In Sicilia aria più pulita e più controllata. Superata infrazione Ue - QdS

In Sicilia aria più pulita e più controllata. Superata infrazione Ue

Rosario Battiato

In Sicilia aria più pulita e più controllata. Superata infrazione Ue

giovedì 27 Gennaio 2022

Grazie alla realizzazione della rete di monitoraggio, la Commissione europea ha archiviato il procedimento di precontenzioso. La nostra intervista al direttore di Arpa Sicilia Vincenzo Infantino

PALERMO – Vincenzo Infantino è direttore generale di Arpa Sicilia. Con lui abbiamo approfondito l’ultima relazione sulla qualità dell’aria in Sicilia realizzata dell’Agenzia.

Cominciamo da una buona notizia che viene direttamente da Bruxelles: una potenziale infrazione archiviata.
“La Commissione europea, qualche giorno fa, il 21 gennaio 2022, ha archiviato il procedimento di precontenzioso (Eu Pilot 6898/14/ENVI) sul monitoraggio della qualità dell’aria, a riprova del buon lavoro svolto dall’Arpa per la realizzazione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria e del lavoro svolto dal governo regionale per avere adeguatamente spiegato e motivato le azioni poste in essere per il superamento della preinfrazione. Un risultato di rilievo che fa notizia solo nei casi di condanna e molto meno nei casi in cui si ottiene l’archiviazione del procedimento in tema di tutela dell’ambiente e della salute pubblica”.

Torniamo al rapporto. Gli ultimi dati pubblicati da Arpa nei giorni scorsi, relativi al 2020, sembrano registrare alcune criticità legate all’ozono e al particolato fine. Come possiamo interpretare queste tendenze?
“Le criticità relative all’ozono nel 2020 sono state il superamento del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (OLT=120 µg/m3), fissato dal D.Lgs. 155/2010, in 13 stazioni delle 18 in esercizio, in particolare nella Zona Aree Industriali nella stazione Melilli (n.27) e nell’Agglomerato di Catania nella stazione CT-Parco Gioeni (n.26) e i superamenti del valore obiettivo per la protezione della salute umana (VO=25) nella zona Aree Industriali IT1914, nelle stazioni Melilli (n.45) e Gela Capo Soprano (n.34) e nella zona Altro IT1915 nella stazione Enna (n.29). Il 2020 ha comunque registrato un miglioramento rispetto al 2019. Le criticità relative al particolato fine PM10 nel 2020 hanno riguardato il superamento del valore limite giornaliero per più di 35 volte nella stazione Porto Empedocle (n.39). Anche in questo caso, il 2020 rispetto al 2019 ha visto la diminuzione della concentrazione media di PM10”.

Chi sono i principali responsabili dell’inquinamento atmosferico isolano?
“L’ozono è un inquinante secondario cioè che si produce attraverso una complessa serie di reazioni chimiche a partire da altri inquinanti quali gli ossidi di azoto e i composti organici volatili. Le principali sorgenti di ossidi di azoto sono il traffico veicolare, soprattutto nelle aree urbane, mentre nelle Aerca (area ad elevato rischio di crisi ambientale, ndr) di Siracusa e della Valle del Mela i processi di combustione industriali risultano essere le principali sorgenti. Le principali sorgenti di composti organici volatili sono quelle naturali a livello regionale mentre limitatamente alle aree Aerca le attività industriali hanno un impatto significativo. Bisogna precisare inoltre che l’ozono è un tipo di inquinante che risente molto dell’irraggiamento solare motivo per il quale le elevate concentrazioni si registrano sempre nei periodi estivi e nelle ore più soleggiate. Per quanto riguarda il particolato, le sorgenti responsabili delle emissioni sono soprattutto il riscaldamento domestico, in prima battuta, e il traffico veicolare, in seconda battuta. Peraltro il particolato ha origine sia primarie, cioè le particelle vengono emesse direttamente nell’atmosfera, che secondarie, cioè le particelle sono prodotte da reazioni chimiche tra l’anidride solforosa, gli ossidi di azoto, l’ammoniaca ecc, ed inoltre dipende dai complessi processi di dispersione in aria, derivanti dalle condizioni meteorologiche e dalle caratteristiche specifiche del territorio”.

Un altro aspetto rilevante che emerge nel rapporto, soprattutto negli agglomerati urbani, è anche il mancato rispetto dell’obiettivo di qualità dei dati relativo alla raccolta minima per attività connesse all’adeguamento di quanto previsto dal Programma di valutazione. Rispetto al 2020, ci sono stati degli aggiornamenti?
“La rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria è stata completata nel mese di luglio del 2021 e dal 15 luglio 2021 è gestita completamente da Arpa Sicilia. Il 2020 ha risentito delle attività di adeguamento delle stazioni a quanto previsto dal programma di valutazione, ad esempio alcune stazioni sono state spostate, altre hanno vista implementata la strumentazione e tutte queste attività hanno prodotto inevitabilmente dei periodi di mancato esercizio delle stazioni, che ha causato il mancato raggiungimento della raccolta minima. Avendo completato queste attività nel luglio del 2021 la problematica oggi risulta dunque essere risolta”.

Continua l’avanzamento del progetto di monitoraggio dei miasmi nelle aree industriali. Nelle scorse settimane, a tal proposito, l’Arpa ha effettuato un ulteriore potenziamento del Nose. A distanza di quasi due anni dall’inizio del progetto, può farci un bilancio di questo importante strumento a disposizione dei cittadini?
“Il progetto Nose, Network for OdourSensitivity, che nasce nel 2019 dalla collaborazione tra Cnr-Isac e Arpa Sicilia, è stato rivolto, in una prima fase sperimentale, al comprensorio siracusano dove è presente il polo petrolchimico più grande d’Europa; successivamente si è esteso anche nell’Aaerca del comprensorio del Mela (ME) e nella macro-area di Catania. Proprio nell’Aerca di Siracusa a dicembre sono stati installati e resi operativi 7 dei 13 campionatori previsti. Sono inoltre in fase di completamento le attività propedeutiche avviate con il Libero consorzio comunale di Siracusa per l’installazione di altri due campionatori e restiamo in attesa dei riscontri da parte dei comuni di Siracusa e di Augusta per l’installazione di altri quattro campionatori (due per comune). Nei prossimi mesi, con la collaborazione degli enti locali, si potranno installare i campionatori anche nelle altre aree dove è operativo il Nose”.

Si tratta di un progetto innovativo che avvicina i cittadini alle istituzioni.
“Il Progetto Nose, che ha la sua forza nell’integrazione dell’approccio osservativo con quello modellistico, è un progetto di citizen science che si fonda sulle segnalazioni dei cittadini. Sta quindi proprio nella collaborazione tra cittadini e istituzioni la chiave del successo e dell’incisività di tale strumento. Le informazioni fornite da Nose nell’identificare le aree sorgenti dei miasmi olfattivi costituiscono quindi per le autorità competenti la fase propedeutica all’individuazione di misure strutturali per la riduzione delle emissioni per eliminare o almeno ridurre le molestie olfattive presenti nei territori”.

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