Sanità privata, è rottura col governo regionale: “Dal 20 di ogni mese, stop alle prestazioni in convenzione”

Sanità privata, è rottura col governo regionale: “Dal 20 di ogni mese, stop alle prestazioni in convenzione”

Accursio Sabella

Sanità privata, è rottura col governo regionale: “Dal 20 di ogni mese, stop alle prestazioni in convenzione”

Redazione  |
martedì 28 Marzo 2023

Incontro tra i rappresentanti sindacali e l'assessore Volo. Proposti 11 milioni per i budget, a fronte di una richiesta di 60: Prosegue lo stato di agitazione. Ma i biologi: "Bene il dialogo"

Era già chiaro nell’incipit e nella coda del comunicato ufficiale della Regione. “L’incontro si è svolto con la massima franchezza. Siamo fiduciosi che una soluzione si possa trovare”. Che, tradotto dal burocratese diplomatico, significa: l’incontro è stato teso e non siamo riusciti a trovare un accordo.

“Negato il diritto di cura ai siciliani”

E l’ottimismo dell’assessore Giovanna Volo, infatti, è stato presto spazzato via dalla durezza della nota con la quale i rappresentanti dei laboratori di analisi hanno certificato la (nuova) rottura col governo Schifani: “Davanti all’ostinata negazione del diritto alla cura dei siciliani che il Governo regionale continua a mettere in atto la specialistica accreditata esterna siciliana è costretta a confermare lo stato di agitazione e annunciare la sospensione dell’erogazione delle prestazioni in convenzione all’esaurimento del budget mensile di ogni struttura, vale a dire intorno al giorno 20 di ogni mese”. Le parole, durissime, sono dei coordinatori del Cimest (Coordinamento intersindacale di medicina specialistica ambulatoriale di territorio), Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, al termine dell’incontro convocato dall’assessore alla Salute con le diciassette organizzazioni sindacali che compongono l’Intersindacale della specialistica accreditata esterna.

La protesta revocata

I rappresentanti della Sanità privata, a fronte della convocazione avvenuta qualche giorno fa, avevano deciso di revocare lo sciopero previsto per il 31 marzo. Sarebbe stato l’ultimo capitolo di una lunga e arroventata storia di proteste, manifestazioni, sit-in contro l’assessorato regionale alla Salute. Ma l’incontro di oggi non ha risolto la questione.

Undici milioni contro i 60 richiesti

“L’assessore Volo – proseguono infatti Gibiino e Calvaruso – ci ha ribadito chiaramente che ritiene le oltre 1.800 strutture accreditate esterne che erogano l’80% delle prestazioni del Sistema sanitario regionale come un corpo estraneo. Sembra non rendersi conto che il Sistema sanitario siciliano poggia quasi completamente sulle nostre spalle. Abbiamo chiesto di rivedere i fabbisogni per tutelare il diritto alla salute dei cittadini siciliani e abbattere le lunghe liste d’attesa è la risposta qual è stata? Un aumento di undici milioni di euro a fronte dei sessanta che sarebbero necessari per garantire anche quest’anno l’erogazione delle prestazioni sullo standard degli anni passati, anni nei quali abbiamo erogato prestazioni in extra-budget mettendo davanti a ogni cosa l’interesse dei malati siciliani”.

“Un danno per i cittadini”

Insomma, la proposta, dal punto di vista economico, si è rivelata insoddisfacente. “Purtroppo saranno i cittadini siciliani e i malati siciliani a pagare questa incomprensibile mancata programmazione sul territorio regionale che porterà a ulteriore allungamento delle liste di attesa – sottolineano i due sindacalisti -. È notizia di oggi, infatti, che diversi Cup delle Asp che gestiscono gli ambulatori pubblici hanno aperto le agende di prenotazione per il 2024 perché hanno esaurito tutte le prenotazioni per il 2023. Non vogliamo perdere la speranza che nel prossimo incontro si possa trovare una soluzione per tutelare il diritto alla salute dei siciliani e la sopravvivenza delle nostre strutture, ma l’esito dell’incontro di oggi non ci rende ottimisti”, concludono i coordinatori del Cimest.

L’assessore Volo: “Ci rivedremo tra 8 giorni”

Più ottimista, come detto, appare invece l’assessore Volo: “L’incontro di oggi con i rappresentanti dei laboratori privati convenzionati – si legge in una nota – si è svolto con la massima franchezza su tutte le questioni da affrontare. Abbiamo portato sul tavolo delle proposte che sono percorribili relativamente alle risorse che sono attualmente a nostra disposizione per il 2022 e per il 2023. I sindacati ci hanno consegnato una controproposta che verificheremo nei prossimi giorni. Il tavolo è stato aggiornato e ci rivedremo tra otto giorni. L’incontro – conclude – si è svolto in un clima di grande correttezza e siamo fiduciosi che una soluzione condivisa si possa trovare”.

I laboratori d’analisi: “Bene l’apertura al dialogo”

Se i rappresentanti delle cliniche hanno ‘bocciato” senza giri di parole la proposta dell’assessore, toni più morbidi sono quelli usati da altre categorie interessato, come è il caso dei biologi. “Abbiamo accolto con favore l’apertura al dialogo da parte dell’assessore regionale alla Salute Giovanna Volo e ci attendiamo, ora, maggiori approfondimenti e ulteriore disponibilità nel nuovo incontro che avremo con lei, mercoledì 5 aprile”. Lo dichiara Pietro Miraglia, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sicilia, nonché leader regionale di Federbiologi SnaBilp, l’organizzazione sindacale dei biologi titolari di laboratori di analisi cliniche (sia in forma singola che associata) al termine del vertice tra l’esponente della giunta regionale siciliana e i sindacati delle strutture convenzionate. Sul tavolo resta la richiesta di riprogrammazione del fabbisogno sanitario per il 2023 ed il relativo aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture dal momento che “quelli erogati attualmente (282 milioni di euro l’anno) bastano a malapena a coprire le richieste fino al 20 del mese” spiega ancora Miraglia. “Sappiamo che altre sigle sindacali hanno giudicato l’incontro un flop. Ma, almeno per noi, la trattativa deve andare avanti” aggiunge il rappresentante dei biologi siciliani, che poi rilancia: “siamo convinti che debba prevalere il buonsenso per evitare rotture insanabili che alla fine portano a non risolvere i problemi di una categoria che vuole soluzioni condivise”.

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