Rosanna Sapia si racconta: "Per fare cinema serve amore" - QdS

Rosanna Sapia, dalla passerella a “Il commissario Ricciardi”: “Per il cinema servono studio e amore”

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Rosanna Sapia, dalla passerella a “Il commissario Ricciardi”: “Per il cinema servono studio e amore”

Salvatore Rocca  |
giovedì 06 Aprile 2023

L'attrice catanese Rosanna Sapia si racconta al Quotidiano di Sicilia. Dagli inizi con il concorso "La Venere dell'Etna" alla carriera cinematografica.

Dalle passerelle dei concorsi di bellezza ai set de “La vita promessa” e “Il commissario Ricciardi”. L’attrice catanese Rosanna Sapia si racconta al QdS, parlando dei passi che l’hanno portata alla ribalta del panorama cinematografico italiano.

L’ultima apparizione del volto catanese sul piccolo schermo è avvenuta proprio di recente, nell’omonima serie televisiva che racconta le vicende di Luigi Alfredo Ricciardi, commissario di Polizia della Napoli degli anni Trenta.

Rosanna, com’è nata l’esperienza sul set de “Il Commissario Ricciardi”?

“La chiamata per il Commissario Ricciardi è arrivata all’improvviso, avevo fatto il provino per un altro ruolo a fine marzo 2022 attraverso un self tape. Mi chiamarono successivamente per andare a Roma, ma non c’erano voli disponibili. Mi dissero che il regista era disponibile soltanto per quel giorno e pensai che non mi avrebbero mai più ricontattato. Fui richiamata una seconda volta ma, anche in quell’occasione, non trovai altri voli. Il 6 giugno, però, mi arrivò una mail da parte del mio ex agente dicendomi che avevo vinto il ruolo e che sarei partita immediatamente. Mi sono dunque ritrovata, dopo una settimana, a fare prove costume e quant’altro”.

“Sono rimasta meravigliata perché hanno scelto me visionando il self tape, senza fare il provino in presenza rispetto a tutte le altre attrici. Sono rimasta sul set fino ad agosto ed è stata un’esperienza molto bella, mi sono trovata benissimo e sono stati tutti meravigliosi a partire da Lino Guanciale che è una persona splendida insieme ad Antonio Milo e Adriano Falivene”.

“Si è trattato di uno dei set migliori in cui mi sono trovata. Il mio è stato finalmente un ruolo drammatico, in precedenza avevo fatto ruoli più ‘leggeri’ collegati più al mio fisico. Era uno dei ruoli che avrei voluto tanto fare, il mio personaggio era descritto come una donna triste, piangente, molto bella ma interessata da un amore che non è andato a buon fine”.

Puoi parlarci della storia e del tuo personaggio?

“Si tratta della storia scritta da Maurizio De Giovanni, una storia d’amore tra Cettina e Vincenzo, da piccoli sono innamorati ma lui va in America per trovare fortuna per sposarla successivamente. Passano molti anni, lui nel frattempo diventa un pugile e, al momento del suo rientro in Italia per cercare Cettina, la ritrova sposata con un uomo più grande di lei, Costantino, che l’aveva sistemata a livello economico. Il marito viene poi ucciso, le colpe vengono date a Vincenzo e Cettina non può mai credere che possa essere stato lui a compiere il gesto”.

“Alla fine, si scopre che a togliere la vita a Costantino è stato il cugino che l’ha sempre amata. Lei, in conclusione, tornerà con il suo primo amore che non ha mai dimenticato. Si è trattato di uno dei ruoli che ho adorato maggiormente, ho avuto la ‘prova’ che aspettavo da tanto: sul set sono sempre vestita di nero, con i capelli legati e poco truccata. Ho recitato in napoletano e non ho avuto difficoltà perché il mio compagno è napoletano e lo parlo tranquillamente”.

Facciamo un salto indietro, ne “La vita promessa” hai interpretato un ruolo totalmente differente. Che esperienza è stata?

“Lì ho interpretato Angela, una ragazza molto frivola e vicina di casa della protagonista Carmela interpretata da Luisa Ranieri che si trasferisce a New York per cambiare vita. Si metterà insieme al boss (Tony Sperandeo), diventandone addirittura la moglie. Sarà l’Antagonista di Carmela. Si è trattato di un ruolo più difficile perché ero più piccola, mi trovato al mio primo set e a interpretare uno dei ruoli più ricorrenti della serie. Abbiamo girato anche a Sofia, in Bulgaria. Però mi è stato di aiuto avere accanto degli attori con grande esperienza. Mi sono trovata benissimo con Luisa Ranieri, così come con Francesco Arca. Mi hanno aiutato tantissimo, mi sono sentita veramente a casa”.

Prima di debuttare sul set cinematografico hai partecipato ad alcuni concorsi di bellezza, tra cui l’edizione 2010 de “La Venere dell’Etna” vinta proprio da te che quest’anno è giunta alla sua 20 edizione. Quanto sono stati importanti questi momenti?

“L’ho vinto a 18 anni, è stato il mio primo concorso. Devo ringraziare il patron Antonio Russo che ha sempre creduto in me. Mi sento di consigliarlo a tutte le ragazze che vogliono affacciarsi a questa realtà. Da sempre ho però voluto fare l’attrice. Inizialmente intendevo farmi notare con la speranza che qualcuno si accorgesse di me. Poi, ho deciso di fare il secondo concorso de “Una ragazza per il cinema” per avere la possibilità di vincere una borsa di studio e andare a Roma. Ho quindi capito che bisogna studiare, avere un agente capace che ti supporta e fare provini”.

“I concorsi mi hanno aiutato anche a ‘sciogliermi’ e a crescere. Poi sono sempre stata legata alla mia famiglia, vedo ragazzine di 18-19 anni che hanno già le idee molto chiare e con dei genitori che fanno di tutto per mantenerle. La mia famiglia mi ha detto ‘se lo vuoi fare, provaci’ ma non è mai stata fissata con questo obiettivo. Devo ringraziare la borsa di studio e Rossella Izzo – che si trovava in giuria – che mi ha voluto ugualmente premiare nonostante fossi arrivata terza, altrimenti non avrei mai intrapreso questa carriera. Lei ha creduto in me, dovrebbero esserci più persone così e che credono nei giovani e nel voler scommettere”.

Cosa puoi dire ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del cinema?

“Innanzitutto bisogna comprendere cosa si vuole fare, ho capito che devi avere amore e pazienza. Bisogna ingoiare tanti bocconi amari, mi è capitato spesso di non essere richiamata per altre produzioni. Ai giovani comunque consiglio di essere preparati. Le occasioni arrivano e devi farti trovare pronto, poi conta molto la fortuna. Ho fatto tanti provini per i quali pensavo di essere adatta, ma non è andata”.

“Se per il ruolo di Cettina non fossi stata preparata, probabilmente non sarei stata scelta. Studiare, specialmente la dizione e le lingue, fa tantissimo. La mia fonte d’ispirazione può essere Sofia Loren, ma di ragazze e ragazzi belli ce ne possono essere tanti e, al giorno d’oggi, per distinguersi è necessario essere determinati e preparati”.

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