Sicilia, i disperati del Reddito di cittadinanza, 176.000 percettori ma tante domande respinte - QdS

Sicilia, i disperati del Reddito di cittadinanza, 176.000 percettori ma tante domande respinte

Antonino Lo Re

Sicilia, i disperati del Reddito di cittadinanza, 176.000 percettori ma tante domande respinte

martedì 03 Dicembre 2019

Ben cinquantamila in totale. La nostra Isola seconda in Italia per nuclei beneficiari della misura, ossia il diciassette per cento delle prestazioni erogate. Intervista esclusiva al direttore regionale dell’Inps Sergio Saltalamacchia. Parla Maurizio Pellegrino, capo ufficio operazioni della Guardia di finanza

PALERMO – “Non solo disinformazione ma anche un mero tentativo, dettato dal bisogno o se preferiamo dalla disperazione, di accesso ad una prestazione che già in partenza si sa che non spetterà”. Questo è il pensiero di Sergio Saltalamacchia, direttore regionale dell’Inps sul Reddito di Cittadinanza, riguardo l’elevato numero di domande respinte.

A 10 mesi dall’avvio, la misura prevista dal Dl 4/2019, convertita in legge n.26/2019, ha riscosso successo tra le regioni del Sud Italia e tra queste figura con prepotenza la Sicilia. Infatti, secondo l’Osservatorio statistico dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, la nostra isola è la seconda regione con il maggior numero di nuclei percettori di Reddito/Pensione di Cittadinanza (17% delle prestazioni erogate), dopo la Campania che si trova in testa con il 19%. Seguono Lazio e Puglia (9%): nelle quattro regioni citate risiede il 54% dei nuclei beneficiari.

Numeri significativi che testimoniamo come la misura voluta con forza dal Movimento 5 stelle sia stata percepita come un’ancora di salvezza dai nuclei familiari che vivono in condizioni di povertà. Non a caso in Sicilia sono state accolte 176.871 domande, di cui 7.138 decadute, mentre ben 50.169 sono state respinte e cancellate.

La provincia siciliana che vanta il numero più alto di nuclei a cui è stata accolta la richiesta effettuata è Palermo con 52.838, poi ci sono Catania (41.060), Messina (19.409) e Trapani (14.906). Seguono Siracusa con 13.848, Agrigento con 13.769 e Caltanissetta con 9.448, mentre chiudono la classifica Ragusa con 6.657 ed Enna 4.936.

Insomma, la Sicilia sta rispondendo presente, eccome, sul Reddito di Cittadinanza. Al netto dei decaduti dal diritto, su 151.664 nuclei familiari sono 417.753 le persone coinvolte che percepiscono un importo mensile medio di 566,01 euro. Cifra inferiore solo a quanto viene erogato in media in Campania con 582,23 euro. Ma a livello provinciale è il territorio di Palermo dove i beneficiari di questa misura possono contare sull’erogazione più alta in Italia: 613,06 euro in media al mese, somma leggermente più rispetto alla provincia di Napoli (610,00 euro).

L’Inps sta spingendo molto in tal senso ed è particolarmente soddisfatto anche il direttore regionale Saltamacchia, il quale ai nostri microfoni ha spiegato: “Il bilancio è senz’altro positivo, sia in termini di risposta dell’Istituto alla domanda di servizio, con tempi di controllo ed elaborazione delle domande certamente in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati, sia in termini di incidenza della misura su un territorio, che ogni giorno si ritrova a lottare contro una crisi profonda e la povertà che ne deriva”.

La platea di beneficiari è davvero molto vasta, ma oltre a supportare quel folto numero di bisognosi, tra singole persone e intere famiglie, ci sono anche quei soggetti che provano in un modo o nell’altro ad ottenere la misura e chi riesce ad accedervi non rispetta le indicazioni dettate. Parliamo degli ormai famosi furbetti che, come per altri sussidi, sono riusciti ad usufruire del contributo ricevuto violando la legge. Il caso sicuramente più comune è quello del lavoro in nero ma sono venuti alla luce anche dei casi, purtroppo, alquanto particolari.

