Sicilia, in calo atti intimidatori agli amministratori locali - QdS

Sicilia, in calo atti intimidatori agli amministratori locali

Raffaella Pessina

Sicilia, in calo atti intimidatori agli amministratori locali

venerdì 20 Novembre 2020

Report dell’Osservatorio del Viminale riferito ai primi 9 mesi del 2020. Scendono da 70 a 56 rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Le nuove forme di minaccia? Oggi corrono sul web e sui social network

ROMA – Sono stati resi noti i risultati dell’Osservatorio costituito al Viminale e che monitora gli atti intimidatori di qualsiasi genere e che vengono compiuti nei confronti di rappresentanti degli enti locali.
L’organismo è stato istituito per monitorare il fenomeno sul territorio, favorire e potenziare lo scambio di informazioni e il raccordo tra Stato e gli enti locali, individuare strumenti di contrasto e indicare strategie di prevenzione. Viene confermato il trend negativo nel primo semestre 2020 poiché tali atti sono stati 319 contro i 336 dello stesso periodo dell’anno precedente.

Una diminuzione del 5,1%, trend che viene confermato anche dall’andamento del fenomeno nel terzo trimestre 2020 che registra 143 episodi rispetto al secondo trimestre dello stesso anno che, invece, ne regista 182. A livello nazionale, secondo i dati relativi al primo semestre 2020, risulta che la regione che ha segnalato il maggior numero di atti intimidatori è stata la Puglia con 41 eventi rispetto ai 33 dell’anno precedente. A seguire Lombardia (37), Campania (33), Sicilia (31), Calabria (29), Emilia Romagna (23) Lazio (19), Sardegna (16), Veneto (15) e Toscana (14).

L’Osservatorio rileva anche la tipologia di atti intimidatori che nel complesso sono soprattutto di matrice ignota per il 55%, seguono al 14 e 12 % quelli per tensioni sociali e politiche, al 10 per cento si attestato quelli di natura privata, il 6% sono di criminalità comune e solo lo 0,3 % avvengono da parte della criminalità organizzata. Se invece si prendono in considerazione i primi 9 mesi del 2020 la Basilicata passa al primo posto e seguono Campania e Lazio. Calano, invece, sempre rispetto all’anno precedente in Liguria (da 28 a 19), nelle Marche (da 10 a 7), in Piemonte (da 33 a 28), in Sardegna (da 39 a 20), in Sicilia (da 70 a 56) e in Toscana (da 25 a 19).

L’Osservatorio focalizza l’attenzione anche sul modus operandi di chi mette in atto il crimine: per episodi di reato che si sostanziano principalmente in atti fisici, verbali o danneggiamenti, ora si concretizzano nuove forme di minaccia attraverso l’uso di social network, canali web e informazione on line. “è proprio questa ultima modalità a rendere più comune e veloce l’intimidazione – viene scritto nella relazione – che, a portata di click, consente a chiunque di porre in essere una condotta minatoria, offensiva o diffamatoria nei confronti di un amministratore locale”.

L’Osservatorio ha anche la funzione di individuare iniziative di supporto agli amministratori vittime di episodi intimidatori, tenendo conto delle caratteristiche delle realtà nelle quali svolgono il loro mandato. A questo scopo è prevista la creazione presso le prefetture capoluogo di regione, di Osservatori regionali ed, eventualmente, di sezioni provinciali in quelle realtà territoriali maggiormente interessate al fenomeno. L’organismo ha il compito, infine, di promuovere iniziative di formazione rivolte agli amministratori locali e di promozione della legalità, con particolare riferimento alle giovani generazioni.

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