Ritorno a scuola, il virus fa paura e l’amianto no. In Sicilia la fibra-killer in più di seicento istituti - QdS

Ritorno a scuola, il virus fa paura e l’amianto no. In Sicilia la fibra-killer in più di seicento istituti

Rosario Battiato

Ritorno a scuola, il virus fa paura e l’amianto no. In Sicilia la fibra-killer in più di seicento istituti

venerdì 04 Settembre 2020

Il dato è stato aggiornato dalla Regione allo scorso 24 giugno. Alla nostra isola il record di fondi per le bonifiche: oltre cento milioni. Non c’è più tempo da perdere: negli ultimi anni è stato smaltito soltanto il due per cento dell'amianto. Solo una ventina di Comuni ha un Piano conforme alla legge regionale del 2014

Oltre 600 le scuole siciliane nelle quali si trovano materiali contenenti amianto. Il dato, aggiornato dalla Regione allo scorso 24 giugno, si aggiunge alla lista delle preoccupazioni da rientro a scuola, perché, al di là della temuta gestione della pandemia, esistono dei problemi strutturali che gli edifici scolastici isolani continuano a non risolvere. La buona notizia è che a gennaio il ministero dell’Ambiente ha stanziato più di 100 milioni per le bonifiche di scuole e ospedali siciliani, un terzo del totale nazionale, e adesso il dipartimento regionale della Protezione Civile sta spingendo per ottenere quella documentazione necessaria per poter avviare i processi di bonifica e smaltimento.

SCUOLE: PERICOLO AMIANTO
L’ultima revisione del Piano regionale amianto, avvenuta lo scorso aprile, ha riportato 388 segnalazioni di amianto in altrettante scuole siciliane di ogni ordine e grado (aggiornamento al 31 dicembre 2018), ma il dato risulta sensibilmente più alto in base all’ultima rivelazione, come detto, del giugno scorso.

La Regione siciliana ha avviato le operazioni di censimento e mappatura, basandosi sulle comunicazioni pervenute da Arpa Sicilia, dai Piani comunali amianto e dalle comunicazioni delle ditte che operano nel settore dello smaltimento e bonifica dei Rca (rifiuti contenenti amianto). Bisogna tuttavia aggiungere, come precisato nella stessa relazione del Piano, che le informazioni “acquisite fino ad oggi dalla Regione non sono omogenee, e sono in larga misura carenti i dati sulle scuole”, oltre che sulle industrie, sugli ospedali e sui siti dismessi e caratterizzati dalla presenza di materiali contenenti amianto (Mca). Un altro monitoraggio era stato effettuato da Legambiente nell’ambito di Ecosistema Scuola, all’interno del quale era emersa, considerando soltanto i dati rilasciati dai comuni capoluogo, la presenza del 2,3% degli edifici con casi certificati e appena lo 0,5% in cui si sono svolte attività di bonifica negli ultimi due anni.

L’AMIANTO A SCUOLA
Non soltanto le ben note coperture in cemento-amianto o i serbatoi e le tubazioni per l’acqua sarebbero da mettere in cima alla lista degli interventi di bonifica. Per le scuole, ad esempio, dagli anni sessanta agli anni ottanta si è largamente diffuso “l’impiego della pavimentazione in vinil‐amianto (VA), che presentava i vantaggi del basso costo e di una veloce messa in opera”. Il VA era prodotto in teli, piastrelle o lastre, con un contenuto di amianto variabile dal 10% al 15 %. In questo tipo di prodotti “l’amianto è fortemente inglobato in una matrice resinosa vinilica, pertanto se non vi sono lesioni per usura o taglio sono rare le possibilità di diffusione ambientale delle fibre di amianto”.