Nei mesi scorsi a Monreale, in provincia di Palermo, i Carabinieri hanno notato due uomini di 43 e 22 anni intenti a montare un cancello in ferro in un’abitazione privata. Dagli accertamenti è emerso che i due lavoravano in nero e che il 43enne era beneficiario del Reddito di cittadinanza per un importo mensile di 780 euro. Sempre nel capoluogo un trentenne che lavorava per una ditta di pulizie è stato scovato durante un controllo delle forze dell’ordine. Dagli accertamenti è emerso che aveva già ricevuto 500 euro da questa misura. Mentre a Caltanissetta la Polizia di Stato ha denunciato due soggetti: uno lavorava in nero; l’altro ha invece omesso di comunicare di risiedere con un’altra persona che percepisce un reddito.

Ma le situazioni più curiose e per certi versi incredibili si sono verificate a Siracusa e Catania. Nella città aretusea la Guardia di Finanza nel corso di un controllo ha fermato un uomo di Floridia a bordo di una Porsche Macan di sua proprietà che risultava percettore del Reddito di Cittadinanza. Dopo ulteriori controlli sono stati trovati 327 dosi di cocaina per un totale di 120 gr pronte per essere vendute. Oltre al pusher, invece, a Catania è stata denunciata una cantante neomelodica che con le somme derivate da questo sussidio ricevuto indebitamente, avrebbe realizzato il sogno della sua vita, ovvero l’incisione di un cd con quattro brani già pubblicati.

Quella del Reddito di cittadinanza è una misura che si è rivelata e si sta rivelando importante per la Sicilia e non solo, ma i disonesti pronti a violare la legge non mancano di certo. Quelli sopracitati sono solo alcuni degli episodi verificatasi dall’avvio di questo sussidio.


Intervista esclusiva al direttore regionale dell’Inps Sergio Saltalamacchia

È innegabile che vi siano numerosi furbetti che gravitano intorno a questa misura. Oltre all’Istituto Nazionale del Lavoro (Inl) e alle forze dell’Ordine, l’Inps ha il compito di controllo dopo aver erogato il reddito di cittadinanza?
“La domanda mi consente di fare un po’ di chiarezza. Propongo, allora, di partire da una considerazione: quelli che la stampa ha ribattezzato “furbetti”, cioè tutti coloro che aggirano o violano le regole per ottenere un vantaggio o una prestazione non dovuti, operano, da sempre, ovunque ed a tutti i livelli. Basti pensare ai cosiddetti “furbetti del cartellino” o, ancora, dell’invalidità civile, della Naspi, della disoccupazione agricola, per non parlare di imposte e tasse ed obblighi vari. Tutto questo ci autorizza forse a dire che l’indennità di disoccupazione non è uno strumento valido di tutela di quanti perdono il lavoro? O che la prestazione economica prevista per gli invalidi non serva a sostenere chi ha davvero bisogno? Non credo proprio.
Credo, invece, che tutte queste, e tante altre, prestazioni, che noi eroghiamo, per legge, ad una platea di beneficiari ormai davvero molto vasta vadano, nella quasi totalità dei casi, a dare un aiuto talvolta insperato a singoli e famiglie che viceversa non saprebbero davvero come fare.
Ritengo che rispetto al numero di singoli e nuclei familiari che oggi beneficiano del Reddito di cittadinanza, la presenza di quelli che sono definiti “furbetti” e che molto più correttamente dovrebbero essere chiamati “delinquenti” è davvero marginale. Questo, naturalmente, nulla toglie alla assoluta necessità di controlli puntuali e stringenti, che infatti vanno fatti ogni giorno. Per i controlli direi che è più corretto parlare di una attività corale che, quotidianamente e secondo diversi percorsi, viene svolta dagli organi preposti. Il contributo dell’Istituto è qui sempre determinante, sia in termini di fornitura dei dati all’Autorità giudiziaria, sia in termini di costante monitoraggio del livello di spesa. Non a caso, tutti i controlli vengono avviati o su impulso dell’Inps o previa acquisizione dei dati residenti nelle nostre banche dati e tutte le indagini condotte dalle Forze dell’ordine beneficiano del supporto dei nostri uffici presenti nel territorio”.

