Anastasi: “Catania senza una direzione politica precisa” - QdS

Anastasi: “Catania senza una direzione politica precisa”

Melania Tanteri

Anastasi: “Catania senza una direzione politica precisa”

mercoledì 14 Dicembre 2022

Al QdS interviene il nuovo presidente del Consiglio comunale: “Chiediamo un maggior coinvolgimento da parte dei dirigenti sulle scelte amministrative, a partire dalla spesa dei fondi del Pnrr”

CATANIA – Maggiore coinvolgimento del consiglio comunale nelle scelte fondamentali per la città. È quanto chiede il neo presidente del senato cittadino, l’autonomista Sebastiano Anastasi, in particolare relativamente all’impiego dei fondi del Pnrr. Votato all’unanimità dai colleghi al posto di Giuseppe Castiglione, eletto deputato all’Assemblea regionale tra gli autonomisti, Anastasi che vanta una lunga esperienza in Consiglio comunale parte da un presupposto: “Il senato cittadino, in questo momento, è l’unico organo politico rimasto a Catania e non si può prescindere dal suo coinvolgimento – afferma -. La situazione in cui versa la città è sotto gli occhi di tutti e il momento è molto difficile, tra pandemia, guerra e quindi l’inflazione, senza dimenticare il dissesto che non è solo una parola ma comporta enormi sacrifici. Di fronte a tutto questo, Catania non aveva certo bisogno del commissariamento”.

Anastasi non entra nel merito della persona del commissario straordinario, Federico Portoghese, di cui loda la disponibilità, ma evidenzia l’assenza di visione politica da parte dei vertici di Palazzo. “Portoghese risponde sempre alle nostre richieste – garantisce l’esponente di Grande Catania – ma mancano le figure che possano imprimere una direzione precisa a Catania. In questo momento – aggiunge – ci sono scelte politiche che vanno prese dalla politica. La visione di insieme è quello che serve ed è la politica a darla. In questo momento, invece, stiamo assistendo ad altro”.

Il commissariamento, d’altronde, serve per portare avanti l’ordinario fino al voto che è previsto per la primavera prossima. Ma, ed è quello su cui insiste Anastasi, questo momento particolare porta con sé scelte necessarie per, ad esempio, spendere i soldi del Pnrr. Ed è su questo punto che il presidente del Consiglio insiste. “Sappiamo di non essere amministratori – dice – ma chiediamo lo stesso un maggiore coinvolgimento da parte dei dirigenti. Un confronto costante e organico. Per le scelte sul Pnrr invece non siamo stati coinvolti – tuona – anche relativamente a scelte urbanistiche di particolare importanza. Il commissario ha la gestione commissariale ma occorre parlare con chi è eletto, attraverso la Capigruppo, le commissioni o l’aula non importa come. Proprio per discutere di questo – annuncia Anastasi – è stata depositata una richiesta di seduta straordinaria”.

Autorizzazioni, varianti, scelte sulla viabilità: il presidente del Consiglio evidenzia ancora la necessità che i rappresentanti dei cittadini vengano messi a parte delle scelte. “Della chiusura di via di Sangiuliano, ad esempio, non sapevamo nulla – sottolinea Anastasi. Nemmeno la commissione di merito sapeva. Il commissario risponde sempre, ma è una persona sola con un vice non sempre presente, oltre a essere anche commissario della Città metropolitana. Occorre quindi che le decisioni siamo condivise con chi rappresenta i cittadini e che, spesso, è lo stesso che subisce le critiche”.
Relativamente all’aula, Anastasi si sofferma sull’unità della stessa. “È coesa – dice. L’evidenza di quanto affermo è stata la mia elezione come presidente all’unanimità. Il voto atteso in primavera è ancora lontano e in questo momento nessuno sta lavorando per sé. Insomma, Catania non sarà solo merce di scambio per la politica”.

Questo non significa che la politica non si stia preparando al cambio della guardia a Palazzo degli Elefanti, ma Anastasi non vuole entrare nel merito e sgancia la scelta caduta sulla sua persona da logiche elettorali. “La presidenza è andata a Grande Catania perché è stata la lista con maggior consenso dopo quella del sindaco – spiega. È stato un accordo. Il Mpa alla fine farà come ha fatto sempre: portare avanti idee autonomiste ma la partita per il sindaco è ancora aperta – conclude – a destra, a sinistra e tra i civici”.

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