Si muore una volta sola - QdS

Si muore una volta sola

Carlo Alberto Tregua

Si muore una volta sola

martedì 25 Maggio 2021

È ben nota la frase che recita “Si muore una volta sola” per indicare che non bisogna avere paura del momento in cui il corpo cessa le sue funzioni vitali. La frase è centenaria, ma è diventata di comune conoscenza da quando fu pronunciata da Giovanni Falcone.
È piena di significati che ognuno di noi può attribuirle e, dunque, non sarà questa nota a spiegarne tutte le possibili interpretazioni.
Però, qualche osservazione si può fare partendo dal significato opposto e cioé che “Operando si vive molte volte”. Ma anche, che bisogna avere consapevolezza della limitatezza del periodo in cui ognuno di noi vive, con la conseguenza che ogni cosa limitata va valorizzata al massimo.
C’è anche una questione di fondo: non avere paura di quel momento che molti considerano una tragedia, ma che in effetti è naturale perché non esiste essere vivente, umano, animale o vegetale che non perisca dopo un certo periodo. Proprio per questo bisogna fare e fare, possibilmente bene e in modo costruttivo.

Il bene supremo di ogni essere vivente, intelligente e pensante, è la libertà, per conquistare la quale occorre essere liberi dai bisogni, per cui, innanzitutto, bisogna operare in questa direzione.
Soltanto chi è libero dai bisogni potrà essere libero di esercitare tutte le altre attività, sociali, politiche, umanitarie, associative e via enumerando.
Essere liberi significa avere dignità, conquistare reputazione, mantenere il proprio onore anche modestamente, muoversi con lealtà nei confronti degli altri e cercare di conquistare prestigio non per sé, ma per la propria sapienza e temperanza.

Occorre un lungo periodo di addestramento che comincia fin da ragazzi, se si ha la fortuna di avere bravi genitori e bravi insegnanti. In seguito, ognuno di noi deve autoformarsi e imparare a controllare il proprio sistema nervoso, il proprio istinto, le proprie voglie animalesche, in modo da essere degno della vita che ci è stata donata, non per merito nostro, ma perché il Caso ha voluto in questo modo.

Vi sono, quindi, doveri di chi è genitore nei confronti dei figli che sono nati e di questi ultimi nei confronti dei genitori. Doveri che si manifestano con il rispetto, uniformandosi agli eterni valori morali che non hanno autori perché si perdono nella notte dei tempi.

Le persone umane sono fatte di carne e ossa e quindi hanno meccanismi che inducono nella tentazione di essere cattivi, prepotenti, prevaricatori. Ma dovremmo ricordarci che “La farina del diavolo finisce sempre in crusca”, per cui non vi è mai un buon ritorno dai nostri comportamenti disumani.
Alcune delle nostre qualità negative sono l’invidia e la gelosia. L’invidia è conseguenza di comportamenti non equilibrati e provoca rabbia e risentimento verso chi ha fatto qualcosa di buono; la gelosia fa dire cose cattive di chi è più bravo.

I figli non sono di chi li fa, ma di chi li educa. Gli stessi non scelgono i propri genitori, né i parenti, ma se li trovano. Il che significa che bisogna conoscere le leggi naturali che impongono a genitori e figli di sapere come devono comportarsi reciprocamente, ricordandosi un vecchio adagio: genitori e figli non sono amici e non possono essere amici, ma persone che si rispettano, che si vogliono bene e che sanno di dovere agire nel reciproco interesse.

Questi comportamenti onorano la vita e onorano chi li adopera perché è convinto che solo così si può camminare su quella autostrada dei valori, che non bisogna mai perdere di vista e dalla quale non bisogna mai allontanarsi.

Vi sono persone permalose e supponenti, che ritengono di essere al di sopra di tutto e di tutti; in effetti sono semplicemente ignoranti, cioé persone che non conoscono sentimenti, affetti e non portano rispetto agli altri e neanche a se stessi.

Bisogna avere la consapevolezza di tutti gli elementi che abbiamo descritto in questa nota perché la bontà dei comportamenti non dev’essere solo istintiva, ma frutto di educazione, di sapienza, di conoscenza e soprattutto di scelta fra il male ed il bene.

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