermato Puccio – l’importanza di una struttura di trattamento dell’umido sul luogo per abbattere i costi. Si tratta di un trattamento anaerobico in capsule chiuse: si sottrae l’ossigeno e si accelera la decomposizione per produrre compost di qualità. Non è all’aperto, quindi, sarà come quello di Salerno, fatto nel centro abitato e non si è mai lamentato nessuno”.

È sembrato chiaro che la scelta sarà se farlo o no l’impianto, perché non c’è più tempo per trovare un’altra ubicazione. Il progetto deve andare in appalto entro dicembre 2023, come ha ricordato Caminiti, in caso contrario il finanziamento verrà perso e anche una grande opportunità di trasformare un problema in risorsa.

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