Balneari all'ultima spiaggia in Sicilia: danni da maltempo, concessioni in bilico

Balneari all’ultima spiaggia in Sicilia: danni da maltempo e concessioni in bilico, i rischi della proroga

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Balneari all’ultima spiaggia in Sicilia: danni da maltempo e concessioni in bilico, i rischi della proroga

Luca La Mantia  |
venerdì 24 Febbraio 2023

Stabilimenti devastati da vento e nubifragi e c'è pure lo spauracchio della direttiva Bolkestein. Scontro governo-Bruxelles sulla proroga approvata in Parlamento

In Sicilia si gira un film horror che vede protagonisti gli stabilimenti balneari. Nell’immediato l’incubo è legato ai danni dal maltempo, nel futuro prossimo è invece la cosiddetta direttiva Bolkestein a tenere sulle spine i circa tremila titolari di concessione demaniale marittima dell’Isola, gli oltre 7.500 addetti e i 100 mila stagionali impiegati nel settore della balneazione. Il decreto Milleproroghe ha stabilito il rinvio di un anno ai bandi per le nuove assegnazioni, ma lo ha fatto in barba alla volontà di Bruxelles e alle sentenze del Consiglio di Stato del 2021. Che succederà adesso è tutto da verificare.

Balneari, in Sicilia stabilimenti in ginocchio a causa del maltempo

L’allarme è arrivato nei giorni scorsi dai vertici regionali di Cna Balneari Sicilia dopo l’ondata di maltempo delle scorse settimane: “Pesanti e gravi i danni subiti dagli operatori balneari della costa orientale della Sicilia ed in particolar modo da quelli che operano nel sud est dell’Isola”. il coordinatore Giampaolo Miceli e il presidente Guglielmo Pacchione hanno raccontato di “uno scenario mai visto prima, le acque sono entrate nel perimetro della costa devastando le strutture. Come dire, piove sul bagnato per le imprese del settore, già vessate dallo spauracchio delle evidenze pubbliche e della illogica applicazione della direttiva Bolkestein”.

Gli ingenti danni dal maltempo sono il colpo di grazia all’offerta turistica balneare della Sicilia. “Ecco perché non possiamo che supportare la richiesta già avanzata da Cna Sicilia per il riconoscimento dello stato di calamità naturale – hanno aggiunto Miceli e Pacchione -. E nel contempo auspichiamo un contestuale intervento, sempre della Regione, per ipotizzare un aiuto reale per le imprese colpite e l’attivazione di un tavolo di crisi per sostenere i ripristini e garantire la prossima stagione balneare”.

Balneari in Sicilia, vertice con l’assessore Pagana

Il grido d’allarme lanciato dagli imprenditori è stato ascoltato dall’assessore regionale al Territorio e Ambiente Elena Paga che ha incontrato una delegazione di Cna. Al centro del confronto il dramma vissuto dagli stabilimenti gravemente danneggiati dal maltempo e le criticità di alcuni territori nella redazione dei Piani di utilizzo del demanio marittimo, strumenti ancora poco utilizzati in Sicilia.
“L’assessore – come spiega in una nota Cna balneari Sicilia – ha preso atto delle difficoltà rilevate, assumendo l’impegno di affrontarle con gli uffici competenti. Ha anche espresso l’intenzione di semplificare i procedimenti di redazione ed attuazione dei Pudm, oltre ad avviare una azione di riorganizzazione degli uffici per semplificare ulteriormente procedure e procedimenti in vista della prossima mappatura delle concessioni contemplata nel disposto normativo nazionale”.

A proposito dei danni causati dai nubifragi e dalle raffiche di vento, Cna balneari ha invece chiesto audizione alla IV Commissione all’Ars, “per provare ad individuare delle forme di sostegno alle imprese colpite dall’eccezionale ondata di maltempo”.

Balneari, il nodo delle concessioni

Il decreto Milleproroghe approvato definitivamente alla Camera porta in dote anche il differimento di un anno della scadenza delle concessioni balneari prima che venga attuata la direttiva europea Bolkestein, recepita dall’Italia e che prevede la fine delle attuali concessioni entro il 31 dicembre 2023. Il capo dello Stato Sergio Mattarella ha firmato il decreto senza però nascondere la sua perplessità sulla norma sui balneari. La questione è proprio quella delle proroga della messa a bando delle concessioni, misura inserita nel testo durante l’esame a Palazzo Madama e fortemente voluta in particolare da Forza Italia e Lega. Il differimento delle gare viene giustificato dalla necessità di istituire un tavolo a Palazzo Chigi che proceda alla mappatura del demanio marittimo, prima di disciplinare le procedure selettive per riassegnare le concessioni balneari.

Balneari, gli effetti della proroga di un anno

La proroga di un anno delle attuali concessioni ha ratificato lo scontro tra il governo italiano e la Commissione europea. Un muro contro muro che potrebbe andare per le lunghe con rischi imprevedibili. Non solo, in alcune particolari contingenze la messa a bando delle concessioni può essere prorogata per due anni, fino al 2025 con il rischio di innescare ulteriori interventi di Bruxelles. E contro l’Italia c’è già una procedura d’infrazione a causa del mancato rispetto della direttiva Bolkestein. Ulteriori rinvii, dunque, renderebbero il clima ancor più infuocato.

Ecco perché alla firma di Mattarella si è aggiunta una lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e ai presidenti di Camera e Senato sollevando i suoi dubbi sui possibili scenari a cui si va in contro con la norma approvata in Parlamento dopo un duro braccio di ferro a Palazzo Madama. Il presidente della Repubblica ha sottolineato che “è evidente che i profili di incompatibilità con il diritto europeo e con decisioni giurisdizionali definitive accrescono l’incertezza del quadro normativo e rendono indispensabili, a breve, ulteriori iniziative di Governo e Parlamento. Sarà infatti necessario assicurare l’applicazione delle regole della concorrenza e la tutela dei diritti di tutti gli imprenditori coinvolti, in conformità con il diritto dell’Unione, nonchè garantire la certezza del diritto e l’uniforme applicazione della legge nei confronti dei soggetti pubblici e privati che operano in tale ambito”.

Per provare a gettare acqua sul fuoco, la linea del governo, come ha ribadito il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, è di attivare un ulteriore confronto con Bruxelles. “Ci sono decine di migliaia di piccole imprese a conduzione familiare – spiega – che sono l’ossatura della nostra offerta turistica e noi non possiamo permettere che vengano spazzate via. Quindi la proroga serve a garantire loro nell’immediato, e poi a intavolare una discussione in sede europea per trovare una equa soluzione”.

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