Schifani declassa l’ex palazzo Esa di Catania - QdS

Non c’è sito presidenziale al di fuori di Palermo: Schifani declassa l’ex palazzo Esa di Catania

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Non c’è sito presidenziale al di fuori di Palermo: Schifani declassa l’ex palazzo Esa di Catania

Salvo Catalano  |
martedì 06 Giugno 2023

Lo scorso 25 maggio la Giunta ha aggiornato l’elenco dei siti presidenziali: i dettagli della decisione "accentratrice" del governatore.

Non c’è palazzo presidenziale al di fuori di Palermo. Con buona pace dell’ex Palazzo Esa di Catania, inserito tra i siti presidenziali da Raffaele Lombardo e molto usato sia dall’ex presidente autonomista che da Nello Musumeci. Pochi giorni fa una delibera della Giunta Schifani ha declassato l’immobile catanese.

Troppo complessa la gestione del palazzo in pieno centro cittadino, dove peraltro lo stesso presidente Schifani ha messo piede soltanto tre volte da quando è stato eletto.

Schifani declassa l’ex Palazzo Esa, la decisione

Lo scorso 25 maggio la Giunta ha aggiornato l’elenco dei siti presidenziali che, oltre al prestigio del titolo, sono a carico della segreteria generale per manutenzione ordinaria e straordinaria, funzionalità, sicurezza e decoro. Di questa categoria fanno parte tre siti a Palermo: ovviamente Palazzo d’Orleans, palazzo De Simone in piazza Indipendenza e gli uffici distaccati di via Magliocco. A questi si aggiunge la sede della Regione a Bruxelles. Vengono declassati l’ex palazzo Esa di Catania e la sede della Presidenza a Roma, in via Marghera.

Chi si occuperà del sito

Per quanto riguarda l’immobile catanese di via Beato Bernardo, a qualche decina di metri da piazza Stesicoro, la decisione viene motivata con la necessità di importanti interventi di manutenzione, oltre che dalla presenza nei sette piani del palazzo di altri uffici oltre a quelli presidenziali. “Solo il primo piano e parte del secondo – scrive la segreteria generale – sono occupati dagli uffici del presidente, degli assessori e della segreteria”. E più avanti: “L’immobile necessita di importanti interventi di manutenzione oltre che di un intervento complessivo di riqualificazione, con preliminare accertamento dello stato dell’immobile e richiede, altresì, nell’immediato, l’adeguamento alle norme di sicurezza degli ascensori, ormai vetusti”. Problemi di cui la segreteria generale non intende farsi carico “per ragioni di natura organizzativa e finanziaria”.

La gestione del palazzo passa quindi al dipartimento regionale delle Finanze.

Da Musumeci a Schifani, due rapporti diversi col sito

Che il presidente Schifani non amasse il sito è facile intuirlo dal suo scarso utilizzo: appena tre le occasioni in cui vi ha messo piede. Tutt’altra storia sotto la presidenza Musumeci, che era solito trascorrere a Catania i weekend e non mancava occasione di riunire la giunta nell’ex palazzo Esa e di tenervi conferenze stampa. Il sogno dell’ex governatore era quello di farne un vero e proprio Palazzo della Regione, trasferendovi diversi uffici. Desiderio rimasto a metà: sull’immobile campeggia la grande scritta “Palazzo della Regione”, ma Musumeci non ha fatto in tempo a portare a termine l’organizzazione, anche a causa dei problemi strutturali e logistici.

Storia simile con Raffaele Lombardo, che lo volle inserire nel 2012 tra i siti presidenziali dopo averne fatto una delle sedi più frequentate durante il suo mandato. Una scelta che negli anni sarebbe stata mal digerita dagli uffici palermitani di Palazzo d’Orléans, che oggi hanno trovato sponda nella visione accentratrice del presidente Schifani dopo l’interregno del catanese Musumeci.

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