Sanità privata, stop allo sciopero: “Apertura da Volo, ma ora vogliamo i fatti” - QdS

Sanità privata, stop allo sciopero: “Apertura da Volo, ma ora vogliamo i fatti”

redazione

Sanità privata, stop allo sciopero: “Apertura da Volo, ma ora vogliamo i fatti”

Chiara Billitteri  |
mercoledì 22 Marzo 2023

Le strutture convenzionate sono state convocate per il 28 marzo, tre giorni prima dell'annunciata manifestazione.

Le strutture sanitarie private hanno deciso di sospendere lo sciopero-manifestazione previsto per il prossimo 31 marzo, ma non è una tregua.

La convocazione dell’assessore

L’assessore alla Salute della Regione Giovanna Volo, infatti, ha convocato le strutture a colloquio il 28 marzo, tre giorni prima di quella che sarebbe stata la seconda manifestazione contro i tagli decisi dal Governo regionale sui budget destinati a coprire le spese delle prestazioni effettuate dai laboratori privati in accredito con la Regione.

“Sciopero sospeso”

“La stato di agitazione della specialistica accreditata esterna siciliana è sospeso”, spiegano i coordinatori del Cimest (Coordinamento Intersindacale di Medicina Specialistica ambulatoriale di territorio), Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, a seguito “della convocazione ricevuta dall’assessore alla Salute Giovanna Volo, che riteniamo si tratti di un segnale di apertura per poter riprendere un dialogo costruttivo con il governo regionale, allo scopo di tutelare il diritto alla cura dei siciliani e assicurare la sopravvivenza delle oltre 1800 strutture accreditate che erogano l’80% delle prestazioni del Ssr”.

“Segnale di apertura”

“Dopo i tagli operati dal precedente governo regionale – ha aggiunto Salvatore Pizzuto, presidente siciliano di Acap Salute – l’assessore Volo ha chiesto alle Aziende sanitarie provinciali quali sono i fondi a disposizione e ha mantenuto l’impegno a convocarci. Un segnale, quindi, di apertura. Auspichiamo che da questo appuntamento possa crearsi un rapporto di confronto e di programmazione della sanità siciliana nel territorio”. Confronto che, fino a ieri, è stato molto aspro. 

L’annuncio della manifestazione del 31 marzo

Il 24 febbraio scorso c’è stata la prima manifestazione-protesta contro i tagli annunciati dal Governo, poi l’annuncio di una possibile ulteriore serrata: “Siamo pronti ad incrociare nuovamente le braccia ed a sospendere l’erogazione di tutte le prestazioni in convenzione – aveva dichiarato in una nota Pietro Miraglia, presidente dell’Ordine dei Biologi della Sicilia, nonché leader regionale di Federbiologi SnaBilp, l’organizzazione sindacale dei biologi titolari di laboratori di analisi cliniche – venerdì 31 marzo protesteremo per dire basta alla negazione del diritto alla cura dei siciliani che il governo regionale continua a mettere in atto”.

Cosa chiedono i privati

I privati chiedono “la riprogrammazione del fabbisogno sanitario per il 2023 ed il relativo aumento dei fondi messi a disposizione delle strutture territoriali”. 

Quelli che saranno erogati per il 2022-2023 saranno 282 milioni di euro, più di 30 milioni in meno rispetto ai fondi erogati nel 2021, che erano 315 milioni. Questo budget, secondo un calcolo fatto dalle strutture private, basta a malapena a coprire le richieste fino al 20 del mese. “Il resto (almeno 60 milioni) dobbiamo metterlo noi di tasca nostra”, spiega Miraglia.

“Tagli del budget? Un danno per i cittadini”

“L’opinione pubblica ancora non sa o non ha capito che il problema è che il governo di Renato Schifani ha scelto di sottostimare i finanziamenti destinati all’assistenza sanitaria in Sicilia”, spiegano altri rappresentanti.

“Il problema – aggiungono – non è la protesta dei laboratori, noi non stiamo facendo nessuno sciopero, almeno non per noi stessi, ma stiamo facendo un opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica su quello che sta accadendo: l’assessore Volo ha pubblicato un decreto con cui impone alle strutture private convenzionate di non eccedere per nessuna ragione il budget che gli è stato assegnato, già in misura ridotta rispetto agli anni passati, pena la revoca dell’accreditamento. Da una parte abbassano il volume del budget ai cittadini, non ai laboratori, dall’altra parte fanno un atto intimidatorio che non era mai stato fatto prima. Ci hanno detto in faccia che non gli serviamo, e nel frattempo – concludono – i cittadini siciliani smetteranno di curarsi per colpa di questa scelta”.

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