Servono maggiori controlli in tal senso?
“Sicuramente un Paese come il nostro, nel quale si stima che circa il 30% del Pil sia ascrivibile ad attività economiche non dichiarate al fisco, l’intero sistema dei controlli andrebbe potenziato, sia in termini di risorse umane che di procedure di intelligence. Ciononostante, credo che l’azione sinergica che ho appena descritto sia in grado di scoraggiare quanti, sbagliando, pensano di poter imbrogliare il sistema. Anche perché le sanzioni sono pesanti e, infatti, non a caso, registriamo (forse per la prima volta) alcune rinunce. Come dire, una sorta di controllo fatto in casa che, però, sembra anch’esso in grado di dare i suoi frutti.
Vorrei, infine, ricordare che proprio in questi giorni, andiamo a chiudere il cerchio, con l’avvio dell’incentivo riservato alle aziende che assumono i titolari del Reddito di cittadinanza. Anche questa ulteriore misura servirà a rendere ancora più incisiva la prestazione, con evidenti vantaggi sia per le aziende che per i nuovi assunti”.


Maurizio Pellegrino, capo ufficio operazioni GdF Sicilia

Le Forze dell’ordine e tra queste rientra la Guardia di Finanza stanno svolgendo un’azione di controllo capillare in tutto il territorio. A tal proposito abbiamo chiesto delucidazioni al colonnello Maurizio Pellegrino, capo ufficio operazioni GdF Sicilia.

Purtroppo è stato riscontrato che un elevato un numero di percettori del reddito di Cittadinanza, lavorano spesso in nero o delinquono. Cosa si fa per stanarli?
“Stanare i ‘disonesti’ non è una novità per noi. Allo scopo di contrastare le possibili frodi, la Guardia di Finanza ha da tempo consolidato il proprio presidio di vigilanza su tutte le ‘prestazioni sociali agevolate’, dedicandovi mirati controlli nei confronti di beneficiari di contribuzioni di vario genere individuati sulla base di specifici alert, elaborati attraverso l’analisi delle risultanze informative e il controllo economico del territorio. Inoltre, da tempo, è stata intensificata la lotta all’economia sommersa, nel cui ambito si sono verificate le posizioni dei lavoratori in nero o dei soggetti sconosciuti al fisco scoperti, controllando sistematicamente che gli stessi non accedano illecitamente, direttamente o attraverso altri componenti del nucleo familiare, a qualsivoglia contributo”.

Quanti casi sono stati registrati, in base ai dati che avete a disposizione?
“Nel corso delle normali attività di polizia economico-finanziaria, i Reparti dipendenti dal Comando Regionale Sicilia hanno individuato 53 soggetti che avevano richiesto e/o fruito dell’aiuto senza averne diritto”.

Quali sono le conseguenze per questi soggetti e per le aziende o attività per cui lavorano?
“Chi risulta aver percepito il reddito di cittadinanza con una falsa attestazione, poiché scoperto a lavorare in nero, come dipendente o titolare, ovvero perché appartenente ad un nucleo familiare che non ha titolo a ricevere l’aiuto, incorre in rilievi di natura penale, oltre alla segnalazione all’Inps per l’immediato blocco dell’erogazione e ad azioni mirate a recuperare l’indebito ricevuto. Sono previste sanzioni maggiorate anche per i datori di lavoro che si avvalgono di lavoratori in nero che risultino beneficiari del reddito di cittadinanza”.

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