Sanità efficiente pubblica o privata - QdS

Sanità efficiente pubblica o privata

Carlo Alberto Tregua

Sanità efficiente pubblica o privata

giovedì 30 Marzo 2023

Art. 32: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività"

L’articolo 32 della Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
Quindi, è l’individuo, cioè il cittadino o la cittadina, che ha diritto a essere curato al meglio. Che gli importa se il servizio viene prestato da un ente pubblico o da un ente privato? È questo l’equivoco su cui tanti imbrattacarte pieni di ideologia continuano a battere il tasto e cioè che il servizio sanitario debba essere pubblico.

L’abbiamo sentito dire recentemente anche alla neo-segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, con un’enfasi non necessaria, ma forse utile a far passare per verità una menzogna.
Intendiamoci, vediamo con simpatia questo rinnovamento del Partito democratico, ma certo non possiamo non sottolineare gli errori di grammatica quando vengono effettuati dai leader e in primis da chi sta ai vertici.

Bisogna chiarire subito che lo stanziamento dello Stato per la salute dei/delle cittadini/e per il 2023 è di ben 130 miliardi, importo lievitato fortemente in una quindicina di anni. Tale ricchezza viene distribuita alle venti Regioni e alle due Province autonome di Trento e Bolzano sulla base di un costo storico e non del fabbisogno dei singoli territori. Cosicché si verifica una distorsione perché non si tiene conto della variazione della popolazione o di altre variazioni.

L’importo distribuito dallo Stato viene poi integrato da ulteriori finanziamenti delle singole Regioni.
Come pagano il Servizio sanitario le Regioni? Sulla base di un “listino prezzi” delle singole prestazioni sia di medicina ordinaria, che di chirurgia, di analisi, di radiologia e via enumerando. Cosicché, se un/una cittadino/a subisce un’operazione, per esempio al femore, non importa che essa venga effettuata da un soggetto sanitario privato o pubblico perché chi l’ha effettuata emette una sorta di fattura, chiamata Drg, il cui importo è prefissato nella convenzione con la Regione, la quale lo liquida.
Dunque, il costo per la Regione non cambia a prescindere da chi abbia effettuato l’intervento.

L’altro giorno partecipavo a una trasmissione di Sky TG24, Start, e la conduttrice affermava che la sanità pubblica è gratuita e quella privata è a pagamento. Sono intervenuto con fermezza dicendo che l’affermazione non era vera, perché a parità di prestazioni la Regione paga la stessa somma sia a un soggetto pubblico che a un privato.

Ho visto la sorpresa nel viso della conduttrice, che non sapeva questo aspetto della sanità.
È comune che la gente creda a questa menzogna e cioè, ripeto, che la sanità pubblica sia gratuita e quella privata a pagamento. Intendiamoci, la sanità privata che sia convenzionata con il Ssn.
Al cittadino-ammalato importa ricevere il miglior servizio possibile sia per l’intervento che per il post-curativo. Dunque, gli interessa la qualità del servizio e non chi l’abbia prestato, sia esso pubblico oppure privato.

Le Regioni non dovrebbero avere preferenze nel finanziare il settore pubblico o quello privato, ma dovrebbero avere a cuore la qualità del servizio prestato e quindi il soddisfacimento degli ammalati.
Per raggiungere questo obiettivo dovrebbero avere all’interno del loro organico un corpo scelto di controllori e ispettori, i quali dovrebbero stare in giro continuamente, anche di notte, per verificare la qualità dei servizi sanitari prestati sia dai soggetti pubblici (Asp, presidi ospedalieri, eccetera) sia da soggetti privati (policlinici, cliniche, eccetera).

Questi ispettori dovrebbero poi assegnare punteggi, come per esempio si fa con il manuale stellato Michelin, e quindi pubblicare mensilmente su quotidiani e siti le classifiche di tutti i prestatori di servizi sanitari con una graduatoria di qualità rilevata dal corpo indicato dei controllori.
Mettendo in competizione il pubblico e il privato, il servizio sanitario non può che migliorare perché proprio dalla concorrenza emerge la necessità di fare meglio e di più.
Non sappiamo se quanto prospettato sia digeribile da parte delle Regioni, ma il filo logico è incontestabile, in favore dei malati.

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