Stagione caccia 2023 in Sicilia, WWF: "Non apritela" - QdS

Sicilia devastata da un’estate di incendi, WWF: “Non aprite la stagione di caccia, sarebbe follia”

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Sicilia devastata da un’estate di incendi, WWF: “Non aprite la stagione di caccia, sarebbe follia”

Redazione  |
lunedì 21 Agosto 2023

WWF pronta a intraprendere "le azioni giudiziarie ritenute più opportune" in caso il loro appello non venga ascoltato.

“Sarebbe una follia aprire la stagione venatoria in questa situazione”. Il WWF si scaglia contro l’apertura della stagione della caccia in Sicilia, specialmente in considerazione del disastro ambientale, economico e sociale provocato dagli incendi in questa drammatica estate nel 2023.

“La Regione ha deliberato lo ‘stato di crisi‘ e di ‘emergenza di rilievo nazionale‘ ma, incredibilmente, ha anche anticipato al prossimo 2 settembre l’inizio della stagione venatoria“. Così inizia la nota dell’associazione ambientalista, che – in un lungo e articolato ragionamento – spiega come “aprire la caccia sarebbe una follia perché decimerebbe la fauna selvatica sopravvissuta”.

Ecco l’appello contenuto nel documento-lettera inviato anche al Ministero dell’Ambiente, guidato da Gilberto Pichetto Fratin, e che chiede una risposta immediata alla Regione sul tema. In caso di rifiuto, tra l’altro, il WWF avrebbe già ufficialmente preannunciato l’intenzione di “promuovere le azioni giudiziarie ritenute più opportune”.

Stagione della caccia 2023 in Sicilia, WWF: “Aprirla sarebbe follia”

Il WWF ha richiesto di sospendere la pre-apertura della stagione di caccia prevista per i giorni 2, 3, 6, 9 e 10 settembre e di spostare l’apertura generale dal 17 settembre al 31 gennaio 2024 “a causa dell’eccezionale situazione meteoclimatica, ambientale ed ecologica che ha interessato tutta la Sicilia”.

Secondo il WWF, “le perduranti condizioni climatiche estreme e i devastanti incendi che ancora stanno imperversando, hanno già comportato gravissimi danni alle popolazioni di animali selvatici, per cui non sussistono – dal punto di vista scientifico e oggettivo – le condizioni per l’avvio della stagione venatoria, per di più con un anticipo di ben un mese rispetto alla data – 1 ottobre – suggerita dall’autorevole Istituto Superiore Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA)”.

Stato di crisi e cacciatori in giro: “Una contraddizione”

Nel documento inviato al governatore Renato Schifani e agli assessori Luca Sammartino (Agricoltura) ed Elena Pagana (Ambiente), il WWF evidenzia “la palese incoerenza e contraddittorietà delle decisioni della Regione: da una parte, infatti, ha proclamato lo ‘stato di crisi’ e di ‘emergenza di rilievo nazionale’ per ‘l’emergenza causata dagli incendi e dalla concomitante ondata di calore’ verificatasi recentemente;
dall’altra, con decreto dell’Assessore all’Agricoltura numero 31 del 26 giugno, è stato emanato il ‘Calendario Venatorio 2023-2024’ che, addirittura, anticipa l’avvio della stagione di caccia al 2 settembre anche nei confronti di specie come la Tortora selvatica, in fortissimo e preoccupante declino in tutta Europa”.

La prima stima dei danni provocati dagli incendi è di 60 milioni di euro circa, più altri 200 milioni di euro per rispondere al dramma del settore agricolo. E non parliamo solo di terreni bruciati, ma anche di fauna ed equilibri ecologici in grave pericolo. Una situazione che ha spinto la Regione a dichiarare “lo stato di crisi ed emergenza” ma non a posticipare o annullare la stagione venatoria per concedere un po’ di pace agli ecosistemi di una terra devastata dai fenomeni climatici estremi.

“Decimerebbe gli animali”

Per il WWF, “aprire la stagione venatoria dopo un’estate torrida e le fiamme degli incendi sarebbe una follia perché decimerebbe gli animali sopravvissuti, determinando un danno ulteriore, gravissimo e irreversibile al patrimonio faunistico: secondo gli studi scientifici di ISPRA, infatti, la riapertura della caccia ‘comporta una condizione di rischio per la conservazione della fauna e rischia di avere, nel breve e nel medio periodo, effetti negativi sulla dinamica di popolazione di molte specie'”.

“Le aree boschive e di macchia interessate da incendi e dalla prolungata siccità – si legge nel documento dell’associazione – erano abitate da migliaia di esemplari di avifauna e mammiferi in riproduzione e/o con i propri piccoli che, se non sono morti bruciati o di stenti, si sono rifugiati nelle poche zone non colpite dal fuoco. Di conseguenza, le zone di sostentamento di molte specie selvatiche sono repentinamente mutate in maniera sostanziale e negativa, non garantendo più il tradizionale rifugio e il sostentamento e causando la grave compromissione della stagione riproduttiva di moltissime specie, sia cacciabili che protette”.

Con l’apertura anticipata della stagione della caccia in Sicilia nel 2023, secondo il WWF, “Sono a rischio sia le specie stanziali (coniglio, lepre, ecc.) sia quelle migratorie (quaglie, uccelli acquatici, ecc.)”, con difficoltà palesi per gli animali di “trovare cibo, riparo e habitat idonei a sopravvivere” e rischio di maggiore vulnerabilità alle malattie.

“Insomma, quella che si preannuncia a breve – se la Regione non sospende subito il Calendario venatorio – sarà una vera e propria strage di fauna“, denuncia il WWF, ricordando che “secondo l’articolo 18 della Legge regionale sulla caccia ‘l’assessore regionale per l’agricoltura e le foreste può vietare la caccia o ridurne i periodi per sopravvenute particolari condizioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, stagionali o climatiche o per malattie o per altre calamità‘” e chiedendo alle autorità di agire in questo senso.

Immagine di repertorio

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