Spazzatura dalla Sicilia all'estero: tonnellate di rifiuti in Spagna

Sicilia esportatrice di “munnizza”, 10mila tonnellate di spazzatura dirette in Spagna

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Sicilia esportatrice di “munnizza”, 10mila tonnellate di spazzatura dirette in Spagna

Simone Olivelli  |
domenica 04 Febbraio 2024

Nuovo via libera alla spedizione transfrontaliera di rifiuti siciliani: ecco le nuove rotte della spazzatura isolana.

Da Campofelice di Roccella, nel Palermitano, a Constantì, piccolo centro della Catalogna dove ha sede la holding del settore energetico Grinò Ecologic. Si tratta dell’ultima rotta stabilita per il trasferimento all’estero della spazzatura prodotta in Sicilia. L’autorizzazione della Regione è arrivata a fine gennaio con un decreto in cui si dà il via libera alla nuova spedizione transfrontaliera dei rifiuti indifferenziati prodotti nell’isola. Operazioni che l’anno scorso hanno interessato altri Paesi, specialmente dell’Europa centrosettentrionale: dall’Olanda alla Danimarca, fino alla Finlandia.

Spazzatura dalla Sicilia all’estero, tonnellate di rifiuti

Il decreto firmato dal dirigente del servizio 6 del dipartimento Acque e Rifiuti, Francesco Arini, interessa i rifiuti trattati dalla Ecorek, nell’impianto di contrada Pistavecchia, a Campofelice di Roccella. La società fa parte del gruppo Lvs, con sede a Milano. “L’azienda – si legge nel sito di Lvs Group – effettua l’attività di trasporto per vari clienti sia pubblici che privati. L’attività preponderante è quella di centro selezione e stoccaggio per conto del Consorzio Corepla-Coripet, ovvero la selezione per colore e per polimero dell’intero flusso della plastica raccolta dai Comuni”.

“Per conto dei Comuni – continua la descrizione – può effettuare la selezione degli imballaggi misti plastica-metalli, dando l’opportunità agli stessi come previsto dall’accordo Anci-Corepla di vedersi riconoscere gli oneri di trasporto fino al centro”.

A occuparsi degli scarti derivanti dal trattamento meccanico sarà la Enki, società con sede a Milano che già nel 2023 è stata autorizzata dalla Regione Siciliana a effettuare diversi trasporti all’estero, compresi alcuni in partenza dal grosso impianto per la gestione dei rifiuti di proprietà di Sicula Trasporti, a Lentini. Stando al decreto, Enki, che aveva chiesto l’avvio dell’iter a inizio autunno, potrà portare in Spagna fino a 9500 tonnellate entro il 17 dicembre.

Una volta arrivata a destinazione, l’operazione prevista sarà quella del recupero energetico. Ovvero dell’inserimento dei rifiuti negli inceneritori della Grino Ecologic. “Preso atto che sia nella normativa comunitaria che in quella nazionale, le operazioni di recupero devono essere privilegiate rispetto a quelle di smaltimento”, viene ricordato nelle premesse al decreto di autorizzazione.

Spedizioni di rifiuti anche nell’Est

Persa l’autonomia nella gestione del ciclo dei rifiuti – autonomia che per decenni si è limitata a riempire di rifiuti le discariche in buona parte in mano ai privati – la Sicilia è destinata a mantenere lo status di esportatore di spazzatura fin quando non cambierà realmente qualcosa sul fronte dell’impiantistica. Sulla carta, il conferimento dei poteri commissariali a Renato Schifani dovrebbe poter velocizzare il percorso verso la realizzazione dei termovalorizzatori in Sicilia, ma la questione da più parti è ritenuta in punto di diritto più complessa di quel che si crede. Senza contare che, proprio nel settore dei rifiuti, la storia recente o meno della Sicilia dimostra come ai proclami non siano poi spesso seguiti i fatti che ci sarebbe attesi.

Guardando a questi ultimi, ciò che è possibile dire è che a fine 2023 la geografia dei rifiuti siciliani si è estesa anche a est, con una autorizzazione che ha riguardato l’invio di 20mila tonnellate, entro il 17 settembre, in Bulgaria. L’impianto di destinazione è quello della ditta Heidelberg Materials Devnya JSC, con sede nella zona industriale della città di Devnya. A occuparsi del trasporto sarà la Rekogest. La società, anch’essa parte del gruppo Lvs come Ecorek, trasferirà i rifiuti in uscita dal proprio impianto di trattamento di Termini Imerese.

La partita degli extracosti

Spedire i rifiuti fuori regione significa innanzitutto vedere lievitare le spese per i Comuni. Lo smaltimento, infatti, è uno di quei servizi che gli enti locali devono finanziare interamente tramite la Tari e, dunque, facendo ricadere sui cittadini i costi. Uno scenario che già un paio di anni fa, quando l’invio all’estero era soltanto un’ipotesi, aveva suscitato malumori tra molti sindaci, timorosi di dover gestire le reazioni dei cittadini di fronte a un aumento della tariffa.

Per cercare di calmare gli animi, la Regione aveva stanziato 45 milioni per sostenere gli extra-costi. Una misura che era stata poi annullata, per quella che è stata definita una svista, ma che gli assessori Marco Falcone e Roberto Di Mauro hanno garantito verrà ripristinata: “Abbiamo recepito il grido d’aiuto dei sindaci siciliani e dell’Anci e siamo già a lavoro, su indicazione del presidente della Regione Renato Schifani, per rifinanziare gli aiuti ai Comuni per compensare gli aumenti dei costi a seguito del trasferimento all’estero dei rifiuti. Resterà confermata la dotazione da 45 milioni utile a mettere in sicurezza i bilanci delle amministrazioni locali e, soprattutto, a scongiurare aumenti dei tributi a carico dei cittadini. Nel primo documento legislativo in Ars sarà presentato un emendamento che darà copertura ai maggiori oneri per i Comuni”.

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