Stato, assistenzialismo aumenta la povertà - QdS

Stato, assistenzialismo aumenta la povertà

Carlo Alberto Tregua

Stato, assistenzialismo aumenta la povertà

martedì 07 Marzo 2023

Anticorruzione su spesa pubblica

Chi governa lo Stato, le Regioni e i Comuni e, speriamo presto, le Province – ancora presenti in Costituzione – non ha capito o non ha voluto capire che i conti di un ente devono essere tenuti con la stessa attenzione e con lo stesso scrupolo dei conti di una famiglia. In altri termini, quando si deve ipotizzare una spesa, bisogna guardare subito l’entrata per la relativa copertura, diversamente la spesa non si deve fare e va rinviata al momento in cui vi saranno nuove entrate.

Peraltro, l’articolo 81 della nostra Costituzione obbliga Governo e Parlamento ad adottare “criteri volti ad assicurare l’equilibrio fra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni […] nel rispetto dei principi definiti con legge costituzionale” (n. 1/2012).
Dobbiamo constatare però che questo articolo fondamentale viene ignorato sistematicamente da governi e parlamenti che si susseguono, a prescindere dalla parte politica, per una sorta di menefreghismo istituzionale deprecabile, deleterio e condannabile.

Da quanto precede, occorre accendere fari abbaglianti sulla spesa pubblica, dentro la quale si annidano gravissime distorsioni, come evasione, corruzione e deviazione criminale.
Non sappiamo quanta parte di questi tre fenomeni tremendi per le casse pubbliche vi siano in tutta l’operazione del cosiddetto Bonus 110 per cento. Sappiamo per certo, però, che lo Stato ha acquisito debiti per oltre cento miliardi senza alcun controllo dei prezzi delle prestazioni e delle forniture di beni e servizi relativi alle ristrutturazioni. Tutta la parte “gonfiata” è servita appunto anche a corruzione, evasione e deviazione criminale.

Poi, c’è chi blatera relativamente alla spesa sanitaria dicendo una vergognosa menzogna e cioè che lo stanziamento nei bilanci sia diminuito. Non è vero: negli ultimi dieci anni la spesa sanitaria è aumentata di circa quindici miliardi. Che poi le Regioni – non tutte – non sappiano utilizzarla adeguatamente, è una questione che riguarda la scarsa qualità nelle relative Giunte e non già la quantità dei finanziamenti.

Sentiamo anche blaterare tanta gente che bisogna fare spese per questo o per quello, per fasce di popolazione bisognose e altre meno bisognose. Il citato articolo 81 della Costituzione imporrebbe a persone che hanno responsabilità istituzionali, ivi compresi i parlamentari, di indicare sempre insieme alla necessità di una spesa supplementare, quale dovrebbe essere la fonte dell’entrata per coprirla, ovvero, in alternativa, quale altra spesa si dovrebbe tagliare per essere sostituita da quella richiesta.
Non solo nessuno si comporta nel modo decoroso e deontologico prima indicato, ma – con grande rammarico – dobbiamo sottolineare come nessun soggetto che fa informazione, giornalisti compresi, pone la questione che prima abbiamo descritto e che ripetiamo: dove prendere i soldi per una nuova spesa, ovvero quale altra spesa tagliare per sostituirla.

Vi è un’ultima questione in rassegna e cioè l’assistenzialismo. Intendiamoci, esso è cosa diversa dall’assistenza doverosa fatta ai più deboli e bisognosi, ovviamente quelli veri e non quelli falsi.
L’assistenzialismo è un comportamento deteriore, fatto per accontentare fasce di popolazione carnivore che vogliono ricevere soldi dei contribuenti senza effettiva necessità o, peggio, per propri fini privati.
L’assistenzialismo, ripetiamo, non l’assistenza doverosa, incide molto sulla spesa pubblica, tanto è vero che quando fu nominato Carlo Cottarelli (venuto al nostro forum pubblicato il 14/05/2019), nel governo di Enrico Letta, commissario per la Spending review, portò un fascicolo all’allora Presidente del Consiglio con un taglio di trentacinque miliardi, che non avrebbe arrecato danno ad alcuno salvo che agli approfittatori. Bocciato!

I Governi che si sono succeduti in questi decenni, formati da personaggi più o meno scadenti, salvo luminose eccezioni, hanno sempre preferito dire di sì ai cannibali, comportandosi come il padre o la madre di famiglia che diseduca quei figli accontentandoli in tutto e facendoli crescere debosciati.

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