Seid, l'ex calciatore del Milan suicida a 20 anni, l'ombra del razzismo - QdS

Seid, l’ex calciatore del Milan suicida a 20 anni, l’ombra del razzismo

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Seid, l’ex calciatore del Milan suicida a 20 anni, l’ombra del razzismo

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sabato 05 Giugno 2021

Il ragazzo era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia, da piccolo, a Nocera Inferiore

“Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi scettici, prevenuti, schifati, impauriti delle persone”: sono le parole di Seid Visin, 20 anni, che ieri si è tolto la vita. Il ragazzo era nato in Etiopia ed era stato adottato in Italia, da piccolo, a Nocera Inferiore .

Aveva giovato nelle giovanili del Milan insieme a Donnarumma e indossato la maglia del Benevento, si era anche impegnato per l’Atletico Vitalica, una squadra di calcio a cinque. Tempo fa – si legge sul Corriere della Sera – aveva scritto parole drammatiche in una lettera mandata ad alcuni amici.

“Non sono un immigrato – si legge – sono stato adottato da piccolo.. ero riuscito a trovare un lavoro che ho dovuto lasciare perchè troppe persone, specie anziane, si rifiutavano di farsi servire da me e, come se non mi sentissi già a disagio, mi additavano anche come responsabile perchè molti giovani italiani non trovano lavoro…Dentro di me è cambiato qualcosa, come se mi vergognassi di essere nero, come se avessi paura di essere scambiato per un immigrato, come se dovessi dimostrare alle persone che che non mi conoscevano che ero come loro, che ero italiano, bianco. Facevo battute di pessimo gusto su neri e immigrati…come a sottolineare che non ero uno di loro. Ma era paura. La paura per l’odio che vedevo negli occhi della gente verso gli immigrati.

Non voglio elemosinare commiserazione o pena, ma solo ricordare a me stesso che il disagio e la sofferenza che sto vivendo sono una goccia d’acqua in confronto all’oceano di sofferenza che sta vivendo chi preferisce morire anzichè condurre un’esistenza nella miseria e nell’inferno.

Quelle persone che rischiano la vita, tanti l’hanno già persa, solo per annusare, per assaggiare, il sapore di quella che noi chiamiamo semplicemente ‘vita’”

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