Seduta all'Ars su Ddl crisi comparto zootecnico e caso AST

Tra comparto zootecnico e AST, tensione in sala d’Ercole: all’Ars vince l’opposizione

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Tra comparto zootecnico e AST, tensione in sala d’Ercole: all’Ars vince l’opposizione

Mauro Seminara  |
giovedì 16 Maggio 2024

La coperta troppo corta con soli dieci milioni per due gravi crisi e rimane al freddo l’AST. Trattori in marcia e sindacati sul piede di guerra a pochi giorni dalle elezioni europee.

La coperta è corta e non basta per coprire il comparto zootecnico in grave crisi e anche la ricapitalizzazione dell’AST in bilico sull’orlo del fallimento: in un’aula semideserta all’Ars – nella quale anche l’assessore al bilancio è assente, perché impegnato in campagna elettorale, con il solo assessore alle infrastrutture e mobilità a rappresentare il governo Schifani – la maggioranza è andata sotto su alcuni emendamenti presentati dall’opposizione e la coperta è andata verso gli allevatori.

Questa la sintesi di una seduta a sala d’Ercole durata oltre sette ore con momenti di evidente nervosismo e la conclusiva immagine, sul volto di Alessandro Aricò, della sconfitta di un Governo che ha visto modificare la propria proposta finanziaria da un’opposizione in maggioranza.

Seduta all’Ars tra comparto zootecnico e caso AST

Il casus belli è il Ddl 739/A Stralcio, gli “Interventi per far fronte allo stato di crisi e di emergenza idrica e per il comparto zootecnico”, le cui disposizioni erano state stralciate dal disegno di legge 739/A, contenente “Disposizioni finanziarie varie”, dalla Commissione Bilancio nella seduta del 14 maggio 2024 a seguito di una riunione tra capigruppo. In altre parole, una variazione di bilancio che non trovava la quadra e per la quale è stato stralciato il capitolo con le voci relative al sostegno per il settore agroalimentare, tenendo così al riparo il resto della cosiddetta manovrina.

Giunta in aula, la 739/A Stralcio si è scontrata con numerose assenze di deputati all’Ars, il clima da campagna elettorale ormai prossima e la predetta coperta troppo corta. Al centro del dibattito un emendamento sulla copertura finanziaria uno stanziamento per l’acquisto diretto di foraggi da parte della Regione, o per l’erogazione di un contributo pubblico con la stessa finalità.

Soli dieci milioni per due gravi crisi

Cinquemila euro di contributo che, secondo le opposizioni, sarebbero stati una modestissima goccia nel mare a fronte del 1.141.515 capi di bestiame censiti in Sicilia. La proposta in emendamento voleva quindi spostare un’ulteriore analoga somma per raddoppiare tale stanziamento, con la consapevolezza che la cifra risultante sarebbe stata comunque inadeguata in virtù del dichiarato e conclamato stato d’emergenza.

Ma tirando la coperta da una parte, scoperta sarebbe rimasta la ricapitalizzazione dell’Azienda Siciliana Trasporti – da salvare e poi trasformare da s.p.a. in società in house – difesa dall’assessore Aricò. Varie le sospensioni nel corso della seduta dell’Ars proposte dal presidente pro tempore Nuccio Di Paola, una delle quali per concedere al governo, rappresentato con delega da Aricò, di trovare e proporre all’aula una soluzione. La proposta approdata è stata di ulteriori 2,3 milioni di euro con la salvaguardia dei restanti 2,7 in capitolo da cinque milioni per la ricapitalizzazione AST.

Trattori in marcia e sindacati sul piede di guerra

Nel corso della seduta all’Ars non sono mancate neanche le pressioni esterne. Da una parte il suono dei motori dei trattori che si scaldano per una manifestazione trasversale per settori e provincie che potrebbe verificarsi già pochi giorni prima delle elezioni, dall’altra un comunicato congiunto Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl autoferro che a lavori d’aula in corso hanno scritto riguardo lo stralcio disegno di legge per Ast S.p.A. che “maggioranza e opposizione hanno giocato con il futuro di 700 famiglie, sarà presidio permanente davanti l’ARS, va approvata subito la legge salva Ast”.

Tra un possibile blocco dell’intera Sicilia a opera dei trattori dell’agroalimentare e uno sciopero promosso dai sindacati davanti l’AST, a sala d’Ercole gli animi si sono scaldati.

Seduta all’Ars su comparto zootecnico e AST, opposizione esulta

L’aula vuota ha visto l’opposizione del Parlamento siciliano ancora una volta coesa e, vista la differente scelta politica sui candidati alle europee, anche in maggioranza. Al termine della lunga seduta, con una nota congiunta, l’opposizione ha esultato. Michele Catanzaro (Partito Democratico), Roberta Schillaci (Movimento 5 Stelle) e Ismaele La Vardera (Sud chiama Nord), hanno affermato “Una maggioranza che pensa solo alla campagna elettorale attraverso slogan e poi quando bisogna intervenire sul comparto agricolo si tira indietro. Il lavoro di oggi dimostra che le opposizioni hanno a cuore con grande senso di responsabilità il bene della Sicilia”. Gli esponenti dei rispettivi schieramenti hanno inoltre aggiunto che “in aula, grazie al lavoro di squadra di Sud Chiama Nord, Pd e Movimento Cinque Stelle, al comparto zootecnico vanno 5 milioni in più per acquisto dei foraggi, che dunque raddoppiano la somma a disposizione, dato che il governo aveva stanziato solo 5 milioni. Sappiamo bene che si tratta di una somma insufficiente, ma quantomeno abbiamo evitato che si trattasse davvero di briciole”.

La beffa del Durc per le aziende in crisi

Il Ddl 739/A Stralcio è stato così approvato in serata con appena 23 voti. Invariati il fondo di 8.600.000 euro per l’emergenza idrica e le altre voci con cui la Regione dovrebbe tamponare la crisi dell’agroalimentare. Tra queste, a puro titolo di esempio, 400.000 euro “per la realizzazione di interventi urgenti di riefficientamento idraulico dei corsi d’acqua”. Il contributo, passato a dieci milioni di euro dai cinque inizialmente previsti su proposta del Governo, porta però con se una beffa per le aziende zootecniche: in piena crisi, con ogni probabilità, le imprese non saranno in regola con il Durc e non potranno pertanto beneficiare del contributo pubblico. L’emendamento proposto dalla maggioranza con il quale si voleva tentare la strada dello stato d’emergenza per aggirare la norma sui contributi pubblici e rendere beneficiarie anche le aziende non in regola con il Durc è stata bocciata dall’aula.

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