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Covid, la Sicilia in zona rossa da domenica

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Covid, la Sicilia in zona rossa da domenica

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venerdì 15 Gennaio 2021

Da quanto si apprende dal Ministero della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio

La Sicilia in zona rossa con la provincia autonoma di Bolzano e la Lombardia.

Da quanto si apprende dal Ministero della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio.

Nove Regioni passano in area arancione: sono le Regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.

“Questa settimana si conferma il peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese già osservato la settimana precedente”, dice l’Istituto Superiore della Sanità.

Undici Regioni/PPAA riportano una classificazione di rischio alto (contro 12 la settimana precedente), 10 a rischio moderato (di cui 4 ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nessuna a rischio basso. 

Nove regioni (Abruzzo, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta) hanno un Rt puntuale maggiore a uno nel limite inferiore, compatibili con uno scenario tipo 2. Altre 10 hanno un Rt compatibile con uno scenario di tipo uno ma sono tutte, tranne una, con un Rt medio sopra uno o appena sotto. 

Due Regioni/PPAA (Bolzano e Lombardia) hanno un Rt puntuale maggiore di 1,25 anche nel limite inferiore, compatibile quindi con uno scenario di tipo 3. 

Valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio nella Regione Veneto (365,21 per 100.000 abitanti), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77).

E su tutto il territorio è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. “Il Ssn ha mostrato i primi segni di criticità – si legge – quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.

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