Consumi in Sicilia: a marzo dati incoraggianti ma ripresa ancora altalenante - QdS

Consumi in Sicilia: a marzo dati incoraggianti ma ripresa ancora altalenante

Marco Carlino

Consumi in Sicilia: a marzo dati incoraggianti ma ripresa ancora altalenante

martedì 19 Aprile 2022

Timida risalita ma il pre Covid resta lontano, Confimprese-Ey. l’Isola ha chiuso il mese con un -9,6% rispetto al 2019. Un risultato da non sottovalutare se si guarda al resto d’Italia

Prosegue, seppur a fatica e con dati ancora in negativo, l’avvicinamento dell’andamento dei consumi in Sicilia sui livelli pre-pandemia.

Secondo la consueta analisi mensile curata dall’Osservatorio Confimprese-Ey, l’Isola ha chiuso il mese di marzo 2022 con un -9,6% rispetto allo stesso mese del 2019. Un dato confermato anche dal trend per province, dove Palermo e Catania hanno chiuso il mese rispettivamente a -8% e -7%.

“Il Sud – afferma al QdS, Mario Maiocchi, direttore Centro Studi Confimprese – è l’area che tiene maggiormente in termini di consumi e abbandona il double digit per chiudere a – 6,6%. La Sicilia rientra nell’andamento più favorevole dell’area meridionale e chiude il mese di marzo 2022 a -9,6% su marzo 2019. Un buon risultato se confrontato con la top 5 delle regioni in cui Veneto, Marche e Piemonte registrano flessioni importanti, rispettivamente del -31,9%, -28,9% e – 27,8%”.

“Quanto alle città – aggiunge – Palermo è in linea con gli andamenti della regione e fa segnare -6,2%. La Sicilia gode di un momento favorevole sia sul piano dell’export dei prodotti siciliani sia su quello dei consumi. Ciò fa ben sperare in un quadro di maggiore ottimismo per i mesi futuri, in cui l’isola potrà anche contare sugli incoming turistici”.

A livello nazionale l’Osservatorio, invece, evidenzia un rallentamento delle vendite nel mese di marzo 2022, che chiude a -19,3% rispetto a marzo 2019. A pesare su questi dati è soprattutto la situazione geopolitica attuale, con il conseguente aumento dei costi di energia, materie prime e trasporti stiano mettendo a dura prova il comparto del commercio.

Nei settori merceologici, il settore abbigliamento-accessori registra una flessione nel mese pari a -31,3%. È il comparto che soffre di più e che non mostra al momento segni di recupero con una chiara evidenza dell’orientamento dei consumatori che, dopo due anni di pandemia, prediligono ora i consumi fuori casa, con la ristorazione in recupero relativo a -8,7%.

Peggiora, di contro, il retail non food, che chiude marzo 2022 a -8,7%, in controtendenza rispetto alle performance dei mesi precedenti. Dopo la corsa agli acquisti dovuta al perdurare della pandemia, che ha contributo a mutare le abitudini di acquisto degli italiani orientati, durante i mesi di lockdown, a una maggiore cura degli spazi domestici e a un utilizzo più frequente dei canali digitali per gli acquisti, le ultime indicazioni di mercato segnalano invece una battuta d’arresto del comparto.

Resta, dunque, da capire come il settore abbigliamento-accessori possa risollevarsi da una crisi che dura da due anni e che non accenna a trovare un punto di equilibrio. È evidente che i consumatori, complici la stagione e l’allentamento delle restrizioni sul fronte sanitario, non rinunciano al fuori casa ma tagliano le spese sugli acquisti fashion.

Nei canali di vendita i peggiori trend si rilevano in outlet -28,4% e high street -27%, seguiti dai centri commerciali -25,8%. A sorpresa il travel, dopo due anni di crisi, recupera punti percentuali e chiude il mese a -18,6%. Un segno, quest’ultimo, da ricondurre al desiderio di un ritorno alla normalità da parte degli italiani.

Continua, infine, di contro, il buon andamento dello shopping di prossimità (aree periferiche delle metropoli e cittadine di provincia) che, con -7,9%, conferma le mutate abitudini di acquisto dei consumatori e fa pensare a un trend ormai consolidato anche per il futuro.

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