Così il ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, parlando con i cronisti a margine della XVII tappa dell’itinerario di ascolto
È arrivato ieri in città il ministro Paolo Zangrillo con la diciassettesima tappa del suo tour “Facciamo semplice l’Italia”, un appuntamento di ascolto e condivisione d’idee e proposte per modernizzare, insieme, la Pubblica amministrazione che si è tenuta nella sede della Regione siciliana di via Magliocco 46.
Presenti all’incontro, oltre al ministro Zangrillo, Giorgio Mulè, vice presidente della Camera dei deputati, Renato Schifani, presidente della Regione siciliana, e Roberto Lagalla, sindaco della Città metropolitana di Palermo. E arriva a pochi giorni dal grido di allarme lanciato dalla Corte dei conti siciliana che ha evidenziato un grande scollamento tra pubblica amministrazione e cittadini e conclama la grave sofferenza economica della maggior parte dei Comuni dell’Isola.
La semplificazione
Semplificazione amministrativa vuol dire rendere più chiaro, facile, comprensibile e snello il funzionamento dell’Amministrazione e, in realtà, se ne parla dagli inizi degli anni ‘90, quando fu emanata la legge 241/90 che aveva l’obiettivo di dare l’avvio a una nuova stagione nella semplificazione amministrativa, ritenendo che fosse venuto il tempo di una riflessione sulla evoluzione dei modelli di semplificazione e su quali potevano essere, al tempo, i fattori chiave di un nuovo paradigma della semplificazione amministrativa. Nonostante molta acqua sia passata sotto i ponti, sembra che grandi passi avanti non ne siano stati fatti, anche perché non è bastata 1a legge 537/1993 che aveva lo scopo di avviare la semplificazione procedimentale e la delegificazione, individuando un numero limitato di procedure amministrative oltre ai criteri e i principi per semplificarle attraverso lo strumento dei regolamenti delegificanti.
Le parole di Zangrillo
Un nuovo tentativo fu fatto con la legge del 7 agosto 2015 n. 124, la cosiddetta legge Madia-Renzi, che prevedeva deleghe da esercitarsi nell’arco dei dodici mesi dall’approvazione. Scadenze che sono state anticipate per la prima tranche di decreti, con il decreto taglia-leggi, approvato in via definitiva dal Consiglio dei ministri il 15 gennaio 2016.
“L’Italia è un Paese che soffre un ritardo rispetto all’Europa dal punto di vista della digitalizzazione di base – ha detto ai cronisti il ministro Zangrillo – è intorno al 46% rispetto a un’Europa che viaggia al 60%, però stiamo lavorando con grande intensità e con velocità per recuperare tantissime posizioni. Abbiamo digitalizzato le nostre procedure concorsuali e stiamo facendo un lavoro molto importante sulla formazione. Quando mi sono insediato, alla fine del 2022, il tempo medio dedicato alla formazione dei dipendenti pubblici era di 6 ore all’anno. Oggi siamo intorno ai tre giorni l’anno. Ho chiesto con una direttiva recente di garantire ai dipendenti della Pubblica amministrazione almeno 40 ore all’anno di formazione. Il mondo cambia con una rapidità straordinaria, non possiamo più ragionare pensando che la formazione sia un orpello, ma è diventata una leva strategica. Il blocco del turn-over durato dieci anni ha causato un depauperamento sia quantitativo sia qualitativo del personale della Pa” e “oggi se vogliamo che la Pubblica amministrazione sia la spina dorsale del nostro sistema pubblico abbiamo bisogno di personale preparato, pronto ad affrontare il cambiamento come un’opportunità e non come una minaccia”.
“Io ho un obiettivo contenuto nel Pnrr – ha proseguito Zangrillo – ossia semplificare 626 procedure entro giugno del 2026. Il primo step era di 200 procedure semplificate al 31 dicembre 2024, siamo in vantaggio, ne abbiamo già portate al Consiglio dei ministri 250”. Il programma del governo prevede una semplificazione amministrativa, e quindi la necessità di avere una Pubblica amministrazione sempre più vicina ai suoi clienti, cittadini e imprese. Abbiamo deciso di farlo non con un approccio autoreferenziale, e quindi nel chiuso dei nostri uffici con i nostri esperti di diritto amministrativo, ma condividendolo con gli enti territoriali”. Per il ministro “la Sicilia nell’economia del nostro Paese è rilevante, il presidente della Regione Renato Schifani sta facendo un lavoro straordinario dal punto di vista del percorso d’innovazione e modernizzazione della pubblica amministrazione, e quindi è importante esser qui per ascoltare e capire quali sono le esigenze di questa regione”.
Schifani: “Ci vogliono professionalità e merito”
Senza professionalità e merito – ha detto il presidente Schifani – la Pubblica amministrazione è una palla al piede per le istituzioni e la società, nella quale prevalgono burocratismo e inefficienza e in taluni casi alligna la corruzione. Peraltro un sistema amministrativo che dimentica rendimento e qualità dei servizi resi, alla lunga, pregiudica anche se stesso, facendo prevalere le spinte all’inefficienza ed all’appiattimento”. A margine dell’iniziativa il presidente Schifani ha dichiarato ai cronisti che: “Il governo regionale andrà avanti sulla riforma della dirigenza nel segno della fascia unica. Tutte le Regioni lavorano sulla fascia unica – ha spiegato Schifani ricordando il ddl governativo rimasto in stand-by in commissione all’Ars – Lo abbiamo ritirato per approfondimenti ma non è una rinuncia. Non ci piacevano alcuni atteggiamenti e movimenti che rischiavano di paralizzare o inquinare la riforma”.
Parte dal presupposto di “senso di responsabilità” al fine di rivedere, al meglio, il ddl “ma ritorneremo alla carica – ha assicurato Schifani – perché abbiamo bisogno di adeguarci ai modelli organizzativi dirigenziali delle altre regioni. Non possiamo essere una regione a statuto speciale in peius”.
Il sindaco Roberto Lagalla, tra i vari punti del suo intervento, ha parlato di necessità di “rimettere mano al Tuel”, il Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti locali, suggerimento che è arrivato nei giorni scorsi anche dal presidente Pilato della sezione di controllo siciliana della Corte dei conti, che ha indicato come auspicabile, nello specifico, la modifica del Titolo VIII, quello che contiene le disposizioni concernenti gli Enti locali in condizione di sofferenza finanziaria e le relative procedure di risanamento finanziario.