Sostenere Zelensky, revocare le sanzioni - QdS

Sostenere Zelensky, revocare le sanzioni

Carlo Alberto Tregua

Sostenere Zelensky, revocare le sanzioni

martedì 11 Ottobre 2022

Lotta feroce alla speculazione

La scellerata iniziativa di porre sanzioni alla Russia sta facendo precipitare il nostro Paese in una condizione economico-sociale disastrosa, in conseguenza all’aumento ingiustificato dei prezzi e dell’inflazione. Tutto ciò dopo due anni di Covid, a seguito dei quali tutto il sistema produttivo e realizzativo delle infrastrutture si è contratto.

Ora, è indispensabile ritornare il prima possibile alla normalità anteguerra russo-ucraina. Per fare questo bisogna, da un canto, continuare a sostenere Zelensky nella sua lotta contro l’armata russa, ma, dall’altro, togliere ossigeno alla dannata speculazione, innestata dall’insensata attivazione delle sanzioni nei confronti della Russia.

Occorre, perciò, che tutta l’Unione europea affronti con un doppio binario la crisi russo-ucraina, sostenendo il governo di quel Paese con approvvigionamenti, viveri, vestiari, medicinali, eccetera, ma rimettendo in condizione di normalità tutti i rapporti economici col Paese più esteso del mondo.

È difficile questo cambio di rotta, perché dovrebbe partire dallo sganciamento della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, dalle “direttive” che le provengono dagli Usa, ben gradite e supportate da alcuni Paesi ricchi (Lussemburgo, Olanda, Irlanda ), nonostante stiano rovinando i Paesi più deboli, come Italia, Grecia, Spagna e Portogallo.

L’Ungheria e la Polonia sono fermamente contrari all’attuale linea della von der Leyen e per questo sono accusati di “tradimento”, mentre hanno posto argomenti che meritano meditazione.

I danni che sta subendo l’Italia sono enormi, anche perché non ha le risorse finanziarie sufficienti per porvi rimedio. Cosicché bisogna che il nuovo Governo si insedi al più presto e prenda iniziative diverse da quelle del Governo Draghi, per rimettere in moto la nostra economia, evitare ulteriore indebitamento pubblico e ritornare, ripetiamo, il prima possibile alla normalità.

Resta fermo, come abbiamo scritto numerose volte, il più fermo dissenso sull’aggressione russa all’Ucraina. Resta ferma la necessità di continuare a rifornire Zelensky.

Ma tutto questo non deve farci perdere di vista la situazione del nostro Paese, molto più grave nelle regioni del Sud che in quelle del Nord. Una situazione che va affrontata in modo grintoso e determinato, ma che non può prescindere dalla lotta al nemico numero uno: la speculazione.
A sua volta, la speculazione si può combattere se si ripristinano i normali rapporti economici con la Russia.

Ma poi, cos’è questa dannata speculazione? È la risultante dell’egoismo delle persone umane. Il prezzo finale di beni e servizi al consumatore è la somma di decine di passaggi, dall’origine alla fine. Se ad ogni passaggio viene aggiunto qualcosa (indebitamente ), il prodotto o il servizio finale sarà stato influenzato dal comportamento speculativo di ogni soggetto attraverso cui esso è passato.
Il fenomeno è vecchio come il cucco; tutti i macroeconomisti lo conoscono perfettamente, perciò non ci rendiamo conto com’è che quelli italiani si siano gettati ad occhi chiusi in una strada che ha portato allo stato economico grave in cui ci troviamo.

Il prossimo Governo si troverà di fronte a un bivio: sollevare le casse di imprese e famiglie, distribuendo ulteriori sussidi, le cui risorse possono essere reperite facendo nuovo debito, che i giovani dovranno pagare; oppure rimboccarsi le maniche, sbloccare le migliaia di istanze per impianti di rinnovabili, che si trovano presso gli assessorati regionali o i ministeri, in modo da accelerare la capacità di indipendenza dall’energia estera.

Ma questo non basta. Bisognerà, purtroppo, attivare le sette centrali a carbone, promuovere le attività dei terreni incolti, senza ascoltare i “No-tutto”, che sanno solo criticare, ma non proporre soluzioni.

Bisogna essere, come si suol dire, “più realisti del re”, capire chi vuole la pace e chi guadagna con la guerra, ascoltare le sagge parole di Papa Bergoglio, smetterla di fare i cagnolini alle grandi potenze, che godono nel tenere al guinzaglio i più deboli.

Occorre un colpo d’ala per rimettere a posto una situazione che si è fortemente squilibrata e deteriorata.

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