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Riforma fiscale, obiettivo: certezza del diritto

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Riforma fiscale, obiettivo: certezza del diritto

Salvatore Forastieri  |
martedì 08 Agosto 2023

Legge Delega, via libera dal Parlamento: 23 articoli per “rivoluzionare” il rapporto Amministrazione-contribuente.

Incredibile ma vero. Nella seduta del 4 agosto 2023, con 182 voti favorevoli e 97 contrari, la Camera del Deputati ha approvato, in terza lettura (dopo le modifiche del Senato) in via definitiva, il disegno di legge Delega al Governo per la riforma fiscale, trasmesso dal Senato il 2 agosto scorso è stato approvato abbastanza velocemente dal Parlamento.

È composto da 23 articoli. Ora, come già annunciato dalle pagine di questo Quotidiano, il Governo, a partire dall’entrata in vigore delle legge delega, dovrà provvedere, entro 24 mesi, ad adottare i conseguenti decreti legislativi “delegati” per riformare l’intero sistema tributario del nostro Paese. Pare che i primi decreti delegati, quelli che non intaccano la spesa di bilancio, potrebbero essere varati prima delle fine dell’anno. I principi fondamentali sui quali poggia la tanto attesa riforma del fisco sono stati ampiamente dibattuti e molti di essi, visti e rivisti dalla Camera dei Deputati e dal Senato, sono ormai ben conosciuti.

Comunque, a prescindere dall’obiettivo di ottenere finalmente la certezza del diritto, anche con l’istituzione dei tanto attesi Testi Unici, nonché con un grosso contributo alla semplificazione degli adempimenti e la revisione dello Statuto dei diritti dei Contribuente e dell’istituto dell’autotutela, l’obiettivo sostanziale è quello della riduzione della pressione fiscale.

Tante le novità ma invariati i poteri del Garante del Contribuente

È prevista la riduzione a tre delle aliquote Irpef, laa rivisitazione dell’Ires ed il progressivo abbattimento dell’Irap), nonché l’ottenimento di una “vera” compliance da parte dei contribuenti, anche attraverso sistemi come il contraddittorio preventivo obbligatorio, “l’adempimento collaborativo” per i soggetti che trasferiscono la residenza in Italia o trasferiscono nel nostro Paese una reddito superiore ad un milione di Euro, il pagamento rateale dei saldi e degli acconti, la velocizzazione dei rimborsi per i contribuenti con altro indice di affidabilità fiscale, ed un concordato preventivo “fisco-imprese” di durata biennale.

È prevista pure la revisione dell’imposta sul valore aggiunto e di altri tributi indiretti, nonché la revisione dell’attività di accertamento e della riscossone. Con specifico riguardo alle nuove disposizioni che riguardano lo Statuto del Diritti del Contribuente, resta il dubbio se la loro introduzioni, anche dopo l’elaborazione da parte del Governo, renderà più efficace il Garante del Contribuente.

L’articolo 1, comma 4 lettera i, delle legge delega, infatti, dice prevede solo “l’istituzione e la definizione dei compiti del Garante nazionale del contribuente, quale organo monocratico con incarico di durata quadriennale, rinnovabile una sola volta, e la contestuale soppressione del Garante del contribuente, operante presso ogni direzione regionale delle entrate e direzione delle entrate delle province autonome, di cui all’articolo 13 della legge 27 luglio 2000, n. 212, e assicurando la complessiva invarianza degli oneri finanziari”.

Purtroppo, infatti, restano sostanzialmente invariati i poteri di quest’organo, ora ridotto ad un solo in tutto il territorio nazionale, visto che nulla si dice sulle reali possibilità del “nuovo” Garante del Contribuente di incidere sia sulle decisioni degli Uffici, sia sulla legislazione tributaria futura, qualora quest’ultima necessitasse di qualche sollecitazione efficace.

Comunque, vedremo casa sapranno fare ora gli Esperti del Ministero, tra cui il Vice Ministro dell’Economia, Maurizio Leo e gli altri collaboratori.

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