BONIFICHE: SMALTITO IL 2% DEL TOTALE
Non esistono ancora dati assoluti sulla quantità effettivamente presente in Sicilia di manufatti contenenti amianto, considerando che la grande diffusione avuta fino agli anni Novanta ha certamente determinato una diffusione importante, anche se non del tutto quantificata. Tra il 2016 e il 2017, sono stati bonificati 10.135 siti (secondo i dati trasmessi alla Regione dalle ditte che si occupano ufficialmente della bonifica). Attualmente, secondo una stima dell’Osservatorio nazionale amianto (Ona), ci sono nell’Isola circa 50 milioni di metri quadri di materiale. Il dipartimento di Protezione civile regionale, sulla base dei dati delle ditte che si occupano di bonifiche, ha stimato, tra il 2015 e il 2017, la rimozione di una quantità di circa 22 milioni di kg. Il senso di questo dato è affidato alla riflessione ai tecnici Regione che hanno redatto il Piano: “Se 1 mq (di copertura) pesa circa 17 kg, si ritiene, a titolo orientativo, che tra il 2016 ed il 2017 sono stati smaltiti circa 1‐1,3 mln di mq di Mca ovvero appena il 2% circa della quantità stimata (Ona) in difetto”.

PIANI COMUNALI AMIANTO
Avrebbero dovuto costituire un punto fondamentale della legge regionale amianto che li aveva previsti già a partire dal 2014, ma ad oggi soltanto una minima parte dei comuni li ha predisposti. Si tratta dei piani comunali, necessari per mappare la presenza di amianto sul territorio, anche nelle scuole, e per avviare i progetti di bonifica. Stando al monitoraggio avviato dalla Regione, aggiornato al 31 dicembre del 2018, ci sono 98 comuni che l’hanno elaborato, ma soltanto il 20% di questi Piani comunali amianto è stato redatto nel rispetto delle direttive impartite dalla norma e dalle linee guida per consentire al Drpc Sicilia di inserire i mca censiti nel “Registro pubblico” ex art. 5 c.2 l.r. 10/2014. In sostanza, sarebbero in regola appena 20 su un totale di 390 comuni, appena il 5% del totale.

385 MLN PER RIMUOVERE L’AMIANTO: SICILIA AL TOP
Lo scorso gennaio il ministero dell’Ambiente ha messo in campo 385 milioni di euro nell’ambito di un piano per la rimozione e lo smaltimento nelle scuole e negli ospedali. Si tratta di un piano, previsto nel secondo Addendum al Piano operativo ‘Ambiente’ approvato dal Cipe nel 2016 e adottato adesso con un provvedimento dalla Direzione generale competente del ministero dell’Ambiente, nel quale sono individuati i soggetti beneficiari delle risorse (Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano) e le modalità di trasferimento. Ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2025 per completare gli interventi.

La distribuzione delle risorse è stata appunto assegnata sulla base dei coefficienti di assegnazione regionale utilizzati per le risorse del Fondo sviluppo e coesione. Alla Sicilia la porzione più cospicua: 107 milioni di euro. Seguono la Puglia, con 74 milioni di euro, e la Calabria, con 43 milioni di euro. Il ministro Costa ha spiegato che “con questi fondi per la rimozione dell’amianto dagli edifici pubblici daremo priorità al risanamento delle scuole e degli ospedali italiani. Confido nella collaborazione con le Regioni e le Province autonome per dare avvio subito ai progetti più urgenti”.

Intanto la Regione si è già mossa, spingendo scuole e ospedali a compilare i documenti necessari per avviare le pratiche ed ottenere il finanziamento per procedere alla bonifica dell’amianto. Si è ormai entrati nella fase della richiesta fattibilità.

