Settanta associazioni no profit scrivono a Draghi - QdS

Settanta associazioni no profit scrivono a Draghi

redazione

Settanta associazioni no profit scrivono a Draghi

giovedì 18 Febbraio 2021

Un governo inedito si sta presentando alle Camere, raccogliendo, seppur in modi diversi, una pressoché unanime disponibilità delle forze politiche per combattere la pandemia e usare la straordinaria dotazione del Recovery plan per aiutare il Paese a rialzarsi.

Settanta associazioni no profit, nell’imminenza del dibattito parlamentare sulla fiducia, hanno inviato al premier, Mario Draghi e ai parlamentari un documento unitario in 5 punti, proponendo che con le straordinarie risorse del Recovery plan si scelga di realizzare prioritariamente un grande piano per la rinascita demografica, drammatica emergenza del Paese, sostenendo la natalità, la famiglia e le comunità intermedie. Per questo ritengono che lo stesso Recovery plan debba abbandonare la matrice centralista con cui è stato sinora pensato, per essere rifondato scommettendo su politiche di sussidiarietà e per la vita e, nel dettaglio:

  1. Il Recovery plan sia l’occasione per un grande piano per la rinascita demografica, drammatica emergenza del Paese, sostenendo la natalità,assieme alla famiglia e alle comunità come luoghi imprescindibili per la crescita della persona e per il bene comune;
  2. Si abbandoni perciò la matrice centralista per essere rifondato scommettendo su politiche di sussidiarietà, ad esempio (a) riformando il fisco attorno alle dimensioni familiare e comunitaria, con un prelievo inversamente proporzionale alla composizione del nucleo, (b) con l’introduzione di sensibili be-nefici per nuova imprenditorialità nonché radicali premialità per l’occupazione ovvero in generale (c)preferendo agli strumenti assistenzialisti quelli capaci di avviare e sostenere percorsi virtuosi di tutte le comunità intermedie sia profit che non profit;
  3. Una rinnovata fiducia per la natalità (a) non accetti i recenti tentativi che, anziché prevenire, snaturano i consultori e banalizzano l’i.v.g. con la “privatizzazione” dell’aborto farmacologico e la “normalizzazione” di farmaci antinidatori, in aperto contrasto persino con la legge 194/78 (cfr. Circolare ministero salute 12.8.2020 e Decreto AIFA 8.10.20), e (b) non tema di raccogliere le sollecitazioni di alcune”magistrature superiori”, rilanciando, in Parlamento, un più netto contrasto all’utero in affitto e ad ogni forma di mercificazione della donna e dei bambini, per sostenere invece la vita nascente, nonché le madri in difficoltà per una gravidanza, con sensibili risorse,innovativi strumenti (es. art. 30 dPR 396/00) e adeguando le formule occupazionali alle esigenze dell’essere mamma;
  4. Una netta scelta per la vita dovrà altresì indirizzare adeguate risorse del Recovery Plan per garantire a tutte le persone fragili (a partire da quelle maggiormente provate dalla pandemia) trattamenti più appropriati senza limiti di età, compresi l’idratazione e l’alimentazione, nonché per assicurare adeguate proporzioni a quel “diritto negato” che sono le cure palliative, oltre che per avere finalmente una sanità in grado di offrire in tutto il territorio italiano congrue prestazioni ad alta intensità di cure e un pieno supporto ai diversamente abili, anche nella prospettiva del “dopo di noi”;
  5. Sia combattuta con forza la povertà educativa e l’abbandono scolastico, aggravatisi fra i giovani nella pandemia, anche finalmente realizzando un effettivo pluralismo e ponendo fine alle crescenti diseguaglianze fiscali, sociali ed economiche fra istituti del medesimo sistema di istruzione (art. 1, L. 62/00), con la deducibilità delle rette per i cicli primari e secondari, “doti-scuola”, costi standard e convenzioni per una piena collaborazione e parità fra scuole pubbliche-paritarie e pubbliche-statali.

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