Servizio acqua a Catania, i dettagli della convenzione con Sie

Acqua a Catania, tra battaglie legali e iter a rilento: ecco cosa prevede la convenzione Sie

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Acqua a Catania, tra battaglie legali e iter a rilento: ecco cosa prevede la convenzione Sie

Simone Olivelli  |
martedì 31 Ottobre 2023

Il passaggio dell'intero servizio idrico nelle mani di Sie sembra ormai fuori discussione e la convenzione sembra un primo passo in avanti per la provincia di Catania: ecco cosa prevede.

Quasi un miliardo e 400 milioni di euro di lavori e una gestione del servizio per 29 anni. Sono i due numeri attorno a cui ruota la convenzione che l’Assemblea territoriale idrica di Catania ha sottoposto a Sie, la società mista pubblico-privata che si accinge a prendere in mano il servizio di erogazione dell’acqua nell’intera provincia etnea, dopo quasi vent’anni di battaglie giudiziarie.

Era il 2005, infatti, quando l’allora Consorzio Ato 2 di Catania aggiudicò la maxi-gara d’appalto alla società, ma l’anno dopo l’annullamento da parte del Cga di alcuni atti propedeutici alla stessa gara portò alla decisione di revocare l’intera procedura. Una scelta contro cui Sie si è sempre battuta, finendo per vedersi riconosciute le proprie ragioni a dicembre di due anni fa, con un’altra sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa, che ha imposto ai Comuni che siedono nell’Ati – nel frattempo intenzionati ad affidare a una società consortile interamente pubblica il servizio idrico – di consegnare le chiavi della rete idrica.

Sie e la storia del servizio acqua a Catania, cosa c’è dietro

In questa storia lunga e intricata, materia per azzeccagarbugli e ostile alla comprensione del cittadino comune, i punti fermi sono pochi. Il principale è questo: senza un gestore unico per l’intero ambito territoriale, cioè la provincia, si rischia di perdere i fondi del Pnrr; un peccato impossibile da concedersi considerato le precarissime condizioni in cui versano gli acquedotti in provincia. Il secondo, invece, è che, per quanto i giochi sembrino fatti, l’iter continua ad andare a rilento: oggi, per esempio, si sarebbe dovuta tenere in seconda convocazione la seduta in cui l’Ati avrebbe dovuto approvare la convenzione. La riunione, però, è stata rinviata a data da destinarsi su richiesta di una dozzina di sindaci, che hanno chiesto che prima del voto venga costituito un tavolo tecnico.

Conosciuta dagli abitanti di Caltagirone, Militello in Val di Catania, San Michele di Ganzaria, San Cono, Vizzini, Licodia Eubea e Grammichele, dove da anni gestisce il servizio idrico, la Sie è una società con 520mila euro di capitale, ripartito per il 51% tra la Città metropolitana e i 58 Comuni della provincia di Catania e per il 49% da Hydro Catania.

Quest’ultima è una società per azioni al cui interno, a loro volta, si trovano soggetti sia pubblici e privati e alcuni dei soggetti che attualmente gestiscono il servizio idrico in parte della provincia: Acoset, Acque di Casalotto, Acque Carcaci del Fasano, Sidra, Sielte e Ama. Socio di maggioranza di Hydro Catania è invece il Consorzio Stabile Generali Infrastrutture (Csge), che raggruppa 11 imprese private e nel cui consiglio d’amministrazione. A sedere nel consiglio d’amministrazione di Csge sono Sergio Cassar, 73enne nativo di Tripoli e già coinvolto in Acquaenna, l’80enne Oreste Virlinzi, e il 54enne acese Mario Zappalà.

La lettera dell’Ati

La maggioranza di soci pubblici in Sie e la presenza di società interamente pubbliche anche all’interno di Hydro – è il caso, per esempio, di Ama, Acoset e Sidra, tutte in mano ai Comuni – dovrebbe portare a pensare a una facilità di accordo nella pianificazione delle prossime mosse, a partire dalle condizioni con cui Sie dovrà rilevare le infrastrutture esistenti. Stando a quanto risulta al Qds, la trattativa in questi mesi mesi è stata tutt’altro che semplice e a dimostrarlo è una nota che l’Ati – composta dai sindaci e presieduta dal primo cittadino di Adrano, Fabio Mancuso – ha inviato di recente proprio a Sie.