“Le scuole fin dal 2019 – spiega Antonio Patella, dirigente responsabile del servizio 6 ‘Ufficio amianto’ del Dipartimento della Protezione Civile della Regione siciliana – sono state invitate a trasmettere un’autocertificazione e una scheda di rilevamento circa la presenza di amianto (l’allegato ‘4’ alle linee guida dell’Inail). Il Piano regionale Amianto, ancora in corso di approvazione, riporta che al 31/12/2018 sono state censite 388 segnalazioni da parte di istituti scolastici. Il dato di censimento aggiornato al 24/06/2020, trasmesso al Ministero, è notevolmente superiore ed è pari a 656 segnalazioni, di queste va tuttavia precisato che solo 348 sono state trasmesse in maniera conforme, ovvero complete di punteggio mappatura e di classe di priorità. Si tratta, occorre dirlo, degli istituti che hanno risposto: è probabile che l’amianto sia presente in un numero maggiore di scuole”.

Adesso è scattata la fase “2”. Lo scorso 31 agosto dagli uffici della Regione è partita la lettera – destinata a Comuni, Città metropolitane e Liberi consorzi competenti per gli istituti scolastici – con la quale sono stati chiesti gli studi di fattibilità tecnici ed economici degli interventi da effettuare, unitamente a una scheda che serve per l’inserimento del singolo progetto nella banca dati unitaria del Mef. Questa documentazione servirà alla Regione per chiedere i fondi statali. Gli istituti hanno tempo fino al 30 settembre per rispondere, dopodiché verrà pubblicata la graduatoria degli interventi.

Annullati i benefici stabiliti da una sentenza della Corte d’appello, serve l’intervento del Ministero

E intanto protestano i lavoratori delle aree industriali siciliane

Vicario (Ona Sicilia) al QdS, “Nessun passo indietro, c’è una violazione di legge”

Continua ormai dal 6 luglio la protesta di un gruppo di lavoratori siracusani, tra di loro anche Calogero Vicario, coordinatore regionale dell’Osservatorio nazionale amianto, che si sono visti annullare i benefici previdenziali stabiliti in primo grado da una sentenza della Corte d’Appello di Catania, con l’onere di restituire anche quanto già percepito dall’Inps.

È uno dei casi più noti di un settore, quello delle aree industriali siciliane, particolarmente colpito dall’amianto, che ha visto tantissimi perdere la vita o ammalarsi a causa delle conseguenze relative all’esposizione al pericoloso minerale.

“Nessun passo indietro – ha dichiarato Calogero Vicario al Quotidiano di Sicilia –, riteniamo che ci sia stata una violazione di legge e non ci arrenderemo”.

In attesa di un intervento del Ministero del Lavoro, invocato dai lavoratori per risolvere il problema con una nota tecnica interpretativa, la situazione relativa alle aree industriali isolane resta in generale particolarmente complicata: sono 527 gli edifici industriali e le loro pertinenze con presenza di amianto secondo il monitoraggio regionale aggiornato alla fine del 2018.

Ora l’amianto si può segnalare con un’app L’utente scatta una fotografia al manufatto o sito

Bastano pochissimi click per segnalare un pericolo ambientale, vale anche per l’amianto. Il Dipartimento della Protezione civile, dal giugno dello scorso anno, ha messo a disposizione dei Comuni e dei cittadini una applicazione mobile (App) denominata “Anch’io segnalo”, che consente la segnalazione geolocalizzata di eventuali MCA o RCA presenti sul territorio.
Uno strumento che si può utilizzare da smartphone o tablet e consente all’utente registrato di segnalare, attraverso una fotografia ed una breve descrizione del manufatto o del sito, la presenza di MCA. “Tale segnalazione – si legge sul sito del Dipartimento –, geolocalizzata, viene immediatamente acquisita dalla Soris (Sala Operativa Integrata Regionale Siciliana) che la trasmette al Comune competente per territorio per le successive verifiche ed al Drpc Sicilia”.

Per quanto concerne la gestione dei sopralluoghi da parte del personale degli Enti di controllo, per il censimento e/o la validazione delle segnalazioni, sarà sviluppata una specifica applicazione per dispositivi mobili Android (il sistema operativo più diffuso). L’app prevede la compilazione di una scheda di rilevamento e diverse funzionalità a sussidio dell’operatore che effettua il sopralluogo.

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