Scuola arretrata libri e stereotipi - QdS

Scuola arretrata libri e stereotipi

Carlo Alberto Tregua

Scuola arretrata libri e stereotipi

mercoledì 23 Agosto 2023

Duecentomila supplenti

Il ministero dell’Istruzione e del Merito gestisce la Scuola pubblica, ma – ai sensi dell’articolo 34 della Costituzione – non prevede che essa debba essere esclusivamente pubblica, tant’è vero che, a fianco della stessa, sono autorizzate le scuole paritarie.
Questo è il quadro di riferimento dell’istruzione primaria e secondaria. Da esso dovrebbe scaturire che i giovani allievi vengano formati adeguatamente per acquisire cognizioni di ordine generale nella prima parte e più specifiche nella parte della scuola superiore.
L’esercito dei giovani italiani che si trova dentro la scuola è stimato in circa otto milioni, ai quali dovrebbero dare adeguata formazione all’incirca novecentomila insegnanti.
Evidentemente, ogni botte dà il vino che ha. Tradotto significa che gli insegnanti trasferiscono agli allievi ciò che possiedono e non altro. La qualità dell’insegnamento e dell’apprendimento viene misurato dall’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione). Ma da più parti i risultati vengono considerati insoddisfacenti, salvo rilevare un’eccessiva valutazione nei voti al Sud rispetto a quella del Nord.

Il citato articolo 34 prescrive che: “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”. Dunque, la Costituzione cita i valori di capacità e di merito, riferendosi agli allievi.
Ma questi come potrebbero acquisire capacità se i loro insegnanti non la possiedono? Questa riflessione scaturisce pari pari da un fatto incontrovertibile: dei circa novecentomila insegnanti, ve ne sono una parte, circa duecentomila, supplenti. Si tratta di una carenza rilevante, che dimostra l’insufficienza delle istituzioni, le quali dovrebbero per tempo bandire i concorsi, per reclutare docenti in relazione al fabbisogno, tenuto conto di quelli che ogni anno vanno in pensione.
Ma così non accade da decenni, con la conseguenza che i dirigenti scolastici devono ricorrere a giovani laureati senza alcuna esperienza, ai quali affidare le classi.
Il problema è accentuato nelle otto regioni del Nord, ove gli stipendi dei docenti non sono competitivi con quelli messi a disposizione dal settore privato.
La scuola italiana è arretrata sul piano dei programmi e degli insegnamenti conseguenti. Vi sono libri anacronistici, adottati dai Consigli dei docenti, che non tengono conto dell’evoluzione dei nostri tempi e quindi costringono in qualche modo gli insegnanti a trasferire ai discenti situazioni che non esistono più.
Dentro questi volumi vi sono spesso stereotipi e fotografie di situazioni superate, che non consentono ai giovani la necessaria evoluzione per farli diventare competitivi.

I docenti si lamentano di percepire stipendi fra i più bassi d’Europa. Preso il dato a sé stante, non ne si può negare la verità. Tuttavia, la regola etica impone di confrontare sempre quanto si percepisce con il relativo lavoro svolto, cercando anche di mettere nel conto la sua qualità.
Non vi è dubbio che un orario settimanale ufficiale di 18 ore – spesso esteso anche fino a 26 per necessità – è comunque ridotto rispetto alle circa 40 ore che fanno i docenti tedeschi o francesi. Ovviamente bisogna tener conto che gli insegnanti hanno anche altre incombenze fra cui Consigli e correzioni dei compiti.

Dunque, si pone l’esigenza di fare i concorsi per far diventare effettivi i duecentomila supplenti che – intentiamoci – non sono sempre gli stessi, ma ruotano in base alle esigenze, con la conseguenza che gli alunni sono spesso disorientati dall’avere più docenti nello stesso anno e dal venir meno di quella esigenza primaria che è la cosiddetta continuità didattica.

La questione che oggi poniamo alla vostra attenzione è di grande importanza, perché si verifica un fatto poco noto: l’insegnante ignorante e incapace è portato a supervalutare i suoi allievi, assegnando loro voti molto più alti del loro effettivo valore, per cui, passando per esempio dalle medie alle superiori, molti ragazzi affrontano studi ben più impegnativi con lacune che i genitori devono affrettarsi a colmare con le lezioni private.
Su giornali, siti e televisioni, di questo argomento si parla poco. Ma potete ben comprendere come invece occorrerebbe interessare l’opinione pubblica su questo pilastro fondamentale del futuro della nostra Nazione, che è la Scuola.

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