Salvini & Di Maio, così è (se vi pare) - QdS

Salvini & Di Maio, così è (se vi pare)

Carlo Alberto Tregua

Salvini & Di Maio, così è (se vi pare)

martedì 16 Luglio 2019

Man mano che passa il tempo la coppia Salvini & Di Maio si consolida. Più forti sono i contrasti di fondo e più la loro voglia di continuare la strada insieme si rafforza. Sembra un paradosso, ma se ci pensate bene non lo è.
Nelle comiche di tutti i tempi le coppie che hanno avuto più successo sono quelle che si contraddicevano continuamente. Ricordate Stan Laurel e Oliver Hardy (Stanlio e Ollio)? Si insultavano continuamente e perfino si prendevano a botte, ma poi erano sempre insieme.
Ricordate Cric e Croc, una fiaba italiana inclusa nella raccolta di fiabe di Italo Calvino? A Monferrato, Cric e Croc sono due abili ladri che si conoscono all’osteria e si derubano a vicenda, ma decidono di lavorare insieme.
La ruberia non è il caso di Salvini e Di Maio ma lo è l’attaccarsi reciprocamente, ovvero far finta di attaccarsi, perché ognuno deve dar conto al proprio elettorato. Ma alla fine, con la saggia mediazione del primo ministro Giuseppe Conte, le questioni si dirimono e fino ad oggi raggiungono sempre un punto mediano.

Ciò di cui vi scriviamo ci ricorda l’opera teatrale di Luigi Pirandello “Cosi è (se vi pare)”. Come ricorderete il premio Nobel ci descrive situazioni reali che “smaschera” secondo interpretazioni, per cui la valutazione di fatti e circostanze divergono in base a chi li interpreta.
Si tratta di un relativismo di forme ed esteriorità da cui ne consegue l’impossibilità di conoscere la verità assoluta.
Figuriamoci nel caso dei due soci del famoso Contratto. Nessuno di loro sa quale sia e dov’è la verità, perché quando parlano (e parlano continuamente con tutti i mezzi) si rivolgono ad un pubblico che si beve tutte le frasi emesse dalla loro bocca.
Il guaio del nostro Paese è che la maggior parte dei cittadini è abituata a ricevere messaggi radiotelevisivi e su Internet senza farne una valutazione critica, senza cioè tentare di capire se quei messaggi dicano la verità oppure no.
La dimostrazione sta nel fatto che le continue promesse che i politici fanno nelle campagne elettorali e fuori di esse, quasi mai vengono mantenute. Eppure alla volta successiva gli elettori rivotano quegli stessi che hanno propalato menzogne.
Di Maio vuole il minimo di paga orario in nove euro, Salvini fa finta di dire sì ma mette subito il ceppo: a condizione che non abbia riflessi nei contratti di lavoro.
Salvini vuole la Flat tax: Di Maio gli risponde che è più importante diminuire il cuneo fiscale. L’accordo sembra evidente.
Il Reddito di cittadinanza era un cardine della propaganda pentastellata, Salvini ne ha convenuto anche perché sapeva che l’effettivo esborso sarebbe stato parecchio inferiore ai sette miliardi previsti.
Il capitano della Lega ha puntato su Quota 100 e Di Maio è addivenuto alla proposta, sapendo a sua volta che anche in questo caso le uscite sarebbero state nettamente inferiori rispetto ai sette miliardi previsti.
Anche con questi risparmi Tria è riuscito a chiudere la procedura di infrazione.
Sulle regole relative agli immigrati clandestini Salvini ha basato il suo successo. Capita l’antifona, anche Di Maio si è accodato e oggi i due su questo punto non hanno più divergenze.

Il Governo si avvia alle acque tranquille di agosto, confortato dalla sonnolenza del mercato che appare tranquillo, tanto che lo spread è sceso sotto i 200 punti base (la differenza tra i Bond italiani e i Bund tedeschi nella misura di circa il 2%).
Le Camere si preparano alla rituale chiusura, che anche quest’anno durerà una quarantina di giorni (beati deputati e senatori che possono godere di così prolungate vacanze!). Però il Parlamento ha avuto un guizzo di orgoglio approvando per la terza volta (la prima della seconda lettura) la legge costituzionale che riduce i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Si tratta di un’iniziativa dell’M5s con la quale abbiamo sempre concordato, per cui oggi rivolgiamo un plauso a quel gruppo parlamentare cui peraltro ha dato consenso il gruppo della Lega e di FdI.
A settembre ci sarà il vero esame e cioè l’impostazione della legge di Bilancio 2020. Lì si vedrà la nobilitate del duo Salvini-Di Maio. Riteniamo però che Conte e Tria riusciranno nell’improbo compito di recuperare 40 miliardi che servono.

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