“È all’interno della stessa compagine di Hydro Catania che, in modo funzionale all’avvio quanto più rapido possibile della gestione unica, vanno ricercati gli eventuali accordi per definire concretamente il cronoprogramma di trasferimento delle infrastrutture attualmente da essi gestite, e che, all’interno della cornice regolatoria definita dall’Ati per la determinazione e il pagamento del valore di subentro, vanno ricercati gli eventuali specifici accordi sui tempi di pagamento dei conguagli”. Nella missiva, l’Ati sottolinea che “se all’interno della compagine di Hydro Catania gli stessi soci non riescono ad accordarsi, viene meno nei fatti la capacità tecnico economica del socio industriale di Sie e in sintesi il suo stesso funzionamento”.

Le condizioni dell’accordo

Polemiche a parte, il passaggio dell’intero servizio nelle mani di Sie sembra ormai fuori discussione. In questi mesi, gli uffici dell’Ati hanno aggiornato l’accordo stipulato nel 2005, pur nella consapevolezza che il piano d’ambito che fa da bussola per l’operato del futuro gestore va anch’esso aggiornato, con il vaglio della Regione. Per questo si è deciso di partire con un aggiornamento temporaneo della convenzione, periodo nel quale gli interventi dovrebbero essere limitati ad attività di manutenzione, presa in carico delle attività di progettazione in mano agli attuali gestori oltre che eventuali interventi urgenti. Da un punto di vista economico, Sie, a cui spetteranno gli introiti derivanti dal pagamento delle bollette per 29 anni, dovrebbe ottenere la possibilità di effettuare direttamente lavori per circa 1,4 miliardi di euro, mentre la percentuale di cofinanziamento privato delle opere è stata stabilita nel 39,3%, richiamando quanto proposto dalla società in occasione della gara del 2005.

Per quanto riguarda i lavoratori, la Sie – stando alla convenzione – “si impegna ad assumere il personale già in servizio alla data del 13 dicembre 2021 (data della sentenza del Cga) nei precedenti gestori sulla base della ricognizione effettuata dagli enti o dai soggetti dai quali il lavoratore proviene”. Non saranno invece riconosciuti “eventuali avanzamenti di carriera né eventuali nuove assunzioni poste in essere successivamente.

Il subentro ai nuovi gestori

La convenzione stabilisce anche le condizioni per la presa in carico delle infrastrutture da parte dei gestori uscenti. Nel caso dei Comuni che finora hanno gestito direttamente, tramite i propri uffici, il servizio idrico, le infrastrutture passeranno in concessione d’uso gratuito con l’onere per Sie di affrontare eventuali “quote residue di mutui contratti”. Nel caso invece di gestioni affidate da società in house o soggetti privati, “il valore di subentro viene determinato dall’Ati in contraddittorio con gli operatori”. Nel caso di disaccordo sulla quantificazione delle somme da pagare, il gestore uscente potrà rivolgersi all’Arera.

In ogni caso, è previsto che “la procedura di subentro sarà avviata al termine della quantificazione del valore di rimborso spettante a ogni gestione cessata e comunque nel termine di un anno dalla sottoscrizione della convenzione”.

Servizio acqua a Catania, i lavori per la depurazione

Il bando del 2005 prevedeva anche l’affidamento dei lavori nel settore della depurazione. Da allora il contesto generale è rimasto da una parte bloccato nel tempo, nell’arretratezza delle infrastrutture in diverse zone ancora del tutto assenti, e dall’altro è cambiato, con il Governo che ha nominato un commissario nazionale per velocizzare l’esecuzione delle opere.

In tal senso, la convenzione prevede che “i lavori per i quali il commissario unico per la depurazione è stato individuato quale soggetto attuatore saranno inseriti nuovamente nel Piano d’Ambito aggiornato e potranno essere eseguiti dalla Sie a seguito di un provvedimento normativo che ridefinisca le attribuzioni, oppure, ove possibile, a seguito di un accordo con gli organi competenti”.

Foto di repertorio da Pixabay

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