Sant'Agata si celebra pure a Roma, storia della tradizione - QdS

Sant’Agata celebrata anche a Roma, il culto per la martire dai siciliani che vivono nella Capitale

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Sant’Agata celebrata anche a Roma, il culto per la martire dai siciliani che vivono nella Capitale

Rita Serra  |
domenica 05 Febbraio 2023

Una tradizione, quella di festeggiare Sant'Agata a Roma, che si ripete da oltre mezzo secolo. Il racconto della celebrazione.

I più anziani hanno lasciato la Sicilia cinquant’anni fa in cerca di fortuna, stabilendosi a Roma. Vivono da romani ma continuano a sentirsi siciliani per cultura. Assertori convinti delle tradizioni e usi della loro terra, compongono la vasta comunità dei Siciliani residenti nella metropoli romana che ha il suo punto di riferimento nella chiesa di Santa Maria Odigitria di via del Tritone, diventata anche la sede dell’associazione Antonello da Messina.

Il culto di Sant’Agata a Roma

La festa di Sant’Agata per i catanesi come quella della Madonna della Lettera per i messinesi, di Santa Rosalia a Palermo, diventano un avvenimento nazionale con le celebrazioni che ogni anno si svolgono nella Capitale.

È stata affidata al cardinale Paolo Romeo, l’omelia per la festa di Sant’Agata celebrata ieri anche nella chiesa di Odigitria. Una tradizione che si ripete da oltre mezzo secolo. Anche quest’anno l’Associazione culturale “Antonello da Messina” con il presidente Domenico Scaffidi e la Venerabile Confraternita dei Siciliani guidata dal primicerio, monsignore Renzo Giuliano, hanno organizzato l’evento affidando la liturgia al cardinale Romeo, vescovo emerito di Palermo e originario di Acireale.

La missione dell’associazione

La Sicilia “bedda” con i suoi miti e santi, le tradizioni culturali e storiche, i grandi personaggi, poeti, scrittori, artisti che la resero celebre, dimora anche nella città di Roma, dove migliaia di isolani emigrarono nel dopoguerra. Al ponte culturale che lega la terra del sole alla città che fu culla di Romolo e Remo, fa da collante e cabina di regia la “Antonello da Messina”. Un sodalizio di fermento culturale che nacque intorno agli anni ’70. Allora si chiamava il gruppo “Amici di Messina” ma perseguiva gli stessi scopi che svolge ora.

Ci illustrano la missione associativa, i due dirigenti messinesi Milena Romeo e Sergio Di Giacomo entrambi giornalisti e componenti del direttivo: “Divulgare la cultura e le tradizioni siciliane – spiegano – è l’impegno principale della associazione che lavora tutto l’anno alla programmazione di iniziative e attività finalizzate a promuovere la figura e l’opera di Antonello da Messina, di eventi e personaggi che appartengono alla storia culturale siciliana. Gli isolani che vivono a Roma sono tanti. La loro unione è anche merito nostro e del movimento culturale che riusciamo a creare e mantenere. Ogni appuntamento rappresenta un momento forte di richiamo e avvicinamento di intellettuali, artisti, giornalisti interessati”.

Prima di Sant’Agata, lo scorso 22 gennaio, era stato rinnovato l’omaggio a Sant’Eustochia Calafato di Messina per il Dies Natalis. Una settimana di eventi erano stati dedicati al giudice Beato di Canicattì, Rosario Livatino, con l’esposizione della camicia insanguinata, nella chiesa di Odigitria. A dicembre la commemorazione per il 114esimo anniversario del terremoto di Messina.

La messa ieri è stata preceduta dall’omaggio a Giovanni Verga, in occasione del centenario della morte, con una conferenza sul poeta innovatore tenuta dalla professoressa Lia Fava Guzzetta, coordinatrice degli eventi antonelliani di Roma. Sviscerato il rapporto di Verga con il cinema. Un lato dello scrittore poco conosciuto.

Lo chiediamo al giornalista e critico cinematografico messinese Nino Genovese, relatore alla conferenza romana. “Nel mio saggio San Cinematografo o castigo di Dio – spiega – va attraverso un excursus storico-critico ho analizzato il rapporto complesso tra Verga e il cinema. Una nuova forma d’arte scoperta negli ultimi anni della sua vita, alla quale il mondo produttivo cinematografico si è interessato anche dopo la morte del poeta fino ai nostri giorni. Numerosi i film tratti dalle sue opere che sono stati realizzati”. Per l’occasione sono stati proiettati alcuni spezzoni di film tratti dalle sue opere, selezionati dal critico messinese per il pubblico romano che ha partecipato numeroso alla conferenza.

Per l’associazione Antonelliana si annuncia un anno pieno di appuntamenti, segno di una ripartenza totale dopo il Covid. Mancano ancora due mesi ma fervono già i preparativi per il premio “Antonello da Messina”, il 14 aprile, riservato alle eccellenze messinesi. A ricevere il riconoscimento quest’anno ci saranno due messinesi doc: lo squalo dello stretto Vincenzo Nibali, campione di ciclismo e l’attore comico Nino Frassica.

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