Sanità, Asp Messina: “Servono soluzioni strutturali” - QdS

Sanità, Asp Messina: “Servono soluzioni strutturali”

Lina Bruno

Sanità, Asp Messina: “Servono soluzioni strutturali”

giovedì 27 Luglio 2023

Il Commissario Straordinario Bernardo Alagna fa il punto insieme al Qds sulle criticità in provincia: “Dialoghiamo con le strutture ospedaliere del territorio per sopperire a carenza personale”

MESSINA – Zero chiusure aree emergenza e Pronto Soccorso. Un imperativo categorico mai così sentito come in questa estate di emergenze tra malori da caldo torrido e intossicazioni da fumo per gli incendi con presidi ospedalieri, che da tempo lamentano la mancanza di personale, presi d’assalto.

Ma è anche l’obiettivo che si pone la direttiva firmata nei giorni scorsi dal dirigente generale Salvatore Jacolino e dall’assessore regionale alla Sanità Giovanna Volo che contiene delle linee di indirizzo per dotare i centri più in affanno alcuni dei quali con una pianta organica scoperta per il 60/50%.

Vengono indicati degli strumenti alle Asp per rafforzare quelle strutture sanitarie, in particolare i pronto soccorso e i punti di emergenza, che hanno ormai una carenza cronica di personale. Si parla di riorganizzazione dei turni, assunzioni in deroga, di rotazioni di medici e convenzioni con altre aziende del territorio, di ricorso agli specializzandi dal secondo anno, di bandi aperti ai privati con incentivi, tutto nel “rispetto dell’equilibrio economico/finanziario”, senza cioè prevedere un aumento di spesa.

Nella provincia di Messina non mancano le situazioni critiche che il Commissario straordinario dell’Asp Bernardo Alagna ha già tentato di risolvere. Il caso che pesa di più sul territorio è forse il pronto soccorso del Cutroni Zodda di Barcellona che resta chiuso dopo il nulla di fatto dei bandi per dotarlo di personale necessario. “Faremo degli avvisi per prestazioni aggiuntive – dichiara Alagna al Qds – cerchiamo di ridurre i disagi con la collaborazione di Milazzo che in questo momento è il nosocomio che funziona meglio insieme a quello di Patti. Difficoltà a Mistretta risolte in parte dalla convenzione con la Fondazione Giglio di Cefalù e a Sant’Agata Militello dove la dotazione organica è sotto del 50%. E anche qui abbiamo l’intenzione di avviare una collaborazione con la stessa Fondazione Giglio”.
Alcune organizzazioni sindacali contestano questa apertura ai privati che considerano come l’anticamera dello smantellamento della sanità pubblica.

È di qualche giorno fa la nota di Cgil e Uil dove si critica questa modalità e si sollecitano interventi strutturali da parte della Regione per rivedere l’intero sistema. La direttiva assessoriale per sopperire alle criticità di personale dà soluzioni transitorie, di breve periodo, non strutturali.
“Apre alla esternalizzazione – spiega Alagna – a soggetti esterni, a medici in pensione, attraverso bandi in particolare per i pronto soccorso. Per incentivare è previsto un compenso orario di 100 euro per i medici e 50 euro per gli infermieri. Certo si possono creare delle disparità anomale se pensiamo che nello stesso pronto soccorso si possono trovare a lavorare insieme un medico esterno che per 12 ore guadagna 1200 euro ed uno strutturato che con gli stessi oneri prende 3200 euro al mese. Servirebbe una contrattualizzazione diversa, più appetibile, assurdo che si fugga dalla sanità pubblica. Diventa così inevitabile sopperire alle carenze rivolgendosi all’esterno anche in paesi esteri come fanno già molte regioni. Le scuole di specializzazione specie in emergenza urgenza sono deserte, prima si sgomitava per entrare. Qualcosa non funziona”.

Le Asp si dovranno fare carico dei costi delle esternalizzazioni. “Attingo alla voce beni e servizi, – dice Alagna- non intacco quella del personale che prevede in un anno un tetto di spesa di 236 milioni di euro che non basterebbero se fossimo al completo con la pianta organica ma molti bandi vanno deserti”.

Nella direttiva si parla di accordi con le altre aziende del territorio. “Abbiamo chiesto a tutti, ha risposto finora solo l’Azienda Papardo con la quale abbiamo sottoscritto una convenzione per avere gli anestesisti per l’ospedale di Lipari e con la quale c’era già una collaborazione per i cardiologi. Sempre a Lipari abbiamo difficoltà in ostetricia, ci siamo appoggiati a Milazzo ma per alleggerire il Fogliani abbiamo adesso previsto fino a dicembre il richiamo di due ginecologi in pensione. In chirurgia siamo al 50% in meno di personale, ci sono solo due anestesisti, ce ne vorrebbero 5, abbiamo comunque raddoppiato il servizio di guarda medica, fondamentale nelle isole in questo periodo”.

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