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Riforma fiscale, meno tasse e più semplici

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Riforma fiscale, meno tasse e più semplici

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venerdì 02 Luglio 2021

Prende forma la riforma del fisco che, insieme alla nuova pubblica amministrazione e alla giustizia rappresenta una delle richieste più urgenti della Commissione Ue nell'ambito del Recovery Fund

Prende forma la riforma del fisco che, insieme alla nuova
pubblica amministrazione e alla giustizia rappresenta una delle richieste più
urgenti della Commissione Ue nell’ambito del Recovery Fund. Il
testo sarà presentato con la legge delega che il governo dovrebbe presentare
entro fine mese.

L’architettura complessiva è stata definita dalla proposta
approvata dalle commissioni Finanze di Montecitorio e Palazzo Madama
dopo mesi di audizioni e settimane di mediazioni tra i gruppi. Alla fine è
stata trovata una sintesi che prevede un fisco più favorevole per i ceti medi
(tra 28mila e i 55mila euro) e superamento dell’Irap. L’impianto generale è
orientato ad una riduzione del carico fiscale e per questo non ci sarà la
patrimoniale e nemmeno la tassa sulle successioni. Nella stessa ottica deve
essere inquadrata la mancata revisione del catasto che avrebbe fatto salire
l’imposizione sugli immobili. Ma vediamo il dettaglio delle proposte.

RIDUZIONE IRPEF: Il punto più qualificante della riforma è
abbassamento dell’aliquota, oggi al 38% nella fascia di reddito 28.000-55.000
che raggruppa il maggior numero di contribuenti (circa sette milioni). Prevista
anche la modifica delle aliquote marginali effettive, eliminando le discontinuità
più brusche.

“La modalità con cui raggiungere questi obiettivi – si
legge nel documento- – è individuata in un deciso intervento semplificatore”
incluso l’assorbimento del bonus Renzi di 80 euro portati a 100 nel 2020.

MINIMO ESENTE

Prevede una soglia di reddito al di sotto della quale non si
debba fare dichiarazione e al di sopra della quale, per la quota esente, si
agisca tramite una maxi-deduzione. In subordine, se il costo dell’intervento
dovesse essere troppo alto, il minimo esente “dovrebbe essere introdotto
con la sola finalità di ridurre il carico burocratico sui contribuenti”.

ADDIZIONALI

Le commissioni, si legge nel documento, “ritengono
opportuno raccomandare una trasformazione degli strumenti tributari locali in
sovraimposte la cui manovrabilità all’interno di un range predefinito
rimarrebbe in capo all’ente territoriale. Le commissioni ritengono opportuno
non archiviare la legge delega sul federalismo fiscale, “al fine sia di
adeguarne i principi ispiratori ai pilastri di autonomia e responsabilità “.

RENDITE FINANZIARIE

Le commissioni concordano su un pacchetto organico che
preveda l’accorpamento delle categorie “redditi da capitale” e
“redditi diversi” in un’unica categoria denominata “redditi
finanziari”; l’estensione al risparmio gestito del criterio di
determinazione della base imponibile sulla base dei risultati realizzati;
l’applicazione alla previdenza complementare del modello che prevede
l’esenzione dall’imposta sostitutiva sul risultato netto maturato, considerando
al contempo la modifica del regime di tassazione per la fase di erogazione
delle prestazioni”.

IRAP: È previsto che “nell’ottica di
semplificazione del sistema tributario, e all’interno di un complessivo quadro
di riforma le commissioni concordano sulla necessità del suo superamento”.

Pertanto “le commissioni raccomandano un riassorbimento
del gettito Irap nei tributi attualmente esistenti, preservando la manovrabilità
da parte degli enti territoriali e il livello di finanziamento del servizio
sanitario nazionale”.

IRES: La razionalizzazione della tassazione sulle
imprese punta su tre obiettivi: incentivare comportamenti in linea con la
transizione ecologica; incentivi alle aggregazioni di realtà imprenditoriali di
dimensioni minori; incentivi al re-investimento dell’utile per migliorare la produttività
dell’azienda . Gli incentivi possono prendere la forma, alternativamente, di
una riduzione dell’aliquota o della base imponibile “al fine di ottenere
un quadro chiaro e semplificato dei comportamenti virtuosi”. Verrà
applicato il sistema del carry back, per consentire la deducibilità delle
perdite non solo negli esercizi successivi a quello in cui è maturato il
disavanzo ma anche in quello immediatamente precedente.

IVA: La riforma conterrà una specifica delega al Governo per
la ridefinizione della disciplina Iva ai fini di una sua opportuna
semplificazione e di possibile riduzione dell’aliquota ordinaria attualmente
applicata”.

FISCO VERDE Le commissioni finanze ritengono
“necessario un pacchetto che includa i seguenti interventi: il riordino,
la semplificazione e la stabilizzazione per la rigenerazione energetica e
sismica degli edifici privati; una progressiva riduzione dei sussidi dannosi
per l’ambiente, vincolando le risorse risparmiate alla riduzione generalizzata
dell’aliquota Ires; una rimodulazione dell’ imposizione indiretta in funzione
delle emissioni di Co2 in attuazione del principio chi inquina paga ; un
aumento del limite alla detraibilità dell’Iva (attualmente fissato al 40%) per
tutti i veicoli a basse emissioni. Al fine di evitare effetti regressi per le
persone fisiche e penalizzanti per le imprese, prevedere adeguati meccanismi
temporanei di compensazioni in grado di accompagnare le famiglie e imprese più
vulnerabili nel processo di aggiustamento di comportamenti e costi”.

FLAT TAX

Il documento chiede di mantenere il regime forfettario di
partite Iva e Pmi con aliquota al 15%, che scende al 5% per le start up.

Al superamento dei 65mila euro di ricavi annui sarà
possibile optare, per i due anni successivi, per un regime forfettario
opzionale con aliquota rispettivamente al 20 e al 10%, “a condizione che
in ciascuno di detti periodi di imposta il contribuente dichiari un volume
d’affari incrementato di almeno il 10% rispetto a quello di ciascun anno
precedente”.

MICROTASSE

I cosiddetti micro prelievi, sia a livello centrale che a
livello territoriale, hanno un gettito inferiore allo 0,01% del totale delle
entrate tributarie per lo Stato e sotto lo 0,1% per Regioni e Comuni. Sono
imposte, tasse e diritti che ora si punta a cancellare. Cestinare o comunque
sfoltire una massa che tiene dentro il superbollo, ma anche la tassa per la
laurea, l’imposta regionale sulle emissioni sonore degli aeromobili civili,
ancora l’imposta sugli intrattenimenti e tante altre.

RENDITE FINANZIARIE

L’intenzione sarebbe non di ridurre l’aliquota (oggi 26%)
delle rendite finanziarie al 23% (attuale primo scaglione Irpef), bensì di
riflettere se sia il caso di riallinearla con il primo scaglione Irpef.

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