Siracusa, la Scuola dei Beni archeologici compie un secolo - QdS

Siracusa, la Scuola dei Beni archeologici compie un secolo

Luigi Solarino

Siracusa, la Scuola dei Beni archeologici compie un secolo

sabato 02 Dicembre 2023

L’Istituto dell’Università di Catania ha festeggiato i suoi 100 anni nel Palazzo Vermexio di Siracusa. La direttrice del Disum, Paino: “Abbiamo aperto scavi in Italia e all’estero con risultati prestigiosi”

SIRACUSA – Un secolo di vita per la Scuola di Specializzazione in Beni archeologici (Ssba) dell’Università di Catania. Il centenario della Scuola è stato celebrato presso Palazzo Vermexio a Siracusa, città che ospita l’Ssba, ed ha visto la presenza in video conferenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

All’evento, tra gli altri, hanno preso parte, il rettore dell’Ateneo catanese, Francesco Priolo, la direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche, Marina Paino, il direttore della Scuola archeologica di Atene, Emanuele Papi, il presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e paesaggistici, Gerardo Villanacci, e il dirigente generale dell’Assessorato regionale ai Beni Culturali, Mario La Rocca. Ha moderato i lavori il direttore della Ssba, Daniele Malfitana. Primo degli interventi quello del primo cittadino di Siracusa, Francesco Italia, che ha sottolineato il rapporto di stretta collaborazione intercorso tra il Comune e l’Università di Catania. Il Comune ha messo a disposizione dell’ateneo palazzo Impellizzeri uno degli edifici più importanti della città. Siracusa è e sarà un faro di cultura.

“Questi 100 anni di storia sono motivo di orgoglio per il nostro ateneo – ha detto il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo – . La nostra è la più antica scuola archeologica in Italia, dopo quella di Atene, fondata un secolo addietro da Paolo Orsi. L’investimento dell’Università a Siracusa, nel tempo, è divenuto sempre maggiore grazie alla sinergia con il Comune che ha creduto in noi”. “Il nostro ateneo – ha aggiunto il magnifico rettore – ha investito 10 milioni di euro a Siracusa con i quali è stato riqualificato palazzo Impellizzeri, è stato ristrutturato palazzo Chiaramonte dove ha sede la Ssba, e sono partiti da poco gli interventi della ex caserma Abela. L’università vuole restare a Siracusa e potenziare l’offerta formativa con due nuovi corsi di Turismo e Infermieristica che prenderanno il via con il prossimo anno accademico”.

“La scuola archeologica è oggi la struttura che ci da più lustro dal punto di vista scientifico e didattico – ha dichiarato Marina Paino – . Il comparto archeologico di Catania è un settore di eccellenza dell’Università. Abbiamo aperto scavi in Italia e all’estero con risultati prestigiosi”. “L’Italia è una super potenza culturale e rappresenta un unicum nella storia globale – ha affermato il ministro Sangiuliano – l’archeologia è uno strumento cardine per la salvaguardia del nostro patrimonio culturale ed è anche un importante occasione di sviluppo socio-economico per il nostro paese. La scuola di archeologia di Catania è un eccellenza e svolge un compito importante grazie alla sua collocazione in Sicilia”.

L’assessore comunale alla Cultura, Fabio Granata, ha definito il secolo di vita della Ssba come “Qualcosa di straordinario. Questa terra ha bisogno di figure professionali che si occupino del nostro patrimonio artistico e culturale, che lo sappiano riscoprire e tutelare”. “Nell’arco di un secolo – ha affermato il direttore Malfitana – dalla Scuola siracusana, sono passati i migliori archeologi del panorama nazionale e internazionale offrendo lezioni e seminari a tanti allievi, molti dei quali oggi occupano posti di prestigio nelle Università, negli enti di ricerca, nelle Soprintendenze, nei musei e nei parchi archeologici dell’isola e non solo. A noi tutti è quindi affidato oggi il compito di veicolare e sperimentare nuovi percorsi per ridare una posizione chiave ad una archeologia che non rappresenta più il semplice studio del passato ma, al contrario, è una disciplina in grado di aiutarci a programmare un futuro diverso”.

“Oggi vi è una notevole disponibilità di risorse disponibili tra cui 4 miliardi di euro del Ministero – ha detto in conclusione dei lavori Gerardo Villanacci – . Bisogna saper spendere queste risorse ed investire nella formazione culturale per il nuovo rinascimento culturale che stiamo vivendo”.

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