Rifiuti, Sicula Trasporti si oppone all'ordinanza di Schifani

Rifiuti, la doccia fredda: per Sicula Trasporti l’ordinanza di Schifani è “ineseguibile”, ecco perché

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Rifiuti, la doccia fredda: per Sicula Trasporti l’ordinanza di Schifani è “ineseguibile”, ecco perché

Simone Olivelli  |
martedì 25 Giugno 2024

Rischio incendi e non solo: la risposta di Sicula Trasporti all'ordinanza sulla discarica di Lentini.

“È fisicamente impossibile ottemperare sul piano concreto”. La toppa, che il governo Schifani ieri aveva messo, al culmine di una giornata non essente da tensioni, sembra essersi già strappata e, a meno di immediate ricuciture, rischia nuovamente di inclinare il piano che potrebbe portare la Sicilia dritta verso una crisi igienico-sanitaria. A rispondere picche ai contenuti dell’ordinanza firmata dal governatore per consentire la riapertura temporanea dell’impianto di trattamento meccanico-biologico di rifiuti di Lentini è stata la Sicula Trasporti.

Sicula Trasporti risponde all'ordinanza sui rifiuti di Schifani
Sicula Trasporti risponde all’ordinanza sui rifiuti di Schifani

Sicula Trasporti si oppone all’ordinanza sui rifiuti

Per la società – oggi guidata dagli amministratori giudiziari nominati nel 2020 dallo stesso gip che nei giorni scorsi ha disposto la chiusura dei cancelli in assenza di autorizzazione per conferire i rifiuti nei termovalorizzatori all’estero – non ci sarebbero le condizioni per dare seguito alla soluzione proposta per prendere tempo, in vista del rilascio del nulla osta da parte dell’assessorato per l’ampliamento dell’Aia in possesso di Sicula.

Schifani e l’assessore Roberto Di Mauro avevano deciso di concerto di autorizzare in via straordinaria lo stoccaggio dei sovvalli in uscita dal Tmb per un periodo di massimo di 21 giorni, dopo i quali gli stessi sarebbero dovuti essere destinati nelle discariche di Gela, Palermo, Siculiana e Motta Sant’Anastasia. A patto però – è la condizione essenziale – che le analisi sul rispetto dei parametri chimici, a partire dal cosiddetto indice respirometrico, risultino tali da rendere possibile l’abbancamento dei rifiuti. A pesare, infatti, è la venuta meno delle deroghe che per 13 anni hanno consentito ai gestori degli impianti di Tmb di non tenere conto di detti parametri. Dall’1 gennaio, infatti, la disciplina è stata modificata e c’è già chi, come nel caso del Tmb mobile e pubblico gestito da Trapani Servizi, ne ha fatto le spese.

Mancanza di spazi

Qual è la qualità del rifiuto processato da Sicula Trasporti in termini di biostabilizzazione? Che risultato darà la cosiddetta omologa? Attorno a queste domande, ieri sera, sembrava ruotare il destino dei rifiuti conferiti da circa 150 Comuni dell’isola. Le possibilità, in tal senso, sembravano essere due: in discarica, nel caso i parametri risultassero entro la norma; nei termovalorizzatori, non appena la commissione tecnica-specialistica della Regione e lo stesso assessorato completeranno l’iter di ampliamento delle autorizzazioni, stabilendo che la gestione dei rifiuti nell’ottica del loro recupero energetico all’estero non determina impatti ambientali.

A sparigliare tutto è stata però Sicula Trasporti, con una nota firmata dagli amministratori giudiziari poco dopo la ricezione del provvedimento di Schifani: “Riscontriamo l’ordinanza per evidenziarne la materiale ineseguibilità – si legge nel documento in possesso del Quotidiano di Sicilia – La Sicula Trasporti non ha aree di stoccaggio autorizzate ove allocare i rifiuti al di là di quella di conferimento giornaliero preventiva al trattamento. L’ordinanza emessa risulta quindi impossibile da rispettare”.

Rischio incendi

Il documento sembra chiudere le porte a qualsiasi alternativa. “Tale stoccaggio, oltretutto, non è assolutamente praticabile per il materiale di sottovaglio biostabilizzato. che, come a tutti ben noto – continua la missiva – viene trasportato sfuso e, non essendo possibile all’attualità imballarlo, dovrebbe essere depositato sfuso sui piazzali, con evidenti refluenze in termini di dispersione in aria e trasporto nelle reti di raccolta acque piovane”. Per i vertici di Sicula Trasporti, se si desse corso alle richieste del governo Schifani, ci sarebbe il rischio di causare non solo danni ambientali ma anche andare incontro a “un pericolo di incendio in quanto il preventivato deposito di 20mila metri cubi di rifiuti è incompatibile con il carico di incendio autorizzato”.

La doccia fredda è arrivata, ma paradossalmente potrebbe avere l’effetto di incendiare gli animi. Sono stati molti infatti i sindaci che stamani hanno lamentato la mancata apertura dei cancelli dell’impianto di Lentini, al punto che Anci – l’associazione che rappresenta i Comuni – ha fatto una nota chiedendo chiarimenti. Il motivo, adesso, è chiaro. E la palla torna tra le mani della Regione. Sicula Trasporti, dal canto proprio, ha già annunciato di essere pronta a rivolgersi al Tar per impugnare l’ordinanza